Dopo la denuncia dellAssociazione Symmachia di Adrano e Biancavilla sulle condizioni pietose in cui versa il fiume Simeto e sul malfunzionamento del depuratore di Adrano, abbiamo voluto fare un tour nel sistemi di depurazione del comprensorio.
Lo scenario che è emerso è davvero inquietante e parecchio preoccupante.
Ad accompagnarci sono stati alcuni componenti dellAssociazione Symmachia.
Le immagini che vedete si riferiscono alla zona di Schettino, nei pressi della ex stazione, in territorio di Santa Maria di Licodia.
Qui il corso dacqua che fuoriesce dal depuratore si presenta torbido con liquami e schiume, anche se le schiume sono di minore entità rispetto a quelle segnalate vicino al depuratore di Adrano.
L’acqua non depurata prosegue il suo corso e, quando si è già in territorio di Paternò, si riversa in un torrente mescolandosi con acque bianche di diverse sorgive, inquinandole e finendo dritte, dritte nel fiume Simeto.
Oltre al depuratore, anche il collettore fognario di Licodia inquina, come vediamo, un corso di acqua cristallina.
Un patrimonio naturalistico e paesaggistico, di incredibile bellezza, che pochi, probabilmente, conoscono, lasciato nella più totale indifferenza da parte di chi dovrebbe provvedere a salvaguardare l’ambiente, sia a livello regionale, provinciale ma anche locale.
Trasferendoci a sud del centro abitato di Licodia, raggiungiamo la zona in cui è collocato il depuratore.
Come ad Adrano a gestire il sistema fognario e di depurazione di Santa Maria di Licodia è Acoset e c’è chi dice, tra i cittadini, che il servizio era nettamente migliore quando era gestito dal Comune.
Uno dei cittadini, che si trovava sul posto, ci dice che il depuratore, costruito più di ventanni fa, non può depurare, qualora funzionasse, tutta l’acqua dell’abitato di Licodia
Un residente della zona ci mostra un video registrato col suo videofonino, che state vedendo: è ciò che accade al primo acquazzone. Una vera e propria fontana di liquami che raggiunge, in altezza, addirittura i cavi dellEnel. Liquami che fuoriescono anche dal cancello d’ingresso del depuratore e si riversano anche in appezzamenti di terreni privati, mettendo a rischio di inquinamento le coltivazioni.
Ci spostiamo a Biancavilla, dove anche qui scorrono schiume e liquami. In questo caso, il servizio idrico è integralmente gestito dal Comune.
Nei pressi del depuratore, collocato nella zona a sud-est del centro abitato, l’aria è davvero irrespirabile. Nonostante i bandi di gara d’appalto, dello scorso mese di marzo, per il completamento dell’impianto di depurazione per un importo di un milione e 220 mila euro e per il servizio di gestione e manutenzione del depuratore per un importo pari a quasi 25 mila euro, il depuratore è funzionante fino ad un certo punto. I biodischi, vista la portata di liquame, non sono in grado di depurare tutte le acque. Inoltre, parte dell’acqua che non riesce ad essere contenuta nel sistema di depurazione, viene bypassata in un canale per poi congiungersi con quella che dovrebbe, il condizionale è dobbligo, essere depurata. Oltre ogni logicità.
Il Simeto ma anche le tasche dei cittadini lanciano un campanello d’allarme: da una parte l’annunciato disastro ambientale, dall’altra la legittima pretesa dei cittadini di chiedere il rimborso per il canone di depurazione, così come previsto, peraltro, dalle normative vigenti, considerato che il servizio, effettivamente, non esiste.

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