Prendendo spunto dall’incredibile situazione di degrado socioeconomico e sanitario del territorio di Gela, che SiciliaInformazioni sta meritoriamente portando all’attenzione dell’opinione pubblica e degli amministratori locali e regionali, vorrei raccontare brevemente l’altrettanto incredibile vicenda della ripartizione dei 75 milioni di euro nel triennio 2014-2016 che il Fondo Nazionale Politiche Sociali.ha assegnato alla Sicilis per il triennio 2014-2016.

Fino al 2013 tale ripartizione avveniva in base alla popolazione residente, criterio specificamente indicato nel Decreto Presidenziale con cui nel 2003 era stata recepita, in via amministrativa, la legge nazionale 328/2000 da cui provengono le risorse per i servizi sociali. Applicando questo criterio ad ogni distretto sarebbero andati € 14,70 per abitante, ma i dirigenti dell’Assessorato alla Famiglia pensarono di applicare un correttivo in base al numero dei Comuni presenti in ogni distretto, come se si dovessero realizzare sevizi sociali in ogni Comune. Esattamente il contrario della filosofia della legge 328 che, per ottimizzare l’uso delle risorse, ha previsto che i Comuni si unissero in un Distretto per programmare insieme i servizi necessari ed evitare inutili duplicazioni. Certo avere più Comuni in un Distretto può creare qualche spesa amministrativa in più, ma nell’ordine di poche migliaia di euro: invece a questa voce è stata destinata la somma astronomica di 21 milioni di euro (pari al 28% del totale) stravolgendo la logica stessa della ripartizione.

Prendendo come riferimento i dati contenuti nel Decreto del Dirigente Generale pro tempore dell’Assessorato n. 2120 del 6/12/2013 di riparto delle risorse sopracitate, emerge chiaramente l’iniquità dei criteri di assegnazione. Ecco alcuni esempi:

1

Da questi esempi viene fuori l’assoluta illogicità della scelta: un distretto come Gela dove, come abbiamo visto in premessa, le condizioni socioeconomiche e ambientali richiederebbero semmai uno sforzo aggiuntivo, viene penalizzato ricevendo una somma di quasi mezzo milione di euro inferiore a quella di Taormina, nonostante abbia più del doppio degli abitanti; il distretto di Adrano che ha praticamente gli stessi abitanti di Sant’Agata di Militello, riceve meno della metà e anche le aree metropolitane di Palermo a Catania con le tante sacche di emarginazione ed emergenza sociale, si sono viste assegnare appena 11 euro per abitante.

Atteso che l’Assessorato della Famiglia si era rifiutato di riconsiderare i criteri di riparto, nonostante le evidenti iniquità, il Comune di Adrano propose ricorso al TAR che, rigettandolo si è avventurato in una interpretazione quanto mai fantasiosa sostenendo che, siccome il recepimento della legge 328 è avvenuto per via amministrativa e non legislativa, di fatto la legge 328 in Sicilia non si applica e l’Amministrazione regionale mantiene in materia ampia discrezionalità. Con ciò ignorando che, in base al DPRS citato, tutto il sistema dei servizi sociali in Sicilia, è stato uniformato al dettato della legge 328, a cominciare dalla istituzione dei distretti sociosanitari, per giungere all’obbligo di procedere ad una programmazione integrata di tutti gli interventi, concordata dai soggetti pubblici e privati previsti dalla legge nazionale.

Insomma secondo i giudici del TAR di Palermo, lo Stato assegna alla Sicilia i fondi della legge 328 e poi l’Amministrazione regionale li può utilizzare come vuole, anche contro il buon senso. Senza considerare che è stata la stessa Amministrazione regionale a darsi la regola della ripartizione in proporzione alla popolazione residente, che non figura nel testo della Legge 328, dove sono indicati i principi generali. Insomma una sentenza paradossale, che ha avallato una decisione altrettanto paradossale.

Ciliegina nella torta, l’atteggiamento di assoluta indifferenza di due gelesi doc: il Presidente della Regione Rosario Crocetta, cui a suo tempo inviai un corposo dossier che segnalava tutte le incongruenze, e l’attuale sindaco Domenico Messinese che ritenevo potesse alzare la sua voce, contro l’incredibile penalizzazione subita dai suoi concittadini più disagiati. Evidentemente entrambi hanno avuto altri interessi e priorità.

Non resta che auspicare, dopo l’azione di denuncia di Siciliainformazioni, che la prossima distribuzione di risorse prevista per quest’anno, tenga conto delle emergenze sociali, magari ristorando in qualche modo i territori penalizzati nel triennio precedente.

*

– Fonte: siciliainformazioni.com