Alfio Di Marco su La Sicilia

Catania. Raffica di esplosioni all’interno dei condotti di risalita dell’Etna: è accaduto ieri mattina, tra le 10,48 e le 11, quando – al culmine di un’intensa emissione di vapori dalle quattro bocche sommitali e dal pozzo cratere che si apre alla base del cono di Sud-Est – i sensori della sezione catanese dell’Istituto nazionale di geofisica e vulcanologia (Ingv) hanno registrato una sequenza di 10 piccoli sismi associati alla deflagrazione di bolle di gas contenute nel magma che staziona nel ventre del vulcano. Le esplosioni non sono state accompagnate dall’emissione di cenere: gli esperti hanno potuto osservare soltanto piccoli crolli lungo le pareti interne della Bocca nuova… Da mesi l’Etna – che continua nella sua fase di lenta ricarica, con conseguente deformazione del suolo – dà vita a cupi boati soprattutto all’interno del cratere di Nord-Est. «Ma dopo un’accelerazione dei fenomeni registrata all’inizio dell’anno, oggi non possiamo dire d’essere alla vigilia d’una fase eruttiva», spiegano ancora gli esperti dell’Ingv.
L’ampiezza del tremore è stabile e il punto focale è localizzato a una profondità di 1.500 metri. Ieri, la stessa rete di controllo sismico dell’Ingv ha registrato una scossa di terremoto di magnitudo 2.2 nel Tirreno, al largo del Golfo di Milazzo: l’ipocentro a una profondità di quasi 11 chilometri. Tre scosse sismiche, associate a piccole frane, infine, si sono susseguite sempre ieri sullo Stromboli, lungo la ripida Sciara del Fuoco.
«Non ci sono problemi, ne c’è alcuna emergenza in atto per l’emissione di cenere lavica dall’Etna». Lo affermano fonti della Sac, la società di gestione dell’aeroporto di Catania, confermando che «lo scalo sta funzionando a pieno regime», e che «l’attività del vulcano non interferisce con i voli in arrivo e in partenza».
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