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I VesPaNati motivati dal voler visitare il territorio nostrano in sella alle loro vespe, hanno pensato di raggiungere l’Etna nel suo versante meridionale fino alla massima quota raggiungibile che è quella di 1910 metri s.l.m..

Alcuni del gruppo iniziano a tracciare i primi itinerari di massima, conoscendo praticamente poco dei luoghi che s’intendono attraversare.

Scelto l’itinerario si iniziano a tracciare le prime tappe.
Il percorso dell’andata prevede il passaggio da Caltanissetta, Enna, Leonforte, Nissoria, Agira con sosta a Regalbuto nei pressi del Lago Pozzillo, successivamente Adrano, Biancavilla e infine Etna sud.
Il percorso del ritorno prevede il passaggio da Belpasso, Paternò, Castel di Iudica, Raddusa, Enna, Caltanissetta e infine Canicattì. Per un totale di 397 Km.

Arriva così la sera di sabato 21 giugno 2014 ore 21:30 e sono presenti per la partenza con vespe, moto e scooter stracaricati, Carmelo Nicosia, Luigi Di Natali, Giuseppe Lalicata, Ettore Gallo, Pietro La Marca, Calogero Licata, Vincenzo Licata, Riccardo la Mantia, Gero Gallo, Gaetano Gallo, Emanuele Signorino, Giovanni Intorre, Salvatore Di Mauro.
Enzo Di Rosa invece è presente solo per salutarci e vederci partire, portando per l’occasione una bottiglia di prosecco che viene stappata per brindare alla partenza.

La prima sosta si fa nei pressi della Chiesa della Madonna dell’Aiuto per indossare i giubbotti catarifrangenti e per rivolgere una preghiera alla Madonna.

Il gruppo comincia a muoversi in fila indiana e tutte le vespe nel buio formano un grande serpentone.

Seconda sosta Enna, ognuno di noi inizia a tirare fuori i propri panini e le proprie birre, Luigi, non si capisce ancora il perché, decide di slegare il proprio carico dal portapacchi posteriore e non è più in grado di legarlo perché ha una corda lunga circa 10 metri, solo dopo il tempestivo intervento di Ettorino si riesce a ricomporre il carico.

Dopo la sosta si riprende la marcia verso Leonforte, qui cominciano le prime intense e belle curve e anche il freddo comincia a farsi sentire. Decidiamo di fermarci per comprare le sigarette e sostiamo in prossimità della zona passeggio. Tutti incuriositi iniziano ad avvicinarsi, e improvvisamente le nostre vespe sono accerchiate da un gruppo di curiosi spuntati come dal nulla, a metà tra il preoccupato e lo stupito.

Comprate le sigarette e soddisfatta la curiosità degli astanti, arriva il momento della partenza e ci avviamo a visitare la “Fontana dei 24 cannoli”, questa  è un monumentale abbeveratoio costruito dal 1649 al 1652, cui prende il nome per via delle ventiquattro cannelle bronzee da cui fuoriesce ininterrottamente la copiosa acqua che si versa nella vasca sottostante. Pare che vi sia una copia uguale o comunque similare ad Amsterdam.

Dopo la visita si riprende la marcia verso Regalbuto passando per Nissoria e Agira. Si seguono le indicazioni che portano verso il lago Pozzillo dove decidiamo di sostare per trascorrere la notte.
Arrivati nell’area attrezzata si iniziano a scaricare le vespe e a montare le prime tende, mentre nel frattempo qualcuno pensa come aprire un barile da 5 litri di birra, successivamente si alzano i bicchieri e partono i primi brindisi a VeSpaNati.

Ore 6:45, tutti sono già svegli da un po’ ma ognuno rimane nel suo bivacco improvvisato. Qualcuno si alza prima qualche altro si alza dopo, ma ognuno inizia a smontare la propria tenda e a ricomporre il proprio carico.

Solito rituale, pomello dell’aria, chiave, frizione (o pedivella) e via… le Vespe si accendono al primo colpo. Prima di riprendere la marcia decidiamo di fare colazione a Regalbuto dopo di che continuiamo con il viaggio.

Prossima destinazione Etna passando per Adrano e Biancavilla. Si decide di non fare più soste se non per fare qualche foto di gruppo.

La strada che si percorre comincia a farsi impegnativa con la montagna a sinistra e il mare a destra, le strade sono strette e passano poche persone, un rapido sguardo alla cartina ci rassicura della strada che stiamo percorrendo, nel frattempo le vespe continuano ad arrampicarsi su per la montagna. Lo sguardo di ognuno di noi è catturato da quella enorme montagna che domina tutto il versante orientale della Sicilia.
Finalmente imbocchiamo la strada che porta in corrispondenza del Rifugio Sapienza, qui si iniziano ad intravedere gruppi di motociclisti che ci osservano un pò stupiti pensando: “… chissà da dove provengono questo gruppo di Spanati con le vespe stracaricate”.
L’asfalto per terra è particolarmente ruvido ma altrettanto piacevole da percorrere. Si dice in giro che quell’asfalto e il più bell’asfalto della Sicilia. E noi lì a percorrerlo con le nostre vespe.

Finalmente si arriva a destinazione, solite foto di gruppo dopo di che si decide di visitare i crateri Silvestri. Questi prendono il nome del grande geologo Orazio Silvestri, sono in gergo tecnico dei coni avventizi. Lungo la vallata che dai Crateri Silvestri si estende verso Catania si intravedono  altre decine di piccoli crateri inattivi.
Prima di lasciare i Crateri decidiamo di lasciare la nostra impronta e scriviamo sul terreno del cratere con delle pietre vulcaniche il nome VesPaNati.
Per noi ha lo stesso significato di aver regalato il nostro banner e il nostro adesivo al vulcano.

Lo stomaco di ognuno di noi inizia a brontolare e decidiamo di andare a pranzare. Inizia la discesa e scelto un ristorante decidiamo di entrare. Facciamo subito amicizia con un cameriere … “Alfio”…  che personaggio ragazzi!

Finito il pranzo si inizia a scendere per intraprendere la strada del rientro. Ci fermiamo a Belpasso e subito dopo ci indirizziamo verso Paternò. Rapida sosta per aggiungere un po’ di benzina e si riparte quasi immediatamente verso Raddusa.
Da qui iniziano rettilinei, lunghi e noiosi che rimettono il consumo della parte centrale delle gomme in pari, vanificando di fatto gli effetti delle curve Etnee.

Lungo il percorso si fa una sola sosta per incontrarci con i rappresentanti del Vespa Club di Raddusa, fatta qualche foto e scambiati gli adesivi, si decide di ripartire.

Ormai l’ultima sosta sarà Canicattì con fermata intermedia a Enna solo per fare benzina. Da qui l’ultima ora di strada si consuma rapidamente portando i VeSpaNati, intorno alle ore 22:00 di domenica 22 giugno, nel punto di partenza.

Ognuno di noi è stanco ma nello stesso tempo soddisfatto delle 24 ore trascorse in sella alle proprie vespe. Ognuno le guarda in modo incredulo e pensa <<impresa riuscita>> e simbolicamente dando due sonore pacche sul manubrio esprime … “ complimenti, adesso sei entrata definitivamente nel mio cuore”

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