image15All’alba di oggi i Carabinieri della Compagnia di Paternò hanno eseguito due ordinanze di custodia cautelare, emesse dalla quinta sezione penale del Tribunale di Catania, nei confronti del 27enne Biagio Mannino e di un 24enne, entrambi del luogo, per estorsione aggravata dal metodo mafioso.
Ai due vengono contestati 21 episodi di estorsione, sotto forma di “guardiania” nei confronti di proprietari terrieri delle contrade Dagala e Timpone, tutti aggravati dall’aver utilizzato il metodo mafioso. Le indagini dei Carabinieri, coordinate dalla Procura della Repubblica di Catania, venivano avviate a seguito dei numerosi furti e danneggiamenti avvenuti nell’agro di Adrano e alla successiva comparsa di simboli sulle proprietà delle vittime.
Determinante l’apporto dell’Arma di Adrano che ha consentito di dimostrare che non si trattava della tradizionale attività di vigilanza delle aree rurali bensì di un vero e proprio racket controllato dall’ organizzazione criminale.
A dimostrare la sussistenza del delitto di estorsione, significativa l’intensificazione di furti e danneggiamenti nelle proprietà delle due contrade nel periodo di “vacatio”, dovuto alla sostituzione del precedente guardiano, deceduto, da parte degli odierni indagati.
I due si sarebbero inseriti in piena linea di continuità col precedente guardiano, soggetto notoriamente collegato al clan Scalisi, acquisendone la “forza contrattuale”. Dalle indagini condotte emergeva che il Mannino alias “u Caliaru”, quale organizzatore del servizio di guardiania, si occupava anche di prendere contatti con le vittime, mentre il più giovane avrebbe avuto il ruolo di mero esattore.
Gli arrestati sono stati posti ai domiciliari.

FONTE & CREDITS FOTOhttp://www.gazzettinonline.it/2014/05/09/adrano-in-manette-due-estortori_7098.html

Estorsioni a 21 agricoltori: un ’7 rosso’ indicava chi pagava

Morto per cause naturali il vecchio “guardiano” che garantiva tranquillità assoluta agli agricoltori delle campagne di Adrano è iniziata la buriana. Prima qualche furto, poi dei danneggiamenti a raffica per convincere senza indugio che la guardiania era un affare del quale non si poteva fare a meno e soprattutto che questo servizio di vigilanza era controllato dal clan più potente del paese.

Per gli investigatori, tutto sommato è stato facile ricostruire il clima di intimidazione sfociato in estorsione. Per un semplice motivo: perché loro, gli estortori, mano mano che le vittime cedevano ai ricatti, li segnavano con il numero sette scritto con della vernice rossa, raffigurato sul muro di cinta dell’appezzamento che finiva in regime di sorveglianza mafiosa. Era il simbolo della sottomissione da parte delle vittime: gli investigatori ne hanno contati ventuno casi di commercianti agrumicoli costretti a versare nelle casse della mafia la tangente per la protezione, perché in caso contrario sarebbe successo di tutto. Qualcuno alle innumerevoli resistenze, si è persino visto pure segare i tronchi di tanti alberi da frutta con danni enormi alle coltivazioni.

In manette sono finiti due giovani emergenti, tutti e due ritenuti dagli investigatori dei carabinieri vicini al clan: sono Biagio Mannino di 27 anni e un incensurato di 24 anni. Sono stati arrestati e rinchiusi nel carcere di piazza Lanza.

FONTEhttp://catania.blogsicilia.it/estorsioni-a-21-agricoltori-un-7-con-la-vernice-rossa-indicava-chi-pagava/253393/