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La Polizia di Stato, su delega della Procura di Catania, ha eseguito un’ordinanza cautelare nei confronti di 28 persone indagate (26 andate a buon fine mentre 2 soggetti risultano essere irreperibili perchè all’estero), a vario titolo, per associazione per delinquere, traffico e spaccio di sostanze stupefacenti, rapine, sequestro di persona, furti e detenzione di armi.

Le investigazioni hanno riguardato il comprensorio di Adrano – Biancavilla consentendo di far luce su un vasto traffico di stupefacenti e su numerose rapine (ad autotrasportatori e ad anziani).

1. AMOROSO Vito, (cl. 1967), pregiudicato, già sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa;

2. BONACCORSO Maurizio,(cl.1974), pregiudicato;

3. BUA Emanuel,(cl.1990), inteso “Billy”, già sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa;

4. BULLA Alfredo, (cl. 1984), inteso “ ‘a zotta”, pregiudicato, Sorvegliato Speciale della P.S.;

5. CUTRUNEO Gioacchino, (cl. 1982), pregiudicato;

6. DI STEFANO Sebastiano Mario, (cl. 1989), pregiudicato;

7. FALLICA Salvatore, (cl. 1973), pregiudicato;

8. LA MANNA Alessio, (cl.1988), pregiudicato, già sottoposto agli arresti domiciliari per altra causa;

9. LA MANNA Carmelo, (cl.1986), pregiudicato;

10. LA MANNA Davide, (cl.1990), pregiudicato, Sorvegliato Speciale della P.S.;

11. LO CICERO Angelo, (cl. 1975), inteso “riricato”, pregiudicato, già detenuto per altra causa;

12. LONGO Salvatore, (cl.1976), pregiudicato, già detenuto per altra causa;

13. MAURO Giuseppe, (cl.1945);

14. MAZZAMUTO Salvatore, (cl. 1983), pregiudicato;

15. NICOTRA Giulio, (cl. 1989), pregiudicato;

16. PETRONIO Pierdario, (cl. 1984), pregiudicato;

17. PIGNATARO Giuseppe, (cl. 1984), pregiudicato;

18. PITERA’ Salvatore, (cl. 1966), pregiudicato;

19. RICCA Salvatore, (cl.1986), inteso “passuluni”, pregiudicato, già detenuto per altra causa;

20. ROSANO Francesco, (cl. 1990), inteso “Ciccio Pipituni”, pregiudicato;

21. SANTANGELO Pietro, (cl. 1976), inteso “Pietro 48”, pregiudicato, già sottoposto agli arresti domiciliari;

22. SCUTO Andrea, (cl. 1970), pregiudicato;

23. TETTO Paolo, (cl. 1968), pregiudicato, già detenuto per altra causa;

24. VENTURA Alfio, (cl.1986), inteso “ ‘u cinisi”, pregiudicato, già detenuto per altra causa;

25. ZIGNALE Antonino, (cl. 1987), inteso “ ‘u ruvettu”, pregiudicato;

26. VENTURA Angela, (cl.1982), per la quale sono stati disposti gli arresti domiciliari.

Tutti sono ritenuti responsabili, a vario titolo, dei reati di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, detenzione ai fini dello spaccio e spaccio di sostanze stupefacenti, associazione per delinquere finalizzata alla commissione di reati contro il patrimonio, rapina, sequestro di persona e furto, nonché reati in materia di armi.

La misura cautelare accoglie gli esiti di attività di indagine di tipo tecnico, coordinata dalla Procura Distrettuale di Catania, avviata alla fine del 2102 e condotta nel 2013 dal Commissariato di P.S. di Adrano e dalla Squadra Mobileche ha riguardato, nella medesima congiuntura temporale, tre distinte associazioni criminali, operanti ad Adrano e nei Comuni limitrofi, delle quali due dedite al traffico di sostanze stupefacenti ed una alla commissione di reati contro il patrimonio, quali rapine e furti.

Tra i destinatari della misura in parola figurano Vito Amoroso – elemento di rango apicale dell’organizzazione mafiosa Toscano-Mazzaglia-Tomasello, di Biancavilla, alleata della famiglia di Cosa nostra catanese Santapaola-Ercolano – e Francesco Rosano – appartenente all’omonima famiglia organica alla cosca Santangelo “Taccuni”, operante ad Adrano, anch’essa alleata della famiglia Santapaola-Ercolano. Il citato Amoroso era stato tratto in arresto da personale della Squadra Mobile il 2 agosto 2013, per detenzione illegale di armi clandestine, munizionamento, nonché possesso di documenti di identificazione falsi e ricettazione dei medesimi.

Infatti, presso l’abitazione del predetto, all’epoca domiciliato a Catania, sono stati sequestrati armi, munizioni e documenti contraffatti, di seguito elencati, che erano stati occultati all’interno di una borsa termica. Invece Francesco Rosano è figlio del più noto Vincenzo (cl. 1968), detenuto, a capo dell’omonimo gruppo, tratto in arresto, il decorso 21 aprile, dalla Squadra Mobile, in collaborazione con il Commissariato di P.S. di Adrano, in quanto destinatario di ordine di esecuzione per la carcerazione, emesso dalla Procura Generale della Repubblica di Catania, dovendo espiare la pena di anni 4 e gg.8 di reclusione per associazione per delinquere di stampo mafioso. Vincenzo Rosano era stato tratto in arresto in data 4 maggio 2009 nell’ambito dell’operazione “Terra Bruciata”, come noto, condotta dai predetti uffici, in esecuzione a provvedimenti emessi dalla Procura Distrettuale Antimafia di Catania, nei confronti di appartenenti alla cosca Santangelo ed alla cosca Scalisi gravemente indiziati, avario titolo, dei reati di associazione per delinquere di tipo mafioso, associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti, omicidio, estorsione ed in materia di armi.

La misura cautelare rappresenta la naturale prosecuzione delle indagini sfociate nell’operazione “Binario Morto” (clicca e leggi Binario morto sinonimo di strada che non spunta), condotta dai citati uffici nell’aprile 2014, che aveva condotto all’arrestodi alcuni degli odierni indagati, segnatamente Salvatore Longo, Pietro Santangelo, Angelo Lo Cicero e Salvatore Ricca, tutti già detenuti. Inoltre con la citata operazione “Binario Morto” era stato tratto in arresto, tra gli altri, anche Valerio Rosano (cl. 1991), fratello di Francesco, ritenuto responsabile, con il ruolo di promotore ed organizzatore, del reato di associazione per delinquere finalizzata al traffico di sostanze stupefacenti. Nel corso delle indagini sono stati effettuati arresti in flagranza di reato e sequestri di sostanza stupefacente, dei quali si riportano i più significativi: in data 23.5.2013 sono stati tratti in arresto Andrea Scuto, Salvatore Fallica e Giulio Nicotra trovati in possesso di kg. 6,3 di sostanza stupefacente del tipo marijuana.

In data 8.7.2013 è stato tratto in arresto Salvatore Ricca, trovato in possesso di gr. 30 di sostanza stupefacente del tipo cocaina. Le indagini hanno evidenziato che sul “mercato” di Adrano e nei comuni limitrofi, veniva immessa droga del tipo cocaina e marjiuana, proveniente da Catania, nonché metadone. In particolare, il gruppo capeggiato da Vito Amoroso e Antonino Zignale trafficava in cocaina mentre quello di cui facevano parte Salvatore Fallica, Giulio Nicotra, Angela Ventura e Giuseppe Mauro in marijuana.

Le medesime investigazioni hanno evidenziato, altresì, l’operatività di un’organizzazione costituita dai predetti Fallica, Nicotra, dai fratelli Angela e Alfio Ventura, Gaetano Bivona nonchè dai germani Alessio e Davide La Manna, dedita alla commissione di reati contro il patrimonio quali rapine ai danni di autotrasportatori, perpetrate a mano armata con il sequestro di persona di questi ultimi al fine di impedire loro di dare l’immediato allarme, ed in pregiudizio di anziane donne alle quali venivano sottratte borse e collane.

Le indagini hanno consentito di fare luce su 6 rapine, delle quali tre ai danni di autotrasportatori, e scippi, commessi tra il dicembre 2012 ed il mese di giugno 2013, con alcuni arresti eseguiti nel corso delle indagini. In particolare: in data 22.4.2013 sono stati tratti in arresto Alfio Ventura e Gaetano Bivona, responsabili di una rapina ai danni di una donna anziana alla quale era stata strappata dal collo una collana; in data 17.7.2013 è stato tratto in arresto, in esecuzione di o.c.c.c., Davide La Manna, ritenuto responsabile di una rapina, commessa in data 9.6.2013, ai danni di un’anziana alla quale era stata strappata dal collo una collana.

Due destinatari della misura restrittiva sono irreperibili perché all’estero. Espletate le formalità di rito, gli arrestati sono stati associati presso le case circondariali di Catania “Bicocca” e “Piazza Lanza”. L’operazione è stata denominata “Adernò”.

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-Fonte: gazzetinonline.it


ARRESTI AD ADRANO, SUI SOCIAL: “TUTTI SBIRRI, FATEVI I CAZZI VOSTRI”

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I 28 arresti effettuati questa mattina tra Adrano e Biancavilla hanno sollevato molto rumore, soprattutto nei gruppi di Facebook dove la comunità si spacca. C’è chi è contento di questa operazione, chi invece non l’ha presa molto bene. Anzi invita tutti a farsi Ma pure tu un po di c#zzi tuoi no? E se c’è u signori ta mannari a razzia.

E tra insulti personali (La prossima pulizia la fanno a casa tua x togliere tutte le butt#ne che siete), suona anche qualche minaccia: Pezzo di merd# se ti prendo ti spacco il c#lo.

Inutile il tentativo dell’amministratore di riportare la calma, fortunatamente è stato totalmente ignorato ma le avrebbe sentite anche lui se avesse continuato nella sua intenzione. E alla fine c’è anche chi chiede una preghiera per questi ragazzi, dando la colpa di tutto ovviamente allo Stato: “A me hanno riferito che hanno visto ragazzi piangere e questo fa molto male ma se stanno succedendo tante di queste cose la colpa soprattutto ce la il governo perché loro mangiano bevono e non gli è ne frega niente se tu lavori oppure no”.

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-Fonte: lurlo.info/it


Adrano: traffico di cocaina, assalti ai tir e scippi. In manette Amoroso e Rosano, vicini alla mafia

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Droga, rapine, armi e scippi. È iniziato tutto nel 2013, quando gli investigatori hanno voluto vederci chiaro su alcuni assalti ai tir nella zona di Adrano e nei paesi della fascia ionica tra Aci Castello e Giarre. Mesi di indagini, intercettazioni telefoniche e pedinamenti che hanno tolto il velo su unapresunta associazione a delinquere che aveva fatto del traffico e spaccio di stupefacenti il suo business principale. Più di 30 persone indagate, di cui 26 finite in manettedue al momento latitanti perché fuori dai confini nazionali. Al vertice del gruppo ci sarebbero stati Vito Amoroso e Francesco Rosano. Due nomi noti ai piedi dell’Etna, per i legami con la famiglia di Cosa nostra catanese dei Santapaola-Ercolano. Alleanze storiche, nate traBiancavilla e Adrano, con i clan che imperversano nel cosiddetto triangolo della morte. Da un lato i Toscano-Mazzaglia-Tomasello, dall’altro i Santangelo-Taccuni, quest’ultimi di base nel territorio adranita. 

Il blitz della notte scorsa, coordinato dalla procura di Catania e che ha visto impegnati gli uomini della squadra mobile e del commissariato di Adrano, è l’ultimo atto di mesi d’indagini. Il gruppo – a cui però non viene contestato il reato di associazione mafiosa – aveva una modalità d’azione collaudata. I proventi degli assalti ai tir e di alcuni scippi, principalmente ai danni di anziane signore, sarebbero stati investiti per l’acquisto di alcune partite di droga. «Non abbiamo individuato i fornitori», spiegano dalla procura. Cocaina, ma anche metadone, marijuana e hashish che venivano poi spacciate nelle piazze dei due Comuni. «Un fenomeno molto diffuso tra Adrano e Biancavilla», dice il commissario locale Giancarlo Consoli. Non bisogna andare troppo lontano nel tempo quando nell’aprile 2014 scattava l’inchiesta Binario morto, o l’operazione Garden di qualche mese dopo. Decine di arresti che raccontano come l’area pedemontana sia attualmente tra le più calde in ambito criminale.Francesco Rosano, che è ritenuto uno dei capi, è il giovane figlio di Vincenzo. Già detenuto dal 21 aprile scorso dopo il blitz Terra bruciata del 2009. L’arresto di Vito Amoroso risale invece al 2013. All’interno della sua abitazione di Catania, gli agenti trovano cinque pistole con matricola abrasa, oltre a caricatori, cartucce e documenti falsi. Questi ultimi nascosti dentro una borsa termica. 

Tra le carte dell’inchiesta Adernò ci sono anche due episodi di scippi. Alfio Ventura, Gaetano Bivona e Davide La Manna vengono individuati come i responsabili di due distinte rapine commesse ai danni di alcune signore anziane. Collane d’oro strappate con violenza dal collo delle proprietarie che sarebbero state pure picchiate a calci e pugni al primo cenno di resistenza. Colpi preventivati che non sempre coincidevano con i bottini sognati: «Ci vogliono, due, tre, quattro collane», spiegava un uomo a Ventura, che a sua volta replicava: «Anche una sola, di 50, 60 grammi». Il colpo in questione però non rispetta le aspettative: «Vale almeno 300 euro (riferendosi alla collana, ndr). Una volta che l’ho presa dovevo scappare lo stesso, ormai scappo con la collana», spiega Ventura al suo complice. I preziosi, collane, ciondoli, fedi nuziali e bracciali, venivano poi venduti come risulta dai registri contabili, ai Compro oro. Con guadagni che si aggiravano, per ogni transazione, intorno ai mille euro.

All’interno della presunta associazione ci sarebbero stati anche alcuni membri specializzati negli assalti ai tir. Rapine, spesso effettuate armi in pugno, che avrebbero avuto come protagonisti due coppie di fratelli: Alessio e Davide La Manna, Alfio e Angela Ventura oltre a Gaetano Bivona, Salvatore Fallica e Giulio Nicotra. «Ad alcuni di loro viene pure contestato il sequestro di persona – spiega Antonio Salvago, dirigente della squadra mobile di Catania -, in una occasione un autotrasportatore è stato addirittura rilasciato nei pressi di Palermo».

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