E’ già trascorso un mese da quel tragico 3 Agosto. Proseguono le indagini per individuare la mano che ha ucciso Rosario. 
Un mese fa la tragedia di Adrano. Una rissa alla villa comunale la sera del 3 agosto, il giorno della festa del patrono san Nicolò Politi. Una coltellata è costata la vita Rosario Ranno, 19 anni, ha spezzato il cuore alla sua famiglia ed ha ferito una città intera, ancora sconvolta per quanto accaduto.
Un dolore che si è rinnovato ad un mese esatto dal dramma. Ieri mattina, nella Chiesa di Sant’Agostino, familiari e amici di Rosario hanno partecipato ad una messa celebrata da padre Salvatore Abate. All’ingresso, una grande foto e due parole “Rosario Vive” (foto a lato), ennesima testimonianza di affetto nel confronti di un ragazzo che non potrà mai essere dimenticato.
Alla celebrazione eucaristica questa mattina anche il sindaco di Adrano, Pippo Ferrante ed il neo assessore Antonio Di Marzo, che hanno poi deposto un mazzo di fiori alla Villa Comunale, nel luogo dove Rosario è stato colpito a morte.
In tanti hanno sostato davanti a quella panchina per rivolgere un pensiero a Rosario.

Frattanto, non si fermano le indagini per individuare i responsabili. E’ di qualche giorno fa la notizia della conferma della custodia cautelare in carcere per i tre 17enni adraniti indagati nell’ambito dell’inchiesta. I tre rimangono rinchiusi nella sezione minorile del carcere catanese di Bicocca.
Il Tribunale del Riesame ha quindi respinto le istanze di scarcerazione avanzate dai legali dei tre indagati, per i quali permarrebbero gravi indizi di colpevolezza in riferimento al drammatico fatto di sangue che ha scosso l’intera comunità adranita. Gli avvocati sono in attesa di leggere le motivazioni della decisione dei giudici e poi valuteranno se avanzare ricorso.
Con i tre minorenni in carcere, proseguono a ritmo serrato le indagini degli agenti del commissariato di Polizia di Adrano, impegnati nella ricerca di elementi importanti per ricostruire i tragici fatti e, soprattutto, per individuare chi ha sferrato la coltellata mortale al petto di Rosario Ranno.
Sulle indagini della polizia c’è il massimo riserbo ma pare che le testimonianze rese non abbiano fornito elementi decisivi per l’individuazione dell’assassino: i tre 17enni indagati si dicono estranei ai fatti e le persone presenti alla rissa non hanno certezza su chi abbia utilizzato il coltello (mai ritrovato).
Alla luce di tutto questo, gli inquirenti sperano nel supporto dei rilievi tecnici: gli esperti della Polizia Scientifica di Palermo hanno eseguito il “luminol” sugli scooter sequestrati per rilevare eventuali tracce ematiche. Lo stesso procedimento era stato già effettuato sugli indumenti.
Secondo indiscrezioni, significativi elementi sarebbero in possesso degli inquirenti a seguito di intercettazioni ambientali effettuati nei confronti dei tre minorenni subito dopo il loro arresto.
Per quanto riguarda i due maggiorenni ai domiciliari (il 19enne indagato per concorso in omicidio e rissa aggravata ed il 20enne amico della vittima indagato per rissa aggravata), il Tribunale del Riesame si esprimerà il prossimo 20 settembre.

fonti: TVA / La Sicilia 
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