PALERMO. Con una ordinanza di emergenza-urgenza, il presidente della Regione Raffaele Lombardo ha commissariato l’Ato 3 di Catania, «Simeto Ambiente». Una misura estrema, ma ormai inevitabile anche per i pericoli per la salute e l’ordine pubblico, messi a rischio in alcuni dei 18 paesi della cintura catanese dove da mesi quello dei rifiuti è diventato un problema irrisolvibile. La decisione è stata adottata, ieri, dal presidente della Regione, anche alla luce della nota della Prefettura di Catania, datata 15 febbraio 2010, in cui si evidenzia: «La drammaticità della situazione amministrativo-contabile della società (Ato Ct 3 Spa-Simeto Ambiente) che non consente nell’immediato, nonostante la rimessa di circa 2 milioni di euro stanziati, di potere fare fronte al pagamento dei servizi resi sia dalle ditte che espletano la raccolta che dalle discariche ove i rifiuti soldi urbani vengono smaltiti. Peraltro, le situazioni di estrema tensione per l’ordine pubblico e i rischi igienico-sanitari correlati all’accumulo indiscriminato di rifiuti presso molti dei comuni del comprensorio, rendono la realtà estremamente complessa».

Una condizione di estrema gravità che ha indotto il presidente della Regione ad adottare l’ordinanza, così come previsto dal decreto legislativo varato nel 2006 per fronteggiare l’emergenza rifiuti in Campania.
Il provvedimento firmato da Lombardo, prevede che sarà un «gruppo interistituzionale» – composto da funzionari del dipartimento Acque e rifiuti; da funzionari del dipartimento delle Autonomie locali; dal dipartimento Bilancio e da funzionari della prefettura di Catania – a occuparsi della gestione dell’Ato Ct 3, «Simento Ambiente». A questo gruppo di lavoro sono «attribuiti gli adempimenti accertativi e sostitutivi», relativi: alla gestione del servizio nel quadro dei contratti esistenti; alla gestione della riscossione, anche attraverso soggetti della Regione siciliana; alla valutazione del livello impositivo applicato e sua eventuale integrazione; all’intervento sui bilanci comunali, al fine di garantire la copertura dei costi nei termini previsti dalla legge. Inoltre, il gruppo interistituzionale dovrà effettuare: la verifica degli adempimenti inerenti alla riscossione tributaria e alla copertura dei costi del servizio; la verifica dell’eventuale mancata approvazione del bilancio dell’Ato Ct 3 «Simeto Ambiente» e consequenziale irregolare approvazione dei bilanci comunali in difformità alle prescrizioni della normativa vigente; la verifica dell’eventuale mancata approvazione come previsto dalla stessa legge; l’accertamento volto a identificare cause e responsabilità di quella che appare essere, a tutti gli effetti, una interruzione di pubblico servizio.
«In esito alla predetta attività accertativa – si legge nell’ordinanza firmata dal presidente della Regione – sarà predisposta apposita relazione con la quale il gruppo interistituzionale riferirà in ordine alla sussistenza o meno di gravi e reiterate violazioni di legge che possano dar luogo all’adozione di provvedimenti decadenziali nei confronti di chi si sia eventualmente responsabile delle predette violazioni».
I commissari, ovvero il gruppo interistituzionale, potranno utilizzare le risorse economiche disponili per i casi di urgenza messi a disposizione dalla Regione, nei limiti necessari fino all’eliminazione delle condizioni di rischio per l’igiene e la salute pubblica e al ripristino dei livelli minimi essenziali del servizio di gestione integrata dei rifiuti.
Il «Decreto rifiuti Campania» prevede che il «commissariamento» può avere una durata di sei mesi. Ma si suppone che l’Ars approvi molto prima il disegno di legge di riforma del sistema dei rifiuti. Probabilmente, considerata la situazione di emergenza che rischia di dilagare in tutta la Sicilia, potrebbe essere chiesto all’Assemblea regionale siciliana di dare una corsia preferenziale al disegno di legge e di approvarlo contestualmente alla legge finanziaria e al Bilancio 2010. L’esercizio provvisorio, com’è noto, scadrà il prossimo 31 marzo. Quindi, alla scadenza del mandato del gruppo interistituzionale l’Ato Ct 3, «Simeto Ambiente», non dovrebbe più esistere.
Invece, parecchi sindaci, qualora fossero accertate responsabilità, potrebbero essere dichiarati decaduti dalla carica di amministratori. Non solo, ma rischierebbero anche conseguenze sul piano penale.

Lillo Miceli su La Sicilia di oggi

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