Conclusasi la discussione generale sul ddl di proroga e stabilizzazione graduale dei precari degli enti locali e approvato il passaggio all’esame dei singoli articoli, la seduta dell’Ars è stata rinviata a martedì. Alle venti di giovedì, scaduti i termini per la presentazione degli emendamenti al ddl, ne sono stati depositati circa 230. Tanti, visto che già dalle commissioni legislative il testo trasmesso in Aula era stato frutto di accordi bipartisan. Nessun emendamento da parte del governo.
Nel frattempo il presidente della Regione Lombardo scopre le carte e per la prima volta ammette che il rinvio della Finanzaria è ormai inevitabile. Si ricorrà dunque, ancora una volta, alla limitazione delle spese, di mese in mese, per l’equivalente di un dodicesimo del bilancio. Il sospetto è che di fronte a una manovra che, per effetto dei tagli dello Stato e dei buchi precedenti, ha spese non coperte per almeno 700 milioni, il governo preferisca andare per dodicesimi (rispetto al bilancio preventivo) avendo così sulla carta più soldi di quanti realmente ne avrebbe approvando la nuova manovra per il 2011.

Di seguito, parte dell’intervento d’Aula dell’On. D’Asero (a seguire il video).
La vicenda delle stabilizzazioni rappresenta ancora una volta una mancata opportunità di confronto. Lo spirito della proroga concessa dal Ministero dell’Economia prevedeva un’impostazione diversa, volta ad intendere che questo rapporto costo-servizio potesse diventare un momento di spesa produttiva, senza continuare a determinare quasi un servizio di assistenza sociale. Poteva essere il momento in cui far scattare l’orgoglio per gli stabilizzanti: tanta gente vorrebbe infatti dare un servizio più concreto, più razionale, più produttivo alla macchina amministrativa regionale. Quindi andava fatta, da parte di chi governa, una proposta che consentisse di capire quale protocollo sviluppare perché si determinasse un ragionamento in questa direzione.
Questo non è stato fatto! Ad esempio è stata un’occasione mancata la discussione del DPEF. Ma abbiamo avuto anche altre occasioni. Personalmente, in data 17 novembre e, prima ancora, in data 21 ottobre, rivolgendomi all’Assemblea ed al Governo, ho sottolineato l’importanta della scadenza che si approssimava, alla quale bisogna arrivare pronti per fornire garanzie a questi lavoratori, garanzia a questo costo sociale che è diventato pesante in raffronto agli organi di controllo.
Ci ripresentiamo dunque oggi con una opportunità mancata, con l’augurio che nella parte degli ulteriori emendamenti che andranno a determinarsi possano essere introdotte una serie di norme che razionalizzino il sistema.

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