vlcsnap-2014-08-07-12h49m06s48-2Animali trattati come merce, venduti illegalmente o costretti a correre tra decine di moto dopo aver assunto farmaci dopanti. Il “Rapporto Zoomafia 2014” redatto da Ciro Troiano, criminologo e responsabile dell’Osservatorio Zoomafia della LAV, descrive ancora una volta – con i dati aggiornati della 15esima edizione  – lo scenario di sfruttamento illegale di animali ad opera della criminalità nel 2013 in Italia.

Una delle regioni che conquista il podio in questa classifica all’incontrario è proprio la Sicilia. Qui le corse di cavalli continuano ad essere molto diffuse, specialmente in provincia di Catania. Popolari a tal punto da essere filmate dagli stessi partecipanti e pubblicate su youtube con tanto di numero di targa delle auto e dei motorini impegnati nello svolgimento della gara non autorizzata tra le vie dell’Etna.

“Dal 1998 al 2013 compreso -spiega Troiano- sono state denunciate 3321 persone, 1228 cavalli sequestrati e 107 corse e gare clandestine bloccate. Altro settore di infiltrazione della criminalità organizzata è quello delle corse ippiche ufficiali. I traffici legati alla sfruttamento degli animali rappresentano un’importante fonte di guadagno per i vari gruppi criminali – continua il criminologo – che manifestano una spiccata capacità di trarre vantaggio da qualsiasi trasformazione del territorio e di guadagnare il massimo rischiando poco”.

In cima alla lista delle emergenze zoomafiose c’e’anche il traffico di cuccioli. Sono circa 2000 i cani che ogni settimana vengono importati in Italia, 670 circa i cuccioli sequestrati (dal valore complessivo di circa 530mila euro) e 77 le persone denunciate nel 2013. Secondo il dossier della Lav ci sarebbe poi una ripresa dei combattimenti tra cani. “Fenomeno mai sconfitto, ma che per un periodo è sicuramente diminuito rispetto a prima. Nel 2013 – conclude Troiano – sono stati sequestrati 16 cani per attività inerenti i combattimenti, è stato interrotto un combattimento in corso e sono state denunciate 12 persone di cui un minorenne”.