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È stata aggiornata e ridisegnata la mappa dell’evasione fiscale da parte dell’Agenzia delle Entrate. La Sicilia non ne esce bene, le chiazze rosse, che segnalano l’alta propensione ad evadere ( “aree ad alta pericolosità”), sono tante e vaste.

Sulla mappa coprono un territorio che va dalla provincia di Trapani fino a Ragusa e Siracusa, passando per Agrigento e la provincia di Caltanissetta. I territori in rosso, tuttavia, non si sovrappongono ai confini delle circoscrizioni provinciali, ma comprendono una parte di esse. Per rendere più semplice l’identificazione, basta guardare alla fascia costiera e meridionale delle province indicate.

La Sicilia ospita che viene indicata come “area a pericolosità fiscale intermedia” con il colore blu nella mappa dell’Agenzia delle Entrate. E’ vasta quanto la prima, forse di più, e comprende le province di Palermo, Messina, Catania e (per la parte Nord), di Siracusa.

L’Isola, infine, propone una enclave che corrisponde, più o meno, alla provincia di Enna: è rappresentata con il coloro giallo e segnalata come area “a rischio medio alto”.

L’Agenzia delle entrate ha diffuso le cifre dell’evasione: 120 miliardi il gettito evaso, cinque milioni i contribuenti a rischio evasione, 620 miliardi i crediti che Equitalia vanta alla fine dello scorso anno.

A 350 miliardi ammontano i crediti dell’Agenzia originati da accertamenti, per cinque milioni di partite neglki anni cimprensi fra il 2000 e il 2013. Un’ultima chicca: 200 miliardi sono stati trasferiti dagli italiani nei paradisi fiscali all’estero. Il sommerso vede l’Italia svettare nella classifica degli Stati (valore percentuale Pil, stime 2012/2013): 17,4 per cento, seguita dal Messico (11,9%), Spagna (9,5%), Regno Unito (6,7%) e Usa (5,3%).

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