Chi ti pozzano manciari li cani!” E’ un’imprecazione siciliana, che si rivolge contro un malfattore per augurargli di venire sbranato da cani inferociti. Ebbene questo “augurio” affonda le radici nel mito e in particolare nel culto del dio Adrano. Come ci raccontano alcuni storici, sulle pendici dell’Etna, nei pressi dell’odierna Paternò, sorgeva un tempio con all’interno una statua che raffigurava il dio armato con una lancia, simbolo della potenza del vulcano.

Al tempio di Adrano, situato nei pressi del laghetto Naftia, accorreva una gran folla di fedeli, proveniente da ogni parte dell’isola.

La leggenda racconta che a custodire il tempio ci fossero numerosi cirnechi, dei cani da caccia tipici dell’Etna di origine egizia, razza derivante dallo sciacallo sacro al dio Anubis, e che questi cani fossero così intelligenti da mostrarsi accoglienti nei confronti dei fedeli che si presentavano al tempio con molti doni, e aggressivi e spietati nei confronti di chi si avvicinava al luogo di culto con cattive intenzioni. I cani del dio Adrano si avventavano contro gli spergiuri e i ladri intenzionati a fare bottino e li sbravanavo senza pietà. Da allora si augura la stessa sorte a tutti gli imbroglioni.

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