A Biancavilla, comune etneo della provincia di Catania, 23.000 abitanti, situato alle pendici dell’Etna, si muore di mesotelioma pleurico. L’elevata incidenza di mesoteliomi pleurici è stata oggetto di osservazione da parte dell’Istituto Superiore della Sanità, dell’Asp di Catania, distretto di Adrano e dell’Inail.

I dati accertati già alla fine degli anni Novanta dal distretto Sanitario di Adrano confermano l’eccesso d’incidenza e l’aumento di mortalità per mesotelioma sia negli uomini che nelle donne che abitano nel comune etneo. I decessi accertati sono stati 49, ma non si muore solo di tumore. Si è rilevata una forte incidenza nel paese di altre patologie come ictus e malattie cardiovascolari.

Parallelamente alla crescita dell’urbanizzazione e dell’industrializzazione italiana, negli anni Cinquanta il boom edilizio arrivò anche a Biancavilla, attraverso la costruzione di abitazioni private e pubbliche e della pavimentazione stradale. Il materiale utilizzato per la costruzione dell’intero paese è stato estratto dalla cava di Monte Calvario, ubicato in pieno centro abitato.

Alla fine degli anni Novanta, si è scoperto che nel pietrisco lavico locale estratto dalla cava era presente la fluoro-edenite, un minerale riconducibile alla famiglia degli anfiboli, simile all’amianto. Questo materiale produce delle polveri che, disperse nell’aria, vengono respirate dalla popolazione. L’esposizione può essere sia lavorativa, per gli operatori impegnati nella produzione e nell’utilizzo industriale, sia non lavorativa, come certificano casi di donne casalinghe. Si è registrato pure un incremento significativo della mortalità per bronco pneumopatia cronico ostruttiva, in particolare nella popolazione femminile.

La scoperta della presenza di fluoro-edenite è stata fatta dopo uno studio epidemiologico condotto sui soggetti ospedalizzati con sintomi della malattia polmonare ostruttiva cronica. Anche su alcuni soggetti sono state trovate delle fibre di fluoro-edenite derivanti dall’esposizione ambientale in campioni di sputo indotto. Un’eccessiva incidenza mortale è avvenuta negli anni 1998 – 2004 per tumori alla pleura.

Il presente studio fa parte di un’indagine più ampia volta alla valutazione dello stato di salute delle popolazioni residenti nelle aree della Sicilia dichiarate a elevato rischio ambientale. La cava di materiale lapideo contaminato da fibra asbestiforme presente nel sito, è stata l’occasione per l’identificazione della nuova specie minerale fibrosa, la fluoro-edenite, sconosciuta in letteratura.

L’Istituto Superiore della Sanità ha disposto la chiusura nell’anno 1998 della cava quindi dell’attività estrattiva, nonché l’attuazione di provvedimenti atti ad abbattere la polverosità nel territorio comunale, con azioni individuali all’interno delle abitazioni. Il comune etneo rientra tra i siti di bonifica d’interesse nazionale. Nel 2004 sono iniziati a Biancavilla gli interventi di risanamento ambientale, in particolare la messa in sicurezza dell’ex area della cava e l’adozione di misure preventive, tese a modificare alcuni comportamenti individuali che possono determinare un’esposizione ambientale significativa, creando un danno alla salute.

Cos’è il mesotelioma pleurico? E’ un tumore delle membrane sierose che rivestono i polmoni e le pareti interne del torace. E’ una malattia devastante, una neoplasia, è correlata all’esposizione alle fibre aerodisperse. Causato dalla presenza di fluoro-edenite, un minerale cancerogeno che respirato a lungo provoca malattie e tumori, viene associato alla formazione di ispessimenti più o meno estesi della pleura.

La popolazione è stata avvertita. E’ in corso un progetto del Comune di Biancavilla per la realizzazione di un parco urbano, vera azione di bonifica, che è stato inviato al Ministero. La perimetrazione del sito di Biancavilla è stata pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale del 2 ottobre 2002. Legambiente, costantemente aggiornata dai dati del Ministero, segue con la massima attenzione questo fenomeno, una vicenda che purtroppo ancora oggi non trova una soluzione definitiva. La bonifica è un dovere per le prossime generazioni.

Alla luce di quanto esposto, ancora una soluzione non esiste. Sono stati fatti passi avanti soprattutto nel fornire elementi conoscitivi utili all’attività di risanamento ambientale che garantiscono un beneficio in termini di salute. Un disastro non solo ambientale, ma anche una beffa per i familiari delle vittime che chiedono giustizia. In vista dell’apertura dell’Ospedale nuovo, chiedono un ambulatorio territoriale dove poter non solo curare i propri cari, ma anche prevenire la malattia attraverso un monitoraggio con analisi ed accertamenti.

Siamo di fronte ad un’emergenza di rilevanza sociale come è appunto la salute collettiva. L’affermazione che la salute dei cittadini sia parte di ciò che uno Stato deve tutelare, non deve essere mai dimenticata.

Antonella Garraffo