Qualche giorno fa, centinaia di cartelle di SERTI s.p.a (Società Europea Riscossione Tributi e Imposte) sono state recapitate a diversi concittadini Adraniti, al fine di riscuotere, con altissimi interessi, le più svariate imposte, tributi e sanzioni.

La società Serti, precisa “di aver rilevato lo scorso 8 gennaio il ramo d’azienda di Tributi Italia in amministrazione straordinaria, assumendo, dopo un significativo accordo con le organizzazioni sindacali, l’intera forza lavorativa di 372 unità, facendone entrare subito in servizio operativo oltre 50. Serti sottolinea di non aver niente a che fare con la vecchia gestione di Tributi Italia, ma con l’acquisizione del ramo d’azienda in amministrazione straordinaria ha accertato l’esistenza di crediti ancora esigibili”. Già sentir solo parlare di Tributi Italia s.p.a., deve aver fatto saltare dalla sedia non poche persone, visto i trascorsi (ancora non risolti) che questa società ha intrattenuto con il nostro Comune.

Diverse sono state le rassicurazioni pubbliche e televisive, da parte della Nostra Amministrazione, circa l’illegittimità di tali cartelle, con la consapevolezza che la stessa Serti s.p.a., si sarebbe fatta carico, in tempi brevi, di risolvere la questione.

La stessa Serti ha diffuso una nota ufficiale, dove si legge: “I rappresentanti dell’amministrazione comunale hanno preso atto della buona fede di Serti Spa, la quale dopo avere rilevato lo scorso 8 gennaio il ramo in amministrazione straordinaria di Tributi Italia ha accertato l’esistenza di molti crediti ancora esigibili per conto del Comune non sapendo però gli antefatti intercorsi tra quell’azienda e lo stesso Comune di Adrano. Serti si rende disponibile a sanare questa situazione che ha creato disagio all’amministrazione comunale e si impegna ad inviare nei prossimi giorni comunicazioni ai contribuenti di Adrano per informarli di non tenere conto delle ingiunzioni ricevute” (leggi la nota completa).

Orbene, consapevoli e fedeli alla parola data da Serti s.p.a., auspichiamo vivamente che questa “liberatoria” da parte della su citata società, arrivi sulle nostre scrivanie in tempi brevissimi, al fine di concludere positivamente la questione e dissolvere lo spettro di nuove azioni esecutive nei confronti dei poveri contribuenti.

Rimaniamo inoltre allibiti circa il tenore di questa ingiunzione di pagamento di Serti s.p.a.: una forte presa di posizione dovrebbe esser presa dalla nostra Amministrazione, evidenziando le macroscopiche inesattezze che tale documento contiene. Per citarne solo alcune:

1) Qualcuno ci spieghi cosa vuol dire “reingiunzione”;

2) Qualcuno ci spieghi il motivo per il quale nelle predette ingiunzioni, non viene inserito alcun dettaglio circa l’oggetto dell’imposta, nonché l’anno di riferimento;

3) Qualcuno ci spieghi, e ci duole sottolinearlo, come mai Serti s.p.a., nonostante le feroci battaglie delle associazioni dei consumatori operate negli anni, nonché le copiose sentenze dei nostri organi giudicanti, non abbia perso il vizietto di applicare interessi anatocistici sulle somme richieste. Non sanno lor Signori che l’anatocismo viene ormai perseguito in ogni sede?

Qualora le promesse comunicazioni, che devono assumere le vesti di provvedimento “in autotutela” della stessa società, non arrivassero in tempi brevi, si potrebbe assistere, lasciateci il termine, ad una “carognata” senza precedenti: non impugnare l’ingiunzione entro 60 giorni, con apposito ricorso, davanti alla Commissione Tributaria, renderebbe la stessa, anche se illegittima, comunque definitiva. Cosa potrebbe succedere se la Serti s.p.a., lasciasse trascorrere questo periodo, venendo poi meno alla “parola” data?

Auspichiamo vivamente che tale comunicazione e susseguente annullamento dell’ingiunzione, arrivi al più presto ai contribuenti e restiamo in attesa di positivo riscontro su tale argomento; l’eventuale mancata ricezione di tale comunicazione entro il termine di 60 gg dalla notifica dell’ingiunzione, dovrebbe far preoccupare, e non poco, gli esasperati contribuenti .

Confidiamo che non si debba più sentir parlare di “zelanti” società di riscossione, dalla facile ingiunzione, ma dalla difficile comprensione: qualora questa società dovesse ancora avere rapporti con la nostra città, desidereremmo almeno maggiore chiarezza nei rapporti documentali con il singolo contribuente.

ObBiettivo Adrano in collaborazione con Vincenzo Caldarella