a cura della redazione di ObBiettivo Adrano ©

“La grave crisi economica, oltre che sociale, ahimè, oltre che politica in cui ci siamo imbattuti, deve portarci ad un ragionamento, ad una riflessione, che è quella di capire quale ruolo dobbiamo esercitare, quale contributo possiamo dare, cosa realmente è possibile fare in un momento in cui la crisi economica e finanziaria attraversa le famiglie, le microaziende della Regione siciliana. Dinanzi a questo aspetto, da un canto, abbiamo la impossibilità di poter utilizzare le risorse disponibili della Comunità europea. Dall’altro, i soldi rimangono nel cassetto. Questo è un argomento che deve farci riflettere. Le risorse comunitarie non possono rimanere nel cassetto!”. Così ha esordito nel suo intervento a Sala d’Ercole (21 ottobre, vedi video sotto) il vicepresidente della Commissione Bilancio all’Ars, Nino D’Asero. “L’Ars ha lavorato bene – ha continuato D’Asero – non fosse altro che per la promulga di leggi essenziali per l’economia siciliana.

E mi riferisco, in particolare, a quelle per i regimi d’aiuto alle imprese e a quelle sul credito di imposta, per l’industria e per l’occupazione. Leggi che a distanza di un anno dalla emanazione, nonostante le sollecitazioni, ancora oggi non trovano applicazione, paralizzate dall’immobilismo del governo! E’ una denunzia forte che faccio a quest’Assemblea, è un fatto di una gravità inaudita perché in un momento di crisi, in cui potremmo fornire una risposta, perdiamo invece tempo! Il Governo, con la continua e traballante fase della mistificazione, della menzogna e del ribaltone, di fatto, vanifica quelle che sono le attività che l’Assemblea porta avanti”.
In merito al federalismo fiscale, D’Asero ha sottolineato che si tratta di “un’occasione da non ridurre ad un mero momento burocratico” ricordando che “il nostro Statuto già prevede un regime fiscale di vantaggio” e che il dibattito in Aula deve rappresentare “un momento di riflessione” che spinga “in una direzione di grande impegno, di proposta, di concreti strumenti da individuare per capire come mettere in moto una macchina che, di fatto, è ferma. Questo ci porterà a capire come dobbiamo pensare alla perequazione infrastrutturale e fiscale. La prima sicuramente attraverso gli investimenti, in modo da essere nelle condizioni di poter competere, non dico al pari degli altri, ma comunque nella condizione minimale per potere avviare una fase di confronto che ci porti poi a colmare in parte quel gap che di fatto c’è dal punto di vista infrastrutturale”. D’Asero ha poi sottolineato il venir meno di un polo bancario di riferimento regionale che abbia la capacità di poter incidere in questo percorso. “La scomparsa del polo bancario siciliano – di fatto – di riferimento regionale, determina un’altra importante conseguenza. Noi siamo solo momento di raccolta fondi, i nostri risparmi sono appetibili alla grande finanza che non li reinveste nel territorio e quindi dovremmo capire che anche in questo diventiamo o siamo stati un ‘limone da spremere’. Questi sono i temi, questi sono i momenti di reale riflessione cui noi dobbiamo guardare e sui quali dobbiamo soffermarci per giungere ad una proposta, all’individuazione di strumenti che ci riportino a dimostrare che al di là delle parole siamo in grado di produrre fatti”.

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