PALERMO. Il Pd non può fare da stampella al governo regionale minoritario (Mpa-Pdl Sicilia-Api); Lombardo se ritiene che il suo progetto di autonomia possa avere sponda nel centrosinistra, si allei organicamente col Pd, a tutti i livelli istituzionali, ma passando attraverso una verifica elettorale. Il senatore Enzo Bianco, coordinatore dell’aria liberal dei Democratici, lancia due precisi messaggi: il primo, al suo partito perché abbia più coraggio ed approfitti dello sbandamento del centrodestra siciliano per trasformarsi in forza di maggioranza; il secondo, al presidente della Regione affinché rompa definitivamente i ponti con il Pdl nel suo complesso, «ribelli» e «lealisti».
Senatore Bianco, dunque, intravede la possibilità di creare un nuovo equilibrio politico, in Sicilia?
«Io sono un ottimista e cerco sempre di vedere l’aspetto positivo delle cose. Nella Regione siciliana c’è un certo movimento, ma pure pesanti contraddizioni con problemi strutturali del suo governo e della sua maggioranza. La Sicilia, a causa di ciò perde terreno nei confronti delle altre regioni concorrenti dell’area mediterranea. L’aspetto positivo è che finalmente la maggioranza di centrodestra che per due elezioni consecutive aveva stravinto grazie al blocco Pdl, Mpa e Udc non esiste più. Il livello di odio personale è arrivato al punto che è facile immaginare impossibile una sua ricomposizione. Se in questa condizione il Pd accetta la sfida possiamo legittimarci di fronte agli elettori e diventare maggioranza, piuttosto che fare la stampella di Lombardo a prezzi Upim, cioè a prezzi stracciati e con poca qualità».
Dunque, lei boccia la posizione del gruppo parlamentare all’Ars del Pd?
«A me sembra che oggi le condizioni del gruppo parlamentare all’Ars siano di rinuncia, come se si sentissero condannati ad essere minoranza. Basta leggere gli atti parlamentari. Tutto ciò non fa bene alla Sicilia e al Pd. Non si vede perché gli elettori dovrebbero premiarci».
Di recente ha scritto una lettera aperta al segretario regionale, Giuseppe Lupo, per manifestargli il suo dissenso.
«Lupo è una persona che io stimo molto e della quale ho enorme considerazione. E’ stato eletto segretario del Pd con una larghissima maggioranza e con un progetto politico alternativo, tanto a quello di Alfano che a quello di Lombardo e Miccichè. Al Pd chiedo di essere coerente con quella scelta e con la presa di posizione di Bersani e della direzione regionale che ha confermato che, mentre possiamo sostenere le riforme in favore dei siciliani, il Pd resta partito di opposizione. Peraltro, le cosiddette riforme che in questo momento sono in discussione all’Ars, Piano casa e rifiuti, sono due provvedimenti diametralmente opposti alla nostra visione dell’Isola. La Sicilia non ha bisogno di una cementificazione selvaggia. E’ prevista persino la delocalizzazione di opifici che ricadono in area urbana. Questa è speculazione».
Secondo alcune ipotesi, Lombardo potrebbe allearsi con il Pd. E nel partito c’è chi non esclude di entrare organicamente nel governo della Regione.
«Se Lombardo dovesse rompere definitivamente con il centrodestra e decidere che la sua idea di autonomia si può alleare con il Pd, sarebbe un altro scenario. Ma ciò dovrà avvenire a tutti i livelli, alle elezioni politiche, alle regionali, alle comunali e provinciali. E, comunque, dovrebbe esserci un passaggio elettorale. Le scorciatoie non sono ammesse».
Ma il capogruppo del Pd, Cracolici, sostiene proprio che il centrodestra all’Ars si è spaccato proprio grazie alla sua azione politica.
«Il centrodestra si è spaccato perché sono insanabili i conflitti nel Pdl. Questo il motivo, non noi».
E delle nomine dei dirigenti generali esterni impugnate dal governo nazionale, cosa pensa?
«Sono scandalose, molti sono stati primi dei non eletti del partito di Lombardo». (questo finora nessuno lo aveva detto, ndr)
Lillo Miceli sul quotidiano La Sicilia
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