Partiamo dalla notizia. L’assessore alla Sanità della Regione siciliana, Massimo Russo, ha avuto ridotta la propria scorta. Ne ha dato notizia, nei giorni scorsi, il governatore Raffaele Lombardo, che la giudica “una decisione grave e che stupisce”. “Non spetta a me – continua Lombardo – decidere in che modo e con quali mezzi vada assicurata la protezione agli uomini delle istituzioni, ma di sicuro il prezioso lavoro di Massimo Russo nel mettere mani alla riforma della sanità in Sicilia, contro un sistema affaristico e in certi casi anche infiltrato dalla criminalità organizzata e mafiosa, è un dato oggettivo da tenere ben presente quando si fanno scelte in una materia così delicata”. L’Ucis, l’ufficio centrale per le scorte, ha accolto la proposta del Comitato provinciale per l’ordine e per la sicurezza pubblica di Palermo di ridurre la scorta all’assessore Russo, che prima dell’incarico nella giunta Lombardo era pm alla Dda di Palermo e si era occupato di indagini sulla mafia trapanese. Russo era scortato da anni. Negli ultimi periodi per la sua sicurezza erano impiegate due auto blindate, ora ridotte a una, e quattro agenti: da oggi gli “angeli custodi” di Russo saranno due. Secondo il Cosp, il rischio per l’assessore è diminuito, passando dal secondo al terzo livello.

Adesso, pur correndo il rischio di sembrare estimatori del Presidente della Camera, ci permettiamo di riprendere una affermazione di Fini circa il mondo reale e il mondo della cosiddetta casta di palazzo. Al palazzo, in questo caso Palazzo Reale, poco importa di quanto accade fuori le storiche mura. Loro, la casta, sempre più inebriata di potere, politico ed economico, lotta quasi quotidianamente per la tutela dei propri privilegi.
E’ così, dimezzano la scorta a Russo ed il palazzo esplode!
Abbiamo già detto delle affermazioni di Lombardo. A ruota quelle del sen. Giovanni Pistorio, che ha affermato: “Si tratta di una decisione gravissima che arriva in un momento delicato e sembra quasi inserirsi in quel contesto di delegittimazione in atto contro l’assessore Russo”.
Affermazioni gravi, soprattutto quelle del presidente della Regione Siciliana, che in ultima analisi, rappresenta la “sua” come una Regione ancora pericolosamente in mano alla mafia. Se gli organi preposti hanno così stabilito, un motivo ci sarà. Inutile e controproducente pensare a giochi di palazzo o “vendette trasversali”.
E’ triste assistere a “teatrini” che nulla hanno a che fare con la sicurezza. Perchè, ricordiamolo, Russo (come l’altro “ex-giudice” Caterina Chinnici), hanno di fatto abbandonato il loro mestiere, dandosi alla politica (nonostante ancora ci sia chi si ostina a parlare di “governo tecnico”).

fonti: osservatoriosicilia.it / giornaledisicilia.it

—-> http://obbiettivo-adrano.blogspot.com/