Un ex ergastolano Salvatore Leanza, di 55 anni, è stato ucciso in un agguato di mafia avvenuto a Paternò, nel catanese. L’uomo era a bordo della propria auto guidata dalla moglie quando alcuni sicari col volto coperto hanno sparato numerosi colpi di pistola in direzione della vettura. La donna è rimasta ferita, ma non in maniera grave. Sull’episodio indagano i carabinieri della Compagnia di Paternò e del Reparto operativo del Comando provinciale di Catania.

Salvatore Leanza era stato condannato all’ergastolo per omicidio ed era ritenuto un elemento del clan Alleruzzo-Assinnato ed era stato scarcerato nel marzo del 2013. Da quel giorno era sottoposto all’obbligo della libertà vigilata. L’uomo, secondo quanto ricostruito dalla moglie che prima di essere ricoverata in ospedale ha brevemente parlato con i carabinieri, era a bordo dell’auto di famiglia guidata dalla moglie in viale dei Platani a Paternò.

La coppia stava per rientrare a casa quando la loro vettura è stata affiancata e superata da un’automobile dalla quale poi sono scesi più sicari dal volto coperto che hanno esploso numerosi colpi di pistola contro suo marito. La donna è stata ferita ma non in maniera grave ed è adesso ricoverata nell’ospedale Santissimo Salvatore di Paternò.

È rimasta ferita in maniera grave, ma non sarebbe in pericolo di vita, la moglie dell’ergastolano Salvatore Leanza ucciso stamattina poco dopo le 7 in un agguato a Paternò, nel Catanese. Barbara Bonanno, 58 anni, che era alla guida della vettura, è stata ferita con quattro colpi di pistola al torace. La donna è ricoverata in prognosi riservata nell’ospedale Santissimo Salvatore di Paternò. E’ sotto shock, ma prima di entrare in sala operatoria è stata sentita dai carabinieri.

I militari dell’Arma che indagano ritengono che l’agguato sia di chiaro stampo mafioso, anche per le modalità con cui è stato attuato, e ritengono che sia maturato in ambienti della criminalità organizzata. Sull’episodio ha aperto un’inchiesta la Direzione distrettuale antimafia della Procura della Repubblica di Catania.

Salvatore Leanza era stato condannato per l’omicidio di Alfio Avellino morto nel ’79. Ad uccidere l’uomo che gestiva una radio privata ad Adrano (Ct), secondo il pentito Giuseppe Pellegriti, che si era autoaccusato e poi ritrattò, furono anche Salvatore Leanza, Salvatore Santangelo, Nicolò Lo Cicero e Placido D’Oca. Pellegriti dichiarò durante il processo di essersi inventato tutto e di aver accusato Leanza, Santangelo, Lo Cicero e D’Oca perché gli inquirenti lo avevano indotto a fare i loro nomi. Leanza ricevette un altro ordine di custodia in carcere per un’operazione antimafia nel ’94, ordine poi annullato dal gip. Salvatore è fratello di Antonino Leanza, che venne arrestato per mafia e traffico di droga, nel ’98.

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