Il deputato regionale del Pdl, D’Asero, interviene nuovamente sul caso Tirrenia-Siremar, dopo le novità degli ultimi giorni.

“Le direttive della Ue non permettono alla Pubblica Amministrazione di assumere impegni e rischi che devono, invece, essere trasferite ai privati” scriveva il vicepresidente della Commissione Bilancio all’Ars, Nino D’Asero nella sua interrogazione parlamentare depositata qualche giorno fa e firmata da tutti gli altri deputati del Gruppo Pdl (clicca QUI per leggere il precedente comunicato). Si riferiva alla ventilata acquisizione della Tirrenia-Siremar da parte della Mediterranea Holding alla quale la Regione siciliana partecipa in quota parte del 37%.
Le notizie più recenti danno per saltato l’accordo. La Mediterranea Holding non si è presentata e la gara è, di fatto, annullata.


Rimangono, comunque, tutti i dubbi e le certezze avanzate da D’Asero. “Innanzitutto – spiega il deputato catanese del Pdl – la Regione si è sempre dimostrata come un imprenditore pieno di buona volontà ma, alla resa dei conti, assolutamente fallimentare e, da tempo, ha avviato una stagione di dismissioni. Figuriamoci se può fare l’armatore. La Regione, insomma, ha sempre prodotto debiti e mai soddisfacenti servizi. Ora – continua D’Asero – ci si deve confrontare e proporre in maniera diversa: dobbiamo inaugurare una nuova fase, fatta di opportunità e di orizzonti di sviluppo, non di certo di nuove difficoltà economiche e di gestione. V’è necessità di razionalità ed efficienza”.


“Decisione anomala” era definita, nell’atto ispettivo, quella della Regione, anche alla luce del precedente rifiuto dell’offerta venuta dal ministero delle Infrastrutture di ottenere la società Siremar a titolo gratuito, preferendo partecipare all’offerta pubblica per rilevare l’intero gruppo, con un forte e conseguente impegno finanziario.
“Fra le discrasie di questa vicenda – sottolinea D’Asero – anche la posizione del gruppo finanziario Busi che mentre dovrebbe essere in partecipazione azionaria per l’acquisizione della Tirrenia-Siremar, nello stesso tempo annuncia la chiusura dello stabilimento Keller. Evidentemente – conclude Nino D’Asero – tutta l’operazione non era supportata da un adeguato studio di fattibilità e, nello stesso tempo, le parti si saranno rese conto che non era compatibile con i dettati europei. È giunto il momento dell’equilibrio e non di avventati tentativi di far passare per positivo ciò che è obiettivamente negativo”.


Palermo, 5 agosto 2010
On. Antonino D’Asero
vicepresidente Commissione Bilancio

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