L’Italia nel periodo pasquale è uno spettacolo da non perdere, dato che le città, da Nord a Sud, sono animate da feste popolari, processioni, riti religiosi, rappresentazioni sacre, sagre e tradizioni folcloristiche per ricordare la Passione di Cristo. Nel corso della Settimana Santa vengono rappresentati, di volta in volta: l’Ultima Cena, la Lavanda dei Piedi, il Trasferimento all’Orto del Getsemani, il tradimento di Giuda con la cattura di Gesù, il processo, il Calvario, la morte di Gesù, la Deposizione, la Sepoltura e la Resurrezione. La serata del Giovedì Santo è dedicata alla “celebrazione eucaristica” con la visita ai Sepolcri (il Sepolcro racchiude il Corpo di Cristo), realizzati in ogni parrocchia e ill momento ricorda la ricorrenza dell’Ultima Cena; il Venerdì Santo è il giorno di lutto assoluto, le strade si illuminano di fiaccole e vengono attraversate da processioni e vie crucis; il Sabato Santo, a mezzanotte, le campane suonano a festa, annunciandoci la Resurrezione; un momento di grande gioia che culmina nella Domenica.

Tra fede e tradizioni, ecco alcune delle manifestazioni da non perdere in Italia. A Roma, centro del Cristianesimo con la sua San Pietro, la basilica più famosa del mondo, dal Giovedì Santo fino alla Domenica di Pasqua prendono vita cerimonie pasquali con un’aura di sacralità unica ed inimitabile. Tutti i riti pasquali a Roma sono più grandi per dimensioni e per le emozioni che suscitano: pensiamo alla Via Crucis di Roma; una processione particolare per svariati motivi: in primo luogo perché vi partecipa direttamente il Papa in persona, e poi perché si svolge in una location unica al mondo, proprio davanti al Colosseo, simbolo storico della città. Un mix perfetto di architettura pagana e rito cristiano unico al mondo! In Sicilia, si celebra la “Festa dei Giudei”, che avviene ogni anno nel comune di San Fratello, in provincia di Messina.Durante il rito, una miriade di contadini e pastori sanfratellani si travestono con uno sgargiante costume tradizionale, formato da giubba e calzoni rossi a strisce di stoffa gialla, ricamate con motivi floreali e perle.

 

Hanno il volto coperto con un cappuccio rosso, con una croce ricamata sulla punta, in riferimento al carattere menzognero del diavolo, girando travestiti in questo modo per il paese, dove suonano particolari trombe per festeggiare la morte di Gesù Cristo e disturbare la processione religiosa che, al contrario, la commemora. Il contrasto ha il suo punto cruciale il Venerdì Santo, quando il corteo che segue il Crocifisso è disturbato e interrotto nel suo cammino dall’arrivo festoso dei Giudei. Sempre in Sicilia, vanno ricordati i riti dei Misteri del Venerdi’ Santo a Trapani e la Via Crucis ad Enna, dove sfilano circa 2000 confratelli incappucciati. Moltissime sono le manifestazioni che hanno luogo durante il periodo pasquale in tutto il territorio siciliano, tradizioni e riti spettacolari conservati e tramandati nel tempo come il“Ballo dei Diavoli” di Prizzi, un comune in provincia di Palermo, in cui, sin dalla mattina del giorno di Pasqua, due diavoli mascherati vestiti di rosso e la morte in giallo, si aggirano indisturbati per le strade del paese tentando di evitare con il loro “ballo” l’incontro tra le statue di Cristo Risorto e la Madonna, reso possibile grazie all’intervento degli angeli protettori che, con le loro spade, trafiggono i personaggi del male. I diavoli sono i protagonisti anche adAdrano, in provincia di Catania dove, la Domenica di Pasqua, al centro di Piazza Umberto viene preparato un palco con le scenografie del paradiso e dell’inferno per accogliere “la diavolata”, in gergo “I Diavulazzi ‘i Pasqua”, una rappresentazione settecentesca in cinque scene che si svolge per due volte nel corso della giornata: a mezzogiorno e alla sera, in cui si celebra il trionfo del bene sul male. In Sardegna i riti della Settimana Santa sono molto suggestivi. Tra i più peculiari, il rito della Scrocifissione a Oliena (Nuoro): uomini e donne vanno alla ricerca del Cristo Risorto, facendo tappa in tutte le chiese del paese tutti i giorni fino al Sabato, quando la statua del cristo viene ritrovata.

 In Puglia, a Noicattaro (Ba), il Giovedì Santo, si allestisce un falò davanti alla chiesa della Madonna della Lama. Durante il rito, i membri della Congrega della “Morte e Passione di Cristo” raccolgono la legna posta davanti alla Chiesa, per poi accenderla dopo l’uscita della prima Croce della processione. La pira continua a bruciare per tutta la notte, in segno di devozione. A Sulmona, in Abruzzo, la Pasqua si festeggia con il rito della “Madonna che scappa in piazza”. La rappresentazione si svolge intorno a mezzogiorno, in Piazza Garibaldi. Alle 11.30 vengono portate in piazza le statue di San Giovanni e San Pietro, i due apostoli che, secondo il Vangelo, si accorsero per primi della Resurrezione di Cristo. Le statue vengono poi condotte verso la Chiesa di San Filippo, sotto i cui archi si intravede la statua del Cristo Risorto, che custodisce all’interno una statua della Madonna Addolorata. A questo punto i due Santi bussano al portone della chiesa per annunciare la Risurrezione alla Vergine che, incredula, esce vestita ancora di nero. Nel momento in cui la Madonna vede suo Figlio, comincia a corrergli incontro e lungo il tragitto perde la veste del lutto, scoprendo, tra colombe in volo e spari di mortaretti, uno splendente abito verde ricamato in oro. In Toscana si usa andare per i campi, piantando piccole croci fatte con ramoscelli d’ulivo; in particolare a Firenze, è noto “lo scoppio del carro”: in piazza, di fronte alla cattedrale, viene innalzata una costruzione, il « carro », a cui viene comunicato il fuoco per mezzo di una colombina che corre su un filo e, partendo dall’altar maggiore della chiesa, arriva fuori, fino al carro. Dal modo come va e dalla rapidità con cui i petardi si accendono, si traggono auspici sull’annata e sul raccolto. Nel Bergamasco, i contadini, al suono delle campane di Pasqua, vanno ad abbracciare gli alberi da frutta, per augurio di buon raccolto. A Cividale del Friuli (Ud) si gioca al “Truc”, un antico gioco che consiste nel far scivolare lungo un catino di sabbia inclinata delle uova di gallina cotte, allo scopo di farle toccare tra loro. Chi riesce a colpire l’uovo dell’avversario vince una monetina o una caramellina. A Urbania si tiene il famoso “gioco della Punta e cul” che, la mattina di Pasqua e nei due giorni seguenti, si svolge nella piazza centrale del paese e presso il Santuario di Battaglia, coinvolgendo anziani e giovani, pronti a mettersi in gioco e battere il proprio uovo contro quello dell’avversario prima di punta e poi di “cul”, tentando di uscire vincitori, mantenendolo intatto.

Nel borgo di Tredozio, situato nell’entroterra dell’Appennino Forlivese, ogni anno, dal 1963, si svolge la Sagra e il Palio dell’uovo, una cerimonia in cui ci sfida alla battitura delle uova, un gioco tradizionale in cui vince chi, con il suo uovo, riesce a rompere il guscio dell’altro. Ma a Tredozio, oltre al palio, si svolgono altri coinvolgenti giochi come la “Pesca nell’uovo gigante”, la “Pentolaccia” e la “Sagra della Sgabanaza”. Ad alta quota, a Courmayeur, in Valle d’Aosta, da non perdere “La Paquerette”, il tradizionale appuntamento con l’artigianato valdostano che, come di consueto, durante il periodo di festa presenterà ai visitatori il meglio delle opere di scultura e intaglio su legno, lavorazione del ferro battuto e del cuoio, tessitura del drap e poi merletti, vimini, oggetti per la casa, scale in legno ecc. Una delle tradizioni più divertenti é quella di San Leonardo, un piccolo e tranquillo paesino del comune di Badia dove, nel periodo che precede la Pasqua, si svolge la manifestazione “noza da paur” che rievoca numerose tradizioni legate al matrimonio contadinesco. Si tratta di una curiosa usanza in cui i tutti i ragazzi vanno dalle fanciulle del paese a caccia di uova, pronti a racimolarne il più possibile e, se arrivano a raccoglierne 12, entro l’anno matrimonio in vista. Le ragazze invece, se alla fine della cerimonia non si sono sbarazzate di tutte le uova, il martedì successivo si affrettano a seppellirle, per evitare di essere perseguitate dalla sfortuna e rischiare di restare zitelle.

Tra i dolci, i più classici sono la colomba pasquale, la pastiera napoletana e la pizza dolce. Si narra che alla metà del sesto secolo, il re dei Longobardi Alboino, durante l’assedio della città di Pavia, ricevette un pane lievitato a forma di colomba; segno di pace. Da allora, questo semplice dolce fatto con uova, farina e lievito, arricchito con burro, zucchero e canditi, entrò nella tradizione pasquale. Romantica la storia della classica pastiera: si dice che le mogli di alcuni pescatori lasciassero ceste con ricotta, frutta candita, grano, uova e fiori d’arancio sulla spiaggia, affinché il mare riportasse a casa i mariti. Al mattino, le donne trovarono i pescatori e videro che le onde avevano mischiato gli ingredienti, creando la torta pastiera. Se mangiare un uovo di Pasqua made in Italy è un’esperienza sensoriale imperdibile per tutti i golosi, lo sarà altrettanto addentrarsi nei tanti piatti tipici regionali: a Nord, in Trentino, ci sono le polpettine pasquali, con macinato di agnello, prezzemolo, rosmarino, scalogno, pepe e sale; rosolate nell’olio con aceto, vino e brodo, e servite con patate fritte; in Val d’Aosta la Crescia, una pizza al formaggio tagliata a fette e gustata con il salame tipico valdostano; in Piemonte i Persi al Furn, pesche conservate e cotte al forno ripiene di amaretto. La Torta Pasqualina, piatto unico ripieno di verdura, uova e parmigiano, accompagna il pranzo in Liguria¸le titole del Friuli Venezia Giulia sono invece delle piccole treccine dolci che avvolgono un uovo rosso, mentre il pan de fighi è uno strudel ripieno con fichi secchi tritati, mandorle e nocciole. Infine, in Veneto si servono i Vovi e Sparasi, uova sode decorate con erba di campo e asparagi.

Al Centro, in Abruzzo si gustano come dolci i Fiadoni, calzoni cotti al forno ripieni di formaggio di pecora; in Lazio si mangia a colazione la Corallina, un salame tipico pasquale accompagnato dalla pizza al formaggio, mentreal Sud, piatti tipici pugliesi sono la tiella di riso, patate e cozze, pesce fresco e verdure di stagione e l’immancabile agnello o capretto; la Scarcedda , tipica della Basilicata, una pizza rustica farcita con uova sode e ricotta; in Calabria la Cuzzupa, una pagnotta dolce la cui dimensione cresce man mano che aumenta l’età del nucleo familiare; le pitte con niepita sono invece dei dolci a mezzaluna da mangiare caldi o freddi. Impossibile rinunciare, in Campania, alla squisita Pastiera Napoletana, vero capolavoro della cucina partenopea con ricotta, grano e buccia d’arancia. Infine, non possiamo non citare le tradizioni culinarie siciliane: U sciusceddu, una minestra a base di carne di pollo, uova e ricotta tramandata dai francesi; il tegame pasquale d’Aragona, costituito da uova, zafferano e cannella; l’impanata pasquale, una focaccia con base di pane lievitato ripiena di stufato d’agnello d’origine spagnola. Tra i dolci immancabili, le Palmette, fatte di mandorla tostata e ricoperte di zucchero fuso colorato, le cuddure cu l’ova, una specie di grande biscotto con uova sode, e l’intramontabile Cassata, farcita di ricotta e ricoperta di glassa decorata con frutta candita. Tra tradizione, religione e cucina, tanti motivi in più per girare la nostra bella Italia durante il periodo pasquale!

 
 

FONTEhttp://www.meteoweb.eu/2014/04/settimana-santa-ecco-come-litalia-celebra-la-pasqua-tra-fede-tradizioni-e-cucina/276595/