Si avvicina la resa dei conti all’interno di Fli, che ieri ha riunito l’Assemblea nazionale per fare il punto sui prossimi ballottaggi. La rotta è stata indicata con gli alleati del Terzo Polo, ma a mettersi di traverso sono Adolfo Urso e Andrea Ronchi, ormai sull’orlo della rottura.
Le Amministrative, che dovevano essere il trampolino di lancio per la formazione finiana, hanno fornito risultati non entusiasmanti e rischiano di essere il detonatore di uno strappo rasentato qualche mese fa e scongiurato solo con la formazione di una minoranza interna. La fronda di Urso e Ronchi alla linea della maggioranza, infatti, era stata solo messa in sordina ed ora è tornata alla carica su una questione cruciale come l’opzione sui candidati al secondo turno. In polemica con la decisione del Terzo Polo di lasciare libertà di voto agli elettori, Ronchi ha prima rassegnato le dimissioni da presidente dell’Assemblea nazionale e ieri, insieme ad Urso, ha lasciato la riunione della direzione del partito un attimo prima del voto che ratifica la linea della non-scelta.
Piccola enclave in terra ostile, per tutta la durata dell’incontro, i due stanno a braccia conserte, scambiandosi occhiate e parlando tra loro, senza applaudire mai. Non indossano il badge che tutti gli altri delegati hanno al collo, siedono lontani dal gruppone dei big. Telecamere e fotografi li inseguono e la notizia del giorno è con tutta evidenza cosa faranno i due esponenti dell’ala minoritaria di un partito già minuscolo. Lo strappo sembra vicino ma loro non parlano, né dal palco né fuori.
La scelta di Ronchi sembra preludere ad un addio definitivo, magari in funzione – come vociferano i detrattori all’interno di Fli – di un ritorno al Pdl, dove Silvio Berlusconi avrebbe lasciato scoperta apposta per lui la poltrona di ministro delle Politiche comunitarie. Insinuazioni, forse. Sta di fatto che nei giorni scorsi l’ex-ministro si è presentato a sorpresa all’inaugurazione di una mostra presenziata dal sindaco di Roma, Gianni Alemanno, e dal ministro degli Esteri, Franco Frattini, con il quale c’è stato un abbraccio caloroso.
Si vedrà quali saranno le prossime mosse. E’ certo, comunque, che le divergenze con i finiani più ortodossi sono profonde e sembrano riguardare la stessa adesione al Terzo Polo. Urso e Ronchi non vogliono saperne di allontanarsi da un Pdl che rappresenterebbe ancora la base di partenza per rifondare il centrodestra “oltre Berlusconi”. La maggioranza finiana, invece, punta a solcare le distanze con gli ex-alleati per costruire una destra moderata alternativa. Di qui la decisione terzopolista di restare equidistanti dai candidati del Pdl e del Pd, condita però da alcune prese di posizione più drastiche, come quella di Fabio Granata che ha espressamente dichiarato la sua preferenza a Milano e Napoli per Giuliano Pisapia e Luigi De Magistris. Troppo per Urso e Ronchi, allarmati da potenziali derive a sinistra, al punto di schierarsi pubblicamente in favore di Letizia Moratti e Gianni Lettieri.

fonti: La Sicilia / LaStampa.it
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