Doppia truffa dello specchietto: arrestato

Nel giro di un paio di giorni a Reda ha tentato di truffare due anziani facendo loro credere che avevano rotto lo specchietto della sua auto con manovre incaute delle rispettive vetture e chiedendo per questo un risarcimento in contanti per non coinvolgere assicurazioni o forze dell’ordine. Ma la seconda volta gli è costata l’arresto da parte dei carabinieri.

Protagonista dell’accaduto è il 20enne Fortunato D’Amico, nato a Castrovillari (Cosenza) ma residente ad Adrano (Catania) anche se per natura del suo lavoro (fa l’arrotino), errante assieme al resto della famiglia. Tanto che la loro roulotte, ora parcheggiata alle porte di Padova, fino all’altro ieri si trovava a ridosso di Ravenna. Il giovane risulta essere pluripregiudicato per furto e truffe ai danni di automobilisti: era stato arrestato nei mesi scorsi in provincia di Padova, sempre per lo stesso reato.

Verso le 10.30 di giovedì un 84enne di Reda mentre era al volante della sua Fiat Panda, in via Gasparetta, ha sentito un colpo secco molto sulla carrozzeria. Conscio di non avere urtato nulla, ha proseguito la sua marcia: ad un certo punto nello specchietto retrovisore ha visto un’Alfa Romeo grigia che lampeggiava con i fari, con il chiaro intento di farlo fermare. Il pensionato, informato su certe truffe, ha raggiunto la casa di un conoscente aspettando il passaggio dell’Alfa, notando bene che a bordo c’erano un ragazzo e una ragazza. Tornato sulla sua strada si è accorto di avere di nuovo alle calcagna l’Alfa che gli segnalava insistentemente con i fari di fermarsi. Si è così fermato presso un’azienda artigiana, facendo nuovamente sfilare l’Alfa, ma stavolta ha chiamato il 112 e dopo pochi minuti è arrivato un equipaggio del Nucleo radiomobile che perlustrando la zona ha intercettato e fermato l’Alfa, identificando il 20enne alla guida e la ragazza che gli sedeva a fianco.

I carabinieri hanno poi condotto la coppia in caserma; lì l’anziano automobilista ha riconosciuto colui che aveva cercato di fero, sosmarlo. In quei momenti in caserma è arrivato un 77enne di Brisighella che era incappato nello stesso tentativo di truffa nei pressi della parrocchia di San Giovannino vicino a Reda, dove stava per cadere vittima della truffa dello specchietto: aveva mantenuto la calma e invitato il giovane ad andare insieme dai carabinieri per chiarire, riuscendo così a fare dileguare il truffatore. Entrambi gli anziani hanno quindi riconosciuto il truffatore. I carabinieri hanno arrestato D’Amico per tentata truffa aggravata in concorso con la 19enne incensurata che era con lui, la quale invece è stata denunciata in stato di libertà. Ieri mattina in tribunale a Ravenna davanti al giudice

Andrea Galanti e al Vpo Simona Bandini, D’Amico, difeso dall’avvocato Battista Cavassi, ha ammesso l’accaduto tenendo che si trattava della prima volta, che aveva scelto le sue vittime a caso e spiegando di averlo fatto per riuscire a mantenere il figlio piccolo e la moglie incinta. Alla fine ha patteggiato 8 mesi di carcere con divieto di fare ritorno nella provincia di Ravenna: la pena è stata sospesa e il giovane è stato rimesso in libertà.

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romagnanoi.it


 

CASTROVILLARI – Nel giro di un paio di giorni a Reda di Faenza, nel Ravennate, ha tentato di truffare due anziani facendo loro credere che avevano rotto lo specchietto della sua auto con manovre incaute delle rispettive vetture. E chiedendo per questo un risarcimento in contanti per non coinvolgere assicurazioni o forze dell’ordine. Ma la seconda volta, ieri mattina, gli è costata l’arresto da parte dei carabinieri.

Protagonista dell’accaduto è un 24enne nato a Castrovillari ma residente ad Adrano anche se per natura del suo lavoro (fa l’arrotino), errante assieme al resto della famiglia. Tanto che la loro roulotte, ora parcheggiata alle porte di Padova, fino a ieri si trovava a ridosso di Ravenna. L’allarme è partito attorno alle 10.30 quando un residente ha chiamato il 112 per dire che un anziano gli aveva chiesto aiuto a causa di un tentativo di truffa appena subito. Una pattuglia del Radiomobile, già in allerta in tal senso per via di episodi analoghi accaduti sul territorio ravennate nei giorni scorsi, dopo poco a un centinaio di metri dal luogo dell’accaduto ha agganciato l’Alfa Romeo grigia del sospettato: accanto al 24enne, viaggiava la giovane moglie a suo dire incinta di una settimana. Una volta accompagnato in caserma, il giovane, caratterizzato da un appariscente ciuffo di capelli a cresta, è stato subito riconosciuto dall’anziano coinvolto nel tentativo di truffa. Poco dopo in caserma è arrivato un secondo anziano che sempre a Reda aveva subito tentativo simile martedì scorso e che per questo voleva fare denuncia: ha immediatamente riconosciuto l’Alfa grigia parcheggiata fuori dalla caserma. In mattinata davanti al giudice Andrea Galanti e al Vpo Simona Bandini, il 24enne, difeso dall’avvocato Battista Cavassi e gravato da numerosi precedenti di polizia e da un arresto a Padova nell’estate 2013, ha ammesso l’accaduto, sostenendo che si trattava della prima volta, che aveva scelto le sue vittime a caso e spiegando di averlo fatto per riuscire a mantenere il figlio piccolo e la moglie incinta. Alla fine ha patteggiato otto mesi di carcere con divieto di fare ritorno nella provincia di Ravenna.

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Giacinto De Pasquale via sibarinet.it