“Fallimentare la gestione della sanità siciliana. Inevitabile la mozione di sfiducia contro Massimo Russo”. Questa la posizione dei 18 deputati del Pdl che la scorsa settimana hanno sfiduciato l’assessore alla Sanità. A riassumerla il parlamentare messinese Roberto Corona. “In testa alla attività e agli impegni della politica, insieme con la salvaguardia e il potenziamento del tessuto economico della regione, deve essere il buon funzionamento della sanità. Che non sempre è legato alla professionalità e, sicuramente, non accade con questo governo…”.
La mozione, illustrata in una conferenza stampa (vedi foto) è firmata dal Pdl al completo e contiene un elenco corposo di casi di malasanità successivi alla riforma Russo-Lombardo. Nel merito, Corona fa un preciso distinguo: “Per quanto riguarda, per esempio la diminuzione degli sprechi niente è da ascrivere alla gestione dell’ex magistrato, assessore del governo Lombardo, quanto al suo predecessore, Roberto La Galla. Mentre per le migliorie del sistema, rimane semplicemente il tam tam mediatico e risultati… Zero. Tutti gli addetti alla sanità regionale e i cittadini – conclude Corona – sanno che non è affatto come dicono governo e assessore. Non c’è bisogno di un referendum per arrivare a una conclusione certa: è una gestione fallimentare del sistema. E, per questo, interpretando la volontà dei siciliani abbiamo presentato la mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Massimo Russo”.
Pronta la replica di Lombardo. “La mozione di sfiducia sulla sanità potrebbe essere il segno di come il peggio della politica, e dell’affarismo che ci sta attorno, stia organizzando tutto quello che può pur di contrastare, dare addosso e cercare di scoraggiare, utilizzando i mezzi e gli uomini più impensabili, il lavoro fatto sulla sanità”. Il presidente della Regione Raffaele Lombardo commenta così sul suo blog la mozione di censura nei confronti dell’assessore alla Sanità Massimo Russo annunciata dal Pdl. “Un lavoro – sottolinea il Governatore – fatto all’insegna della trasparenza, dell’onestà, della generosità, dell’abnegazione, della chiarezza d’intenti e della capacità di programmazione per quella sanità nuova che oggi ci ha fatto riaprire Villa delle Ginestre, piene di uomini in gamba, a cominciare dal primario Quattrocchi, di attrezzature all’avanguardia e di uomini che ritrovano la speranza di una buona assistenza e di una buona terapia […] Tutti gli interessi toccati, la cialtroneria, le disonestà, le incapacità elevate a sistema – conclude – si coalizzano e remano contro e magari troveranno qualcuno disposto, mi auguro di no perché sarebbe a loro perenne disdoro, a fare la mozione di sfiducia”.

Sulla stessa linea la posizione di Cracolici (Pd). “La mozione di sfiducia nei confronti dell’assessore Russo? Mesi fa ne avevano annunciata una anche contro Lombardo, ma ancora non ve n’è traccia. Siamo di fronte all’ennesimo bluff dei berlusconiani vecchi e nuovi, che sono sempre piu’ confusi e continuano a non proporre nulla per la Sicilia. Tanto nervosismo su questo tema si può comprendere se si considera che la sanità, per loro, non è uno strumento al servizio del cittadino, ma un grande affare che adesso non possono più gestire”.

Secondo i 18 deputati del Pdl, firmatari della mozione, invece, “la crisi in cui versa il sistema sanitario regionale a causa della mancata applicazione dell’annunciata riforma della sanità con la legge n.5 del 14 aprile del 2009 ha raggiunto livelli intollerabili e insostenibili, certificati da frequentissimi casi di malasanità ampiamente documentati dalla stampa”. Il Pdl sostiene che “la candida affermazione di avere ereditato un deficit di 1 miliardo di euro è clamorosamente smentita dalla relazione della Corte dei Conti, sezioni riunite in sede di controllo della Regione siciliana, resa alla Camera dei deputati in data 12 maggio 2010; da tale studio, infatti, viene fuori che il professore Roberto Lagalla, assessore alla sanità nel biennio 2006-2008, ereditò un deficit di 932 milioni; che tale voragine finanziaria fu l’atto finale della dissennata gestione assessoriale portata avanti negli anni 2004-2006 dall’allora assessore Giovanni Pistorio, tristemente famoso per essere riuscito, fra l’altro, tra il settembre 2005 e il marzo 2006, a raddoppiare il numero delle ambulanze (da 158 a 280) e degli operatori del 118 da 1.500 a 3.300”. Per quell’operazione la Procura della Corte dei Conti quantifica un danno all’erario di 37 milioni di euro, chiamando in causa l’allora governatore del centrodestra Totò Cuffaro, la sua giunta e i deputati regionali che facevano parte della commissione Sanità dell’Ars, che avallò le assunzioni. Nella mozione vengono citate le nomine dei 17 direttori generali e delle decine di direttori sanitari e amministrativi, la “crescita esponenziale dei costi del servizio del 118”, i dati della commissione parlamentare per gli errori sanitari “che pongono la Sicilia come la seconda regione, dopo la Calabria, a detenere i record di malasanità”, l’assenza di piante organiche, l’annuncio di 4mila assunzioni.
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