Stato maggiore del Pdl siciliano schierato per lanciare l’affondo al governo regionale sulla questione agricoltura. Nel quadro d’insieme della crisi economica generale, il comparto agricolo è al collasso e in Sicilia, spiegano il capogruppo Innocenzo Leontini, i deputati Limoli, D’Asero e Mancuso, con il presidente della Provincia di Catania e coordinatore regionale, Giuseppe Castiglione e l’eurodeputato Giovanni La Via, la politica del governo Lombardo sta provocando un disastro. Che, aggiungono, rischia di divenire irreversibile se non si interviene subito.

Tocca a Giovanni La Via, che al tavolo è uno dei tre ex assessori all’Agricoltura (lo sono stati anche Castiglione e Leontini) fare il punto sulla situazione, anche alla luce della sua attuale esperienza di eurodeputato e membro della Commissione agricoltura a Bruxelles. «Mentre i nostri produttori sono sempre più in crisi, mentre la situazione precipita a vista d’occhio, la Regione si sta limitando ad annunci spot, nessun serio intervento, anzi si portano avanti iniziative inutili e controproducenti e si sottovalutano appuntamenti essenziali».
La Via fa subito due esempi di occasioni che sarebbero utili per lo sviluppo e la promozione della agricoltura dell’Isola, ma a cui la Regione ha detto no. «Incredibilmente non parteciperemo al Fruit Logistica di Berlino, uno dei momenti più importanti per far incontrare produttori dell’ortofrutta e grande distribuzione internazionale. La Regione per coordinare le partecipazioni a questi eventi ha persino creato una cabina di regia unica, con il risultato di dire di no a questa manifestazione. Così come, altrettanto grave, per la prima volta dopo 20 i nostri produttori vinicoli se vorranno essere presenti al Vinitaly di Verona, una delle maggiori vetrine internazionali, dovranno pagarsi tutto da soli. Questo significa che molte piccole cantine dovranno disertare un evento che per questo settore siciliano è stato in questi anni strumento di straordinaria promozione. Con quale criterio tutto ciò, mentre è chiaro che soltanto una promozione capillare e mirata dei nostri prodotti potrebbe aiutarci ad uscire da questa crisi?».
Ma la critica alla politica agricola del governo è da parte del Pdl a 360°. Lombardo, ricordano i deputati, aveva parlato di tagli ai finanziamenti di feste e sagre. «E sapete com’è andata? – chiede La Via – Che mentre in passato era stato speso un milione per queste manifestazioni, loro ne hanno spesi sei. Ma, in compenso, hanno cassato i cinque milioni che erano disponibili per la promozione dei nostri vini. Per farne cosa? Per destinarli alla potatura verde delle vigne e al ritiro dell’uva da bruciare. Così non si aiutano i produttori, così si sancisce l’irreversibilità della crisi in corso».
Ritardi nell’assegnazione dei fondi stanziati da Bruxelles per le gelate dell’anno scorso, circa 13 milioni, bandi pubblicati con uno stop and go che confonde chi dovrebbe partecipare, procedendo con quelli successivi senza nemmeno comunicare l’esito dei precedenti, ma anche – sottolinea Giuseppe Castiglione – bandi definiti “sveltine”. Cioè con scadenza a sette giorni, ad uso e consumo dei pochi che ne vengono miracolosamente a conoscenza. Che cosa fare, allora? Passare ad un’azione seria, vera e coordinata, soprattutto con l’Unione europea, chiudendo anche accordi con la Grande distribuzione organizzata e tenendo presente che qualcosa di buono sta arrivando proprio da Bruxelles.
«Siamo riusciti ad ottenere – spiega ancora La Via – anche per il periodo 2007-2013 la prosecuzione del primo pilastro della Pac, cioè 600 milioni di euro. Ma sono quattrini che bisogna assegnare seguendo criteri rigorosi, ma rapidi. Invece la Regione ha pensato bene, per controllare questo flusso, di creare l’agenzia Arsea, da cui dovrebbero passare i fondi. Che la Regione, peraltro, a quel punto dovrebbe anticipare. Ma siamo seri: nelle condizioni in cui si trova, questa Regione può anticipare somme del genere? Oppure anche questo è uno stratagemma per controllare i fondi e farne strumento utile a guadagnare consenso politico?».
Limoli, D’Asero, Mancuso e il presidente Castiglione avvertono: «Stiamo parlando di ritardi, mancata programmazione, superficialità che riguardano un comparto che vede coinvolti a vario titolo 300 mila operatori. Altro che crisi della Fiat, qui o si interviene subito o si rischia di massacrare tre quarti del tessuto economico siciliano».
Andrea Lodato su La Sicilia
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