Il Piano Export del ministero dello Sviluppo economico mette a disposizione 50 milioni di euro in quattro anni per Sicilia, Calabria, Puglia e Campania, le quattro regioni italiane coinvolte nel piano di azione e coesione nell’ambito del Pon ricerca e competitività. Una parte di questi fondi, circa 8 milioni, saranno destinati alla formazione delle imprese per investire ed esportare sui mercati internazionali.

E’ emerso nel corso della presentazione delle iniziative del Piano Export per il Sud presentato oggi a Palermo dall’agenzia Ice(Agenzia per la promozione all’estero e l’internazionalizzazione delle imprese italiane) “La nostra azione è volta a rilanciare il modello di specializzazione delle nostre imprese meridionali nei mercati emergenti del bacino mediterraneo”. Queste le parole del direttore generale dell’Ice, Roberto Luongo.

Il piano definisce un programma pluriennale di sostegno alla promozione dei prodotti e servizi sui mercati internazionali delle imprese delle regioni di convergenza Calabria, Sicilia, Puglia e Campania.

Il programma operativo è diretto alle pubbliche e medie imprese alle start up, ai parchi universitari e tecnologici, ai consorzi e alle reti di impresa. L’obiettivo è coinvolgere le imprese in servizi a carattere formativo, programmi di manifestazioni promozionali finalizzate ad incrementare il livello di propensione all’export delle realtà imprenditoriali. Nel corso della prima annualità sono già stati avviati azioni di tutoraggio e formazione e iniziative promozionali.

Il ministero dello Sviluppo economico individua nell’area del Mediterraneo il naturale sbocco commerciale delle regioni del Sud. Il progetto pilota del Piano Export per il Sud, che si chiama “Verso il Mediterraneo” individua quindi come paesi “focus” Giordania, Marocco, Tunisia, Turchia e i territori palestinesi.

Un’idea condivisa dal governatore siciliano Crocetta che, nel corso del suo intervento, propone la creazione di un fondo di garanzia che funga da assicurazione per le imprese che decidono di investire in paesi con una situazione geopolitica a rischio.

“L’Europa si rilancia non solo sull’asse Euromediterraneo ma anche su quello Euroafricano – ha detto Crocetta – perché lì ci sono i mercati e la manodopera. E’ lì che bisogna intervenire ed è lì che in questi anni siamo stati scalzati dalla Cina. E’ essenziale se non vogliamo morire di Europa. In questi paesi, come il Marocco, la Tunisia o la Giordania c’è una relativa tranquillità, che può essere turbata dai paesi vicini, dall’Egitto alla Libia all’Algeria fino alla Siria. Gli imprenditori chiedono certezze dopo aver investito. Se non ci sono, perché ad esempio scoppia una rivolta e diventa difficile riscuotere i crediti, le attività di sviluppo e collaborazione risultano frenate. Per questo ho proposto di inserire nel programma da 50 milioni dell’Ice un fondo per il rischio geopolitico. Questa proposta può sviluppare le politiche di partenariato”.

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