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Era in corso una vera guerra per la conquista del potere criminale a Paternò. I due gruppi mafiosi sono stati disarticolati: i carabinieri, infatti, stanno eseguendo un blitz che ha portato all’arresto di 16 persone tutte facenti capo alle due famiglie di Paternò, dirette articolazioni delle cosche dei Santapaola e dei Laudani. Stanno operando diverse pattuglie con l’ausilio anche di un elicottero: gli investigatori hanno fatto scattare le manette ai presunti affiliati che sono accusati di associazione mafiosa, omicidio, tentato omicidio e armi.

La faida aveva portato l’estate scorsa a due gravi fatti di sangue uno nel cuore della città e una nelle campagne di Motta Sant’Anastasia. Il 27 giugno 2014 è stato freddato sotto casa Salvatore Leanza, 59enne e conosciuto come uno dei boss del clan di Giuseppe Aleruzzo. Una relazione antimafia parlava di Turi Padedda come il nuovo capo dei Santapaoliani di Paternò, mentre i Laudani potevano contare sui Morabito. A sfuggire a un agguato, poi, il 30 luglio 2014 in via Giuseppe Verdi a Motta Sant’Anastasia è Antonino Giamblanco, uomo di fiducia di Turi Leanza. Una notizia quella del tentato omicidio rimasta nel massimo riserbo ma che è stata svelata dalla relazione della Direzione Nazionale Antimafia dove era evidenziato come Paternò fosse tornata a dispetto di Catania una zona caldissima per le faide tra i gruppi criminali locali. Nella strada che conduceva alla discarica di Contrada Tiritì era stata trovata dai carabinieri una Fiat Uno rubata e decine di bossoli sull’asflalto. Il commando armato aveva fallito. 

Le indagini scattate dopo i due fatti di sangue hanno permesso ai carabinieri di fotografare lo scenario criminale e di ricostruire la struttura organizzativa dei due gruppi e inoltre anche la modalità di gestione delle “casse comuni”. L’inchiesta ha permesso di porre fine a una escalation criminale volta all’affermazione dell’egemonia sul territorio di Paternò. In questi mesi sono state eseguite diverse perquisizioni che hanno permesso di sequestrare numerose armi e munizioni.

Tra gli arrestati, il boss SalvatoreRapisarda e il figlio Vincenzo, e Vincenzo Morabito.Nel corso della retata i militari stanno controllando palmo a palmo le abitazioni degli arrestati e locali ad essi ricondubili.

Ecco i nomi:

Antonino Barbagallo,
Alessandro Giuseppe Farina,
Rosario Furnari,
Antonino Giamblanco,

Antonio Magro,
Vincenzo Morabito,
Giuseppe Parenti,
Vincenzo Patti,
Francesco Peci,
Salvatore Rapisarda,
Vincenzo Rapisarda,
Sebastiano Scalia,
Pietro Giovanni Scalisi,
Angelo Sciortino,
Giuseppe Tilenni Scaglione,
Salvatore Tilenni Scaglione.

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Laura Distefano