“Avviare una verifica sul governo Lombardo, e prepararsi subito a nuove elezioni costruendo alleanze alla luce dei segnali arrivati con le amministrative. Da questa tornata elettorale sono venuti segnali importanti e inequivoci che di fatto stanno cambiando il quadro politico nazionale. Credo sia arrivato il momento che anche nella realtà siciliana si giunga ad una verifica politica, magari preparando un passaggio elettorale. C’è un clima nuovo nel Paese, che credo riguardi anche la realtà politica della Sicilia”. Parole di Anna Finocchiaro, “tornata” con queste osservazioni in Sicilia dopo una lunga assenza e tante polemiche connesse ad un appalto assegnato al marito da questo governo regionale. La sua riflessione non è un ultimatum e non indica un percorso obbligato, ma segnala un disagio ed una necessità di uscire dal guado in cui il Pd si trova per colpe sue e altrui. A suggerirla la convinzione che segnali arrivati dal primo turno delle amministrative facciano prevedere il cambiamento del quadro politico nazionale. Il sostegno del Pd al governo Lombardo andrebbe verificato alla luce di questa tendenza. Agganciare la Sicilia al treno del cambiamento politico, dunque.

È una fuga in avanti, una giusta premonizione, una valutazione diligente o, piuttosto, il bisogno, sentito con particolare intensità, di dare una scrollata alla questione siciliana, che si trascina stancamente da molti mesi? Una questione per il Pd, anzitutto, che ha dovuto giocare una partita difficilissima.
La maggioranza interna dei democratici, favorevole al sostegno del governo, è stata costantemente attaccata da una irriducibile opposizione interna, il governatore Lombardo è azzoppato da una inchiesta giudiziaria, i rapporti fra Assemblea e governo sono compromessi dall’assenza di deputati nell’esecutivo, causa di una ostilità di principio oltre che di una avversione interessata.
Il dissenso si è manifestato in modo rumoroso e spregiudicato, offrendo un’immagine del Pd, e non solo del governo, davvero impresentabile per le accuse di collusione con aree compromesse della politica siciliana. Non solo il Pd combatteva una battaglia persa in partenza, ma si sarebbe “venduto” ad un mestierante della politica. Naturalmente, molti siciliani si sono persuasi che queste denunce hanno una loro validità. L’inchiesta giudiziaria su Lombardo ha reso ancora più credibili gli avvertimenti del “dissenso”. Le difficoltà parlamentari, infine, hanno fatto il resto.
La conflittualità interna, tuttavia, non si è consumata fra favorevoli e contrari al sostegno, ma anche sulle modalità del sostegno. Da tempo una folta rappresentanza politica dei democratici hanno posto l’accento sulla necessità che il Pd avesse onori ed oneri dal sostegno politico a Lombardo; l’appoggio esterno prima e il governo tecnico dopo avrebbero lasciato fuori, di fatto, il partito. Nel primo caso, con il sostegno esterno, il Pd non avrebbe raccolto i frutti delle sue battaglie parlamentari a favore di alcune leggi importanti, nel secondo avrebbe lasciato a Lombardo il timone della nave, permettendo che nell’esecutivo entrassero personalità gradite ad alcuni dirigenti Pd, ma influenzabili da parte del Presidente.
Naturalmente, i “favorevoli” al sostegno hanno spiegato la validità della strategia adottata, che è servita a fare crollare il centrodestra in Sicilia, a fare nascere un’alleanza fra terzo polo e centrosinistra, a mandare all’opposizione Pdl e i suoi satelliti, a smantellare (è questa l’intenzione, almeno), il sistema di potere costruito dal centrodestra nell’Isola. Questo lavoro politico, inoltre, avrebbe “aperto” una falla storica negli equilibri politici nazionali, sganciando una fetta del centrodestra, il Fli, dall’altra parte della barricata.
A questo punto, però, i democratici devono dimostrare che tutto questo travaglio ha reso un servigio anche alla Sicilia. Ed è questo problema che Anna Finocchiaro ha voluto affrontare dopo un lungo silenzio.
Il segretario del Pd siciliano, Giuseppe Lupo, segretario regionale del PD ha bocciato la giunta tecnica: “Questa fase è chiusa”. Lupo attacca l’assessore alla Sanità Massimo Russo: “Non è un tecnico, è già stato a Vittoria a fare campagna elettorale per il candidato Mpa contro Pippo Nicosia, il sindaco uscente sostenuto da noi. Così non va. Russo è pagato per occuparsi solo degli ospedali”.

Il sen. Enzo Bianco sottolinea come sempre l’avversione verso Lombardo e “la necessità di andare al voto e staccare la spina a questa giunta regionale”.
Non tutti sono favorevoli nel PD a dare un’accelerazione sulle elezioni: “Non mi sembra ci siano le condizioni, e non capisco cosa sia cambiato: alla fine questo esecutivo tecnico sta facendo il possibile, non mi pare comunque che si possa parlare di giunte politiche con il Pd”, dice Francantonio Genovese dell’area “Innovazioni”.
Il capogruppo del Pd all’ARS, Antonello Cracolici, sottolinea l’opportunità o meglio la necessità di “lavorare per allargare le alleanze” con il Terzo Polo innanzitutto, evitando scelte che ritiene frettolose: “Comunque abbiamo già fissato un’assemblea dopo le amministrative in Sicilia, ne parleremo in quella sede”,
Infine il senatore dell’Mpa Giovanni Pistorio risponde con un messaggio chiaro al PD, in particolare alla Finocchiaro: “Il Pd – dice – non vincerà mai in Italia, ma soprattutto in Sicilia, se non guarderà al centro moderato. Non penso comunque che il suo partito in Sicilia voglia interrompere questa esperienza di governo”.

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