La giunta regionale ha approvato ieri notte il disegno di legge di riforma degli Ato presentato dal neo assessore Pier Carmelo Russo. Si tratta del primo atto formale, che sblocca il precedente decreto presidenziale ed avvia la procedura per il varo della legge vera e propria che tocca all’Assemblea.

Primo atto, dunque. Successivamente il documento passerà alla quarta commissione legislativa presieduta dall’ex sindaco di Adrano Fabio Mancuso, pidiellino “lealista” ed acerrimo nemico del governo Lombardo ter. Ed in quella sede il provvedimento potrebbe già subire un rallentamento pesante, a meno di accordi ed intese di larghissima trasversalità.

A Sala d’Ercole la legge potrebbe approdare fra un mese. Ed anche lì, il governo di minoranza dovrà puntare ad una larga maggioranza trasversale. Sarà questo il primo banco di prova effettivo della nuova alleanza fra la terza coalizione Lombardo, composta da Mpa e “Gruppo Sicilia” ed il Pd. Ma non è escluso che parte dell’Udc rientri in gioco. Difficile che l’assemblea voti compatta perché l’ala firrarelliana del Pdl si è già dichiarata contraria a questa riforma.

I punti essenziali riguardano lo smantellamento degli 27 “ambiti” esistenti che scenderanno a nove, uno per provincia. Nascerà il consorzio dei comuni, presieduto dai presidenti delle province, che a sua volta eleggerà il presidente di ciascun Ato. Fra le novità, la facoltà data ai comuni di poter “scegliere” a quale Ato appartenere: ovvero sarà possibile optare per l’ambito territorialmente più vicino: Lentini con Catania, ad esempio.

Toccherà a ciascuna municipalità provvedere alla raccolta differenziata, considerata la svolta necessaria in questa nostra immondezzata isola. Non solo, ma la raccolta delle Tasse rifiuti tornerà di pertinenza dei Comuni, e ciò per colmare il grande buco nero scaturito dalla sciagurata e clientelare gestione degli ambiti cosiddetti ottimali che hanno provocato solo mali in questi anni.
Ma c’è un altro buco da colmare immediatamente: quello degli stipendi ai 550 addetti dell’”Ato 3 Simeto”. Per scongiurare lo sciopero generale ed impedire che a metà mese i centri più grossi della provincia di Catania vengano sommersi dalle immondizie, l’assessore Russo ha appena firmato il decreto di commissariamento di dieci comuni, quelli che hanno rifiutato l’anticipazione della Regione di 26 milioni di euro per far fronte alle spese per il personale. Sono Adrano, Belpasso, Biancavilla, Misterbianco, Motta Sant’Anastasia, Nicolosi, Pedara, Ragalna, Paternò e Santa Maria di Licodia.
Avevano invece accettato Camporotondo, Gravina, pedara, San Giovanni la Punta, San Gregorio, san Pietro Clarenza, Sant’Agata li Battiati e Tremestieri. In questi centri arriveranno a giorni altri settecentomila euro stanziati ieri sera dalla giunta regionale per far fronte ai debiti di cassa.

Giuseppe Mazzone su BlogSicilia.it

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