Si è svolta ad Adrano una conferenza per parlare ed informare circa il delicato tema degli abusi sulle donne.

img articoloSi è svolta nella giornata del 27 Ottobre una conferenza su un tema che ormai accompagna, desolatamente, le cronache giornaliere del nostro Paese: la violenza sulle donne.

Nella sala Lucio Battisti del Palazzo Bianchi di Adrano, molto forte è stata la partecipazione da parte degli adraniti su un tema tanto delicato ed attuale come quello che si sta trasformando, a poco a poco, in una profonda piaga anche per la realtà italiana.
All’evento sono intervenuti alcuni rappresentanti dell’AILF, l’Associazione Infermieri Legali e Forensi, che hanno abilmente spiegato le funzioni e le responsabilità del loro ordine, si sono soffermati sull’elencare i generi di casi che devono affrontare giorno per giorno, dalle violenze psicologiche, a quelle fisiche, allo stalking sulle donne. Sconcertanti sono stati i dati che hanno riportato su questi fenomeni di abusi, annoverando quasi un 85-90% di donne che 
non denunciano una loro condizione di sopruso da parte, principalmente, di persone a loro vicine, se non della stessa cerchia familiare.

Oggigiorno sentiamo sempre di più usare la parola ‘stalking’ nelle notizie di cronaca dei telegiornali, dei quotidiani, dei giornali in genere, come una delle forme di abuso maggiormente praticata nei confronti del genere femminile. Il termine proviene dalla lingua inglese, teso ad indicare una serie di comportamenti di un dato individuo che affliggono un’altra persona, principalmente di sesso femminile. Questi comportamenti molesti sono vari e sempre in forte crescita, dai pedinamenti, alle telefonate oscene, all’invio di SMS continui e molto altro ancora. Lo “stalker” è identificabile quasi sempre in un conoscente della vittima, in un ex partner o in un familiare, raramente in un estraneo.
Attuando una veloce ricerca sui dati riguardanti questo fenomeno, è di qualche mese fa il bollettino rilasciato dal Viminale che riporta ben il 77,3% di casi di denuncia da parte di donne, quasi più di 38.000 casi dal 2009 ad oggi, quando è entrata in vigore la legge 38 sulle misure urgenti in materia di sicurezza pubblica e di contrasto alla violenza sessuale, nonché di atti persecutori. Secondo il Viminale sono circa il 30% i casi in cui gli atti persecutori si sono trasformati in omicidi-femminicidi.

Il femminicidio è stato un altro delicato tema trattato nella conferenza da parte sia dei rappresentati dell’AILF che delle associazioni antiviolenza che sono intervenute all’evento, il Centro Antiviolenza Thamaia e l’Associazione Tamara.
Il termine si riferisce a tutti quei casi in cui un uomo, a seguito di ideologie di assoggettamento fisico e psicologico, uccide una donna con cui ha, solitamente, un qualche tipo di rapporto. E’ degli ultimi anni la triste consapevolezza che il fenomeno in Italia si sta ampliando, secondo un’indagine svolta nel 2012 dalla Casa delle donne per non subire violenza di Bologna, i femminicidi sono stati circa 124, i tentati omicidi 74. Il 70% delle donne sono state uccise da uomini con cui queste avevano o avevano avuto una relazione sentimentale (mariti, fidanzati, ecc.). Vincenzo D’Agate, coordinatore AILF Sicilia, ha sottolineato l’incredibile dato che attesta che il femminicidio è annoverato come prima causa di morte tra donne di un’età compresa tra i 25 e i 40 anni in tutto il mondo.

Valeria Sicurella, intervenuta a rappresentare l’associazione Thamaia, ha spiegato le importanti funzioni di cui si fa carico un centro antiviolenza, il sostegno e l’aiuto che si può ricevere da questa struttura dalle donne che hanno avuto la forza di denunciare e di voler voltare pagina, di ricostruirsi un futuro.

Sottolineiamo, in particolare, le grandi novità che sono state riportate durante l’evento riguardo i nuovi progetti di prevenzione e di azione sul tema delle violenze sulle donne. Con la presenza del Sindaco di Adrano, Pippo Ferrante, e dell’assessore alla cultura di Adrano, Giosuè Gullotta, nonché di alcuni Consiglieri Comunali, si è parlato del ‘Progetto Viola’, un’occasione, sin dal 2011, di compartecipazione da parte del Comune di Adrano con l’Associazione Thamaia per sostenere un’attività di sensibilizzazione, di formazione e di informazione sulla violenza contro le donne ed i minori. Il progetto prevede uno sportello locale per informazioni e ricezione di denunce, nonché di un servizio telefonico attivo nelle giornate di martedì e venerdì.

D’Agate, invece, ha avanzato la possibilità di creare un vero e proprio organo di intervento direttamente negli ospedali, un ‘Codice Rosa’ che permetterebbe un intervento molto più immediato da parte degli organi di competenza nell’eventualità di arrivo nei Pronto soccorsi di casi di persone che hanno subito violenze. Ovviamente, quest’ultima, è una proposta di progetto ancora non attuata, ma sicuramente una valida possibilità di identificazione più immediata di queste difficili situazioni.

A conclusione dell’evento, particolare ed interessante è stata la testimonianza diretta da parte di una vittima di violenze per mano del marito, la signora Maria Amoroso, che ha raccontato degli abusi psicologici e non che ha dovuto subire per molti anni, e di come sia riuscita a trovare il coraggio di denunciare e di ricominciare a vivere. Toccante è stata l’esortazione a tutte le donne a non avere paura e a cercare sempre un aiuto non appena ci si rende conto che anche l’amore di un marito può trasformarsi, incredibilmente, in brutale possessività.

L’associazione ObBiettivo Adrano si sente vicina a questo delicato tema e lo sostiene con grande forza. A tal proposito ricordiamo il numero del telefono rosa 1522 che offre un servizio 24h su 24 per le vittime di ogni forma di violenza a livello nazionale.

L’auspicio è che il ‘Ti amo da morire’ ritorni ad essere una profonda e pura dichiarazione d’amore… Non una minaccia.

Valeria Caldarella

 

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