Eravamo stati i primi a riportare la notizia, ai primi di giugno (leggi): tre nuove isole ecologiche per la raccolta degli elettrodomestici e quindi dei cosiddetti Raee (Rifiuti di apparecchiature elettriche ed elettroniche) saranno realizzate ad Adrano, in provincia di Catania, a Castelbuono, nel Palermitano e a Burgio, nell’agrigentino. La notizia era passata sottotraccia in città, almeno fino ad oggi, quando un articolo del quotidiano La Sicilia prima, ed il comizio dell’On. Mancuso poi, hanno riportato in primo piano la vicenda.
Andiamo con ordine.
L’articolo de La Sicilia, a firma di Salvo Sidoti, sottolinea che la costruzione di tali opere, finanziate dalla multinazionale svedese Electrolux nell’ambito del progetto “Green SpiritSicily”, avverrà in tre Comuni segnalati dal Wwf per le “significative iniziative adottate dalle rispettive amministrazioni comunali in materia di gestione dei rifiuti e di tutela ambientale. In particolare, la città di Adrano – si legge – è stata premiata per la lotta al volantinaggio selvaggio ed ai ganci con i sacchetti pendenti della spazzatura, oltre che per il monitoraggio dei campi elettromagnetici”.
I tre impianti, costo di circa 150 mila euro ciascuno, dovranno essere costruiti entro il 31 dicembre del 2011, tempi che si intende assolutamente rispettare, tanto che Electrolux Appliances Spa, ha annunciato che, con il supporto di Wwf/Erp Italia, «monitorerà il corretto e tempestivo svolgimento dei lavori, dandone continuo aggiornamento sul proprio sito http://www.greenspirit.it/ e sui principali media locali e denunciando eventuali ingiustificati ritardi».
Le tre isole rappresentano, in sostanza, punti di raccolta differenziata dove poter lasciare i propri elettrodomestici in disuso, in attesa che la società preposta alla raccolta dei rifiuti pericolosi e speciali venga a prelevarli per trasportarli dove verranno smaltiti a norma.
Due le aree che l’amministrazione comunale di Adrano ha individuato per la costruzione del centro: contrada Difesa Mulini (foto a lato), accanto l’attuale isola ecologica della Simeto Ambiente e contrada Capici, lo slargo adiacente al mercato ortofrutticolo.
«Ringrazio il Wwf per aver selezionato Adrano per il progetto Green Spirit – ha detto il sindaco Ferrante – E’ una grande opportunità per affiancare alla già esistente isola ecologica un centro raccolta Raee, nell’ottica di una maggiore diffusione della raccolta differenziata. Un ringraziamento va all’azienda Elettrolux per aver finanziato il progetto». L’iniziativa è stata accolta con entusiasmo anche dall’assessore regionale Territorio e Ambiente, Giammaria Calogero Sparma, che ha convocato per martedì 21 giugno, alle 11,30, presso gli uffici dell’assessorato, a Palermo, i sindaci di Adrano, Castelbuono e Burgio, i rappresentanti del Wwf Sicilia e vari dirigenti regionali per discutere della realizzazione di questi centri di raccolta.
Il comizio che ha visto protagonista l’ex sindaco ed attuale deputato all’Ars, Mancuso, ha riproposto la questione, sottolineando le possibili conseguenze sulla salute derivanti dall’attività di tali centri. Mancuso ha dichiarato che, a Palermo, in Commissione Territorio e Ambiente (di cui è presidente) si opporrà alla costruzione di tale struttura, proponendo che venga fatta altrove.

Dunque, questi centri di raccolta sono pericolosi per la salute? Che vantaggio avremmo ad ospitarne uno nel nostro territorio?
Risponde alle nostre domande il sito terracube.it, citato durante il comizio dallo stesso Mancuso. Ciò che si evince è che “lo smantellamento a cielo aperto di questo tipo di rifiuti deve essere vietato”. Un problema “lontano” da quella che dovrebbe essere la funzione dei siti in questione, che rappresenterebbero dei semplici centri di raccolta.
In ogni caso, se il processo di riciclaggio fosse inadeguato (ci auguriamo non accada mai) molte sostanze inquinanti (es. gli inquinanti organici persistenti e i metalli pesanti) verrebbero rilasciati nell’ambiente e poi facilmente inalati dall’uomo, andandosi ad accumulare nel corpo umano. Conseguenze? Infiammazione, stress ossidativo, ma anche malattie cardiovascolari, danni al DNA e cancro. Sono questi i principali rischi indicati lo scorso 31 maggio da un gruppo di ricercatori che hanno pubblicato l’esito dei loro studi sulla rivista Environmental Research Letters.
In conclusione, nonostante il rischio, in relazione alla funzione che questi centri dovrebbero svolgere (solo centro di raccolta), sembri minimo, fa certamente pensare che il Wwf, per “premiarci”, ci abbia individuato come sito per la costruzione. Nella fin troppo ottimistica ipotesi che, una volta costruito il centro, tutto proceda secondo le norme (permetteteci di dubitarne!), bisognerebbe ancora comprenderne i reali vantaggi per la città Adrano.

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