In un momento in cui Adrano si raccoglieva attorno la perdita di padre Conti e il Consiglio era riunito per trattare il bilancio, non si può accettare l’azione di chi pensa di poter fare ciò che vuole in un paese che reputi di potersi chiamare civile, tappezzando le vie di Adrano con manifesti funebri diretti ad un soggetto ancora in vita. Ritengo gravissimo il gesto che ignoti hanno portato a termine e ancora più grave il velo di omertà di chi non ha visto chi attaccava i manifesti in pieno giorno o la possibile tipografia che li abbia stampati. Azioni come questa ci isolano in quel triangolo della morte e nelle varie geometrie mafiose da cui non riusciamo a venirne fuori. Auspico una rapida soluzione delle forze dell’ordine, poiché Adrano non è questo, noi lo sappiamo, gli adraniti lo sanno, affinché venga definitivamente debellato questo cancro dal linguaggio comune di chi non conosce il nostro territorio e le eccellenze che esso potrebbe offrire.

Dice Alessandro Zignale, presidente del Consiglio comunale di Adrano.

I manifesti a lutto sono stati affissi ieri, “in memoria” di Valerio Rosano, 26 anni, figlio di un capo-clan locale.

Il gruppo politico e consiliare “Adrano 2018″, formato da Giovanni Ricca, Agatino Perni e Luca Petralia, condanna con forza il gesto che ha posto di nuovo Adrano sotto i riflettori della cronaca mettendo di nuovo in cattiva luce una città che ormai viene pubblicizzata solo per gli aspetti negativi.

Auspichiamo che gli autori delle affissioni vengano individuati dalle Forze dell’Ordine e siamo convinti che questi episodi si combattono non solo con la repressione, ma incrementando e rafforzando il patto tra istituzioni e società civile nell’impegno di promuovere un programma pluriennale di attività volte al contrasto alla criminalità organizzata.

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