Il parco archeologico di Siracusa, la casa di Pirandello ad Agrigento e la Villa romana di Piazza Armerina. Ma non solo. Sono 12 i siti culturali, inseriti in un elenco prioritario, dove verranno inviati i forestali per interventi di manutenzione. Non una novità assoluta, considerato che anche negli anni passati lo stesso personale è stato utilizzato per pulire alcuni luoghi turistici, ma sicuramente una boccata d’ossigeno. Nella lista delle priorità ci sono anche il teatro antico a Taormina, il museo e l’area archeologica di Naxos e la riserva di Isola Bella; il museo archeologico regionale di Gela, la biblioteca museo Luigi Pirandello ad Agrigento; i parchi archeologici di Segesta e Selinunte a Trapani; il museo regionale di Aidon   dove è conservata la Venere di Morgantina e l’area archeologica e Antiquarium di Solunto, nel Palermitano. Oltre al Castello a mare di Palermo. 

«È una bellissima iniziativa», commenta Rosalba Panvini, soprintendente ai Beni culturali di Siracusa che gestisce il parco archeologico Neapolis. Da Siracusa, oltre all’area del teatro greco, era partita la richiesta al dipartimento regionale per la manutenzione del castello Eurialo, che però non sarebbe nel primo elenco degli interventi. «Gestiamo molti altri luoghi in provincia – continua Panvini – a Palazzolo Acreide, a Noto la villa del Tellaro, il museo archeologico di Lentini, e chiediamo la collaborazione delle amministrazioni comunali perché da soli non ce la facciamo». 

Per questi interventi sarebbero stati stanziati circa 240mila euro. «Troppo pochi – lamentano in molti tra gli addetti ai lavori – per coprire le spese del personale per la manutenzione per i maggiori siti regionali. Appena sufficienti, forse, per un paio di province». Ed ecco, quindi, un elenco di priorità, stilato anche in base alle risorse disponibili e trasmesso dal dirigente dei Beni culturali Gaetano Pennino al direttore del dipartimento sviluppo rurale e territoriale,Felice Bonanno. Ne seguirà un secondo dove dovrebbero trovare spazio altri siti indicati dalle soprintendenze. È il caso, ad esempio, delle aree archeologiche e culturali del Catanese, assenti al momento dalla lista. «Abbiamo segnalato la necessità di interventi nel sito di Santa Venera al Pozzo, alle mure dionigiane ad Adrano e a Palikè a Mineo – spiega la soprintendente etnea Fulvia Caffo -. Oltre alla messa in sicurezza e alla pulizia, vorremmo creare dei percorsi con le staccionate e fare una manutenzione degli alberi da frutto». Progetti per cui, però, bisognerà attendere ancora. 

Ad attendere, infine, sembra saranno anche i viali parafuoco in vista della calda stagione. Perché, se è vero che quando si parla di sprechi in Sicilia, l’esercito dei 24mila forestali è sempre chiamato in causa, è vero anche che negli ultimi mesi gli operai a giornata nei boschi hanno trovato spazio sulle pagine dei quotidiani per tutto tranne che per il loro lavoro. È stato così per i licenziamenti per mafia, per le strigliate della Corte dei Conti, per gli speciali tv raccontati dal salotto di Massimo Giletti, ma i forestali di una cosa dovrebbero occuparsi principalmente: della manutenzione dei boschi e della prevenzione antincendio. «Ad oggi, e siamo già a maggio – lamentano diverse voci tra i corridoi dell’assessorato e i sindacati – non abbiamo ancora notizie di come e quando si inizierà a lavorare ai viali parafuoco per l’antincendio passivo. L’auspicio – concludono – è che anche quest’anno non si arrivi a luglio, quando da prevenire ci sarà ben poco».

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Miriam Di Peri e Salvo Catalano via meridionews.it