ebola

Dobbiamo temere più l’Ebola o l’avanzata dei qaedisti in Libia? O tutte e due le cose. Il futuro non è affatto roseo, nel Mediterraneo, a due passi da casa nostra, si sono installati i talebani. Non sono in Afghanistan, a migliaia di chilometri di distanza, dove le potenze occidentali, con grande dispendio di risorse avrebbero dovuto annientarle, ma ad un braccio di mare dalla Sicilia.Da qui a pochi giorni da Lampedusa potranno vederli con il cannocchiale assai probabilmente. Un califfato in Iraq ed uno i cirenaica, a Bengasi, la seconda città della Libia, dove le truppe dei fondamentalisti sono entrate imponendo immediatamente la sharia, la legge coranica più severa.

I tedeschi e gli americani, solitamente risoluti, sono andati via da Tripoli e dal Paese, l’ambasciatore italiano Muccino è l’unico diplomatico occidentale rimasto sul posto, protetto dalla fazione vicina all’Italia ed all’Eni. I depositi di carburante bruciano, minacciando Tripoli, la città di Bengasi potrebbe essere messa a ferro e fuoco se l’esercito governativo deciderà una controffensiva.

L’Italia, l’Europa, la Nato finora sono stati praticamente a guardare. È una partita a scacchi, ci hanno spiegato, un teatro di guerra più ampio che mette dentro anche la crisi Ucraina e le sanzioni occidentali contro la Russia. Le fonti di approvvigionamento di idrocarburi con la perdita della Libia si assottigliano, ed aumenta perciò il peso energetico di Putin.

Ma sarebbe un errore credere che la Russia possa guidare i fondamentalisti libici o le fazioni in guerra. È tutto maledettamente più complicato, la Libia conta 140 tribù, tutte militarizzate ed indomabili (lo stesso Gheddafi non ebbe mai del tutto ragione di loro, dovette venirci a patti).

Poi c’è l’Ebola, un’epidemia che miete vittime nell’Africa sub sahariana, e non solo, in quattro a paesi. L’Ebola fa paura, è una febbre emorragica contro la quale i farmaci non bastano nel settanta per cento dei casi. Le autorità sanitarie rassicurano: il virus è facilmente rilevabile perché la febbre emorragica si scatena in pochi giorni, i migranti affrontato viaggi lunghi, è impossibile che arrivino a destinazione se sono affetti da Ebola. Inoltre si è contagiati solo da rapporti con i malati, dalle loro secrezioni. Il pericolo che Ebola arrivi in Italia è considerato, perciò, molto remoto. Ma è innegabile che il virus sia oggetto di preoccupazione, insieme al califfato di Bengasi.

Inoltre la guerra civile libica con il sud del Paese ormai ingovernabile, diventato un canale di penetrazione delle turbolenze subsahariane, induce a ritenere che molti barconi saranno messi in mare. Potrebbero salire a bordo anche le avanguardie jihadiste. C’è da aspettarsi di tutto. Gli sventurati, donne, bambini e giovani che scappano dalle guerre e dalla fame, potrebbero essere usati anche come copertura per azioni di infiltrazione nel nostro paese.
L’Italia deve affrontare un problema sanitario ed un problema, ancora più grave, di sicurezza, l’identificazione dei soggetti che sbarcano sulle nostre coste. Non pare che sia stata ancora avvertita la pericolosità della situazione.

– Salvatore Parlagreco

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