Il procedimento di responsabilità amministrativa per l’assunzione di venti giornalisti alla Presidenza della Regione va in decisione e il «danno perdurante» per le casse di palazzo d’Orléans, ipotizzato a carico del presidente della Regione e di un alto funzionario della Presidenza, lievita di altri due milioni e centomila euro.
Ieri, davanti ai giudici della Sezione giurisdizionale della Corte dei conti, presieduta da Luciano Pagliaro, si è tenuta l’udienza del procedimento avviato dalla Procura regionale nei confronti dell’ex-presidente della Regione, Cuffaro, del suo successore, Lombardo, e del dirigente dell’ufficio legislativo e legale della Presidenza, Francesco Castaldi. I tre sono stati chiamati dal pm, Gianluca Albo, a rispondere del presunto danno erariale di oltre sette milioni di euro che sarebbe stato causato dall’assunzione, senza concorso e a tempo indeterminato, avvenuta in tre tranche, tra il 2004 e il 2007, di venti giornalisti ai quali è stata poi riconosciuta la qualifica di caporedattore.
Come molti osservatori (tra cui Le Iene) hanno fatto notare, il numero di addetti di quell’ufficio è un “poco sovradimensionato” e soprattutto il suo costo complessivo appare enorme.
La contestazione ammontava inizialmente a oltre cinque milioni di euro. La quota maggiore, tre milioni e seicentomila euro, era stata imputata a Cuffaro, «colpevole», secondo la Procura contabile, di avere varato i provvedimenti. A Lombardo e a Castaldi, invece, veniva contestato in solido un danno erariale di un milione e seicentomila euro. Con la differenza che, mentre la richiesta di condanna al risarcimento per Cuffaro era definitiva, quella per Lombardo e Castaldi è stata qualificata come «danno perdurante» e ieri in aula il viceprocuratore regionale ha aumentato la richiesta di altri due milioni e centomila euro.
Le contestazioni della Procura della Corte dei conti riguardano la violazione della legge nazionale in materia di uffici stampa (la 150/00) che prevede l’assunzione tramite concorso, o la nomina fiduciaria di esperti a tempo determinato, specificando mansioni e compenso. I decreti di nomina dei venti componenti la struttura di palazzo d’Orléans, secondo il pm contabile, non fisserebbero alcun termine stabilendo, invece, per tutti una qualifica apicale di caporedattore.
In più, non sarebbe stata verificata la presenza di professionalità all’interno dell’amministrazione. La seconda contestazione (a carico di Lombardo e di Castaldi) riguarda il mantenimento in servizio dei giornalisti in presenza di un provvedimento ritenuto illegittimo. Davanti al collegio giudicante i legali (Alì per Lombardo, Pitruzzella per Cuffaro) hanno sostenuto la legittimità delle nomine e della qualifica di caporedattore sulla base delle leggi varate dalla Regione eccependo, a loro volta, l’illegittimità dell’azione intentata dalla Procura contabile.
Sulla stessa vicenda, dopo l’invio degli atti da parte della Corte dei conti, ha aperto un’inchiesta anche la Procura presso il Tribunale di Palermo, affidata ai sostituti procuratori Laura Vaccaro ed Ennio Petrigni.

E’ difficile prevedere quando questa squallida faccenda finirà, ma se verrà confermata l’irregolarità delle assunzioni, pensiamo che la Corte dei Conti che ha trasmesso gli atti alla Procura della Repubblica di Palermo per l’ipotesi di reato di abuso d’ufficio, dovrebbe dichiarare decaduti dall’incarico tutti quei giornalisti assunti irregolarmente, così come richiesto dal Pm Gianluca Albo che ritiene le nomine dei giornalisti “illegittime e ingiustificate” e il loro mantenimento in servizio “sine titulo”.
Solo così, forse, i potenti siciliani, ma anche i tanti vassalli e cortigiani che ronzano loro introno, capiranno che è finito il tempo del nepotismo e del clientelismo.

fonti: quotidiano La Sicilia, osservatoriosiciliano.it

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