L’Assemblea regionale ha approvato lo scorso 14 dicembre, all’unanimità, la legge che prevede la proroga di un anno dei contratti dei 3.200 precari della Regione e l’avvio della stabilizzazione per i 23.300 precari degli enti locali. E’ stato un parto travagliato e non è detto che la norma varata da Sala d’Ercole non venga impugnata dal commissario dello Stato. Il via libera dall’Ars alla è arrivato solo poco prima della mezzanotte dopo un acceso dibattito di oltre sette ore.
La proroga, di un anno, riguarda personale degli enti locali ma anche della protezione civile, dell’agenzia regionale delle acque e dei rifiuti, dei parchi naturali, dei consorzi di bonifica, delle camere di commercio, del Cefpas. L’avvio della stabilizzazione invece è prevista per i 23.300 addetti degli enti locali. Nessun aggravio per i comuni, essendo prevista la copertura finanziaria a carico della Regione per la durata di 10 anni e man mano andranno a coprire i vuoti di organico.

Le proroghe. A beneficiare della legge saranno, in primo luogo i 3.200 lavoratori precari dell’amministrazione regionale. E fra questi il gruppo più nutrito e, dunque, economicamente più oneroso è quello dei 2.466 lavoratori non stabilizzati dei consorzi di bonifica che costano 24 milioni 852 mila euro. Hanno ottenuto il rinnovo del contratto per tutto il 2011 i 288 esperti della protezione civile (16 milioni), i 29 precari della Soris, la sala operativa regionale (costo un milione e 100 mila euro), i 223 dipendenti dell’Agenzia per le acque e i rifiuti (8,4 milioni).
La proroga riguarda anche i 93 precari dell’assessorato al Territorio (3 milioni di euro), i 90 ex Asu che sono rimasti fuori dal processo di stabilizzazione (2,7 milioni), i nove lavoratori che avevano prestato servizio all’ufficio del commissario per l’emergenza rifiuti (369 mila euro). Sì al rinnovo del contratto anche per i dipendenti della Fiera del Mediterraneo di Palermo (che non esiste più) e della Fiera di Messina. Stesso discorso per il Cefpas e per i precari delle Camere di commercio. In totale il rinnovo dei contratti costerà 59,4 milioni.
Nella norma è stato inserito anche un articolo sul risarcimento dei danni causati all’agricoltura siciliana dalla peronospora, soprattutto in provincia di Trapani. L’Ars ha inoltre approvato vari ordini del giorno, fra gli altri, quelli per il reintegro di 53 lavoratori Italtel di Carini, sospesi “in maniera illegittima” e per la predisposizione delle piante organiche delle strutture sanitarie locali

Le stabilizzazioni. La legge approvata in realtà è solo il punto di partenza che dovrà portare alla stipula di contratti a tempo indeterminato per i 23.300 precari che lavorano nelle amministrazioni comunali e provinciali. Di sicuro scatta immediatamente la proroga di due anni. In questo periodo gli enti locali potranno assumere a tempo indeterminato i loro precari ma solo quelli che erano già sotto contratto nel 2009 e che abbiamo maturato almeno otto anni di lavoro negli ultimi dieci anni. I contratti del passato sono cumulabili.
La norma dell’Ars prevede anche una deroga alla legge Brunetta: i lavoratori stabilizzati potranno ottenere promozioni e scatti di qualifiche. Ma questo aspetto è a rischio di impugnativa da parte del commissario dello Stato. Chi pagherà la stabilizzazione? La Regione promette 314 milioni di euro all’anno per i prossimi dieci anni.

Gli esclusi e le reazioni. Restano fuori dal processo di stabilizzazione i 6.500 lavoratori Asu per i quali l’Assemblea regionale ha previsto solo un sussidio da 500 euro al mese per un anno.
Molte le polemiche sulle categorie escluse o ammesse in extremis. Se Dino Fiorenza (Fli) esulta “per l’inserimento nel processo di stabilizzazione dei Puc delle università tra cui i 176 dell’ateneo catanese”, il Pid va all’attacco sugli emendamenti caduti nella lunga notte del voto. I deputati Maira, Cordaro, Dina, Caronia, Gianni, Cascio e Catalano segnalano che “solo noi ci siamo opposti allo stralcio delle norme per i 90 amministrativi della Spo di Palermo, i 150 dell’Arpa, i 450 del Ciapi e gli Lsu delle coop Lavoro”. Su queste categorie lo scontro è aperto. Per il Pd, con Giovanni Panepinto, “è da irresponsabili aizzare le sigle che non sono rientrate nella legge”. Il Pd ha difeso l’impostazione della legge con il capogruppo Antonello Cracolici e con i deputati Baldo Gucciardi, Pino Apprendi, Filippo Panarello e Bruno Marziano: “Finita l’era del ricatto politico ma va fatto ancora uno sforzo per gli Asu”.

La legge, che ha avuto in Lino Leanza il suo regista, ha raccolto i voti dell’intero Parlamento ed è stata salutata con soddisfazione dal Pdl col coordinatore Domenico Nania e con i deputati Salvino Caputo, Marco Falcone e Vincenzo Vinciullo.
L’On. Nino D’Asero (Pdl), nel suo intervento d’Aula (vedi video sotto), ha sottolineato l’importanza “della razionalità che deve seguire un iter normativo-legislativo, al di là tendenza a volere creare un forte momento di consenso, stabilizzando tutti in maniera indiscriminata. Imbarcare tutti in un percorso di stabilizzazione non ci permette di rendere un servizio a coloro i quali hanno il diritto e la giusta aspettativa in questa direzione”. D’Asero ha concluso il proprio intervento facendo riferimento alla situazione dei precari dell’Università, poi inseriti nel processo di stabilizzazione.

L’Udc plaude con Giulia Adamo e Totò Lentini. Soddisfatti Riccardo Savona e Giovanni Greco del gruppo Misto. Resta però la parziale delusione dei sindacati. Per il Movimento Giovani Lavoratori, la sigla autonoma più rappresentativa degli Lsu degli enti locali, “la norma – dice Massimo Bontempo – lascia perplessi. I Comuni non avvieranno le stabilizzazioni perchè risulterà troppo complicato». E Claudio Barone, segretario della Uil, recrimina per «l’esclusione degli Asu. È necessaria anche per loro una condizione più stabile e utile».

La scure del Commissario dello Stato. Come sopra accennato, il governo si prepara al braccio di ferro con il Commissario dello Stato sulla legge per la stabilizzazione dei precari. La legge approvata nella notte di martedì all’Ars passa ora all’esame del prefetto di piazza Principe di Camporeale. Molti sono i dubbi circolati alla vigilia anche in ambienti vicini al Commissario dello Stato. E nella notte di martedì l’assessore al Lavoro, Andrea Piraino, li ha raccolti durante il suo intervento: “Il percorso per la stabilizzazione è composto da diversi momenti e non sarà un percorso facile. Se arrivasse l’impugnativa del Commissario dello Stato il governo proporrebbe di resistere di fronte alla Corte costituzionale”. Anticipazione che ha visto d’accordo anche Pid e Pdl.
Nessun problema dovrebbe nascere sulle proroghe, i dubbi emersi in questi giorni riguardano la copertura finanziaria e la parte della norma che prevede le stabilizzazioni: articoli che derogano a leggi nazionali e che si incastrano col patto di stabilità. Lombardo in conferenza stampa aveva mandato più di un messaggio: “Abbiamo spedito la norma al ministro Tremonti. Ci aspettiamo che, come ha promesso in estate, chiuda un occhio e forse anche l’altro sui vincoli di bilancio”. Per il governatore, anche il Commissario dello Stato non potrà non tenere conto del fatto che “sono stati sottratti al ricatto politico 23 mila precari degli enti locali e per loro non verrà speso un euro in più rispetto al passato”. Assessore e governatore hanno specificato in conferenza stampa che la trasformazione del contratto da tempo determinato a tempo indeterminato “avverrà nel rispetto delle attuali qualifiche. Chi è in fascia bassa, A e B, avrà il posto più rapidamente. Chi è in C e D dovrà svolgere una selezione pubblica in cui il titolo e l’esperienza maturata avranno un peso specifico maggiore”.

Prossima seduta dell’ARS. Chiusa la ‘finestra legislativa’, l’Aula è stata aggiornata a lunedì 20 dicembre alle 16 per la sessione di bilancio, con l’esame dei documenti finanziari della Regione.

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