Vincenzo Fallica, 60 anni, collaboratore amministrativo di una scuola, è stato arrestato nell’ambito di un’indagine su un presunto tentativo di corruzione ad un assessore del Comune di Adrano in materia di appalti pubblici condotta da polizia di Stato e guardia di finanza. Nei suoi confronti il Gip di Catania, Luigi Barone, su richiesta del sostituto procuratore Lucio Setola, ha emesso un’ordinanza di custodia cautelare ai domiciliari. Secondo l’accusa Fallica avrebbe agito su mandato e per conto di alcuni imprenditori locali, dall’identità ancora coperta dal segreto istruttorio, offrendo 100 mila euro ad un assessore comunale di Adrano per fare ripristinare dall’amministrazione appalti per la manutenzione degli impianti tecnologici del Comune come caldaie, sistemi di riscaldamento nelle scuole e in strutture comunali. Appalti per diverse centinaia di migliaia di euro rescissi dal Comune che li aveva affidati a altre imprese a costi maggiormente vantaggiosi per l’Ente pubblico.
Una commessa da euro 600.000 l’anno, infatti, sarebbe stata inizialmente assegnata ad una delle aziende locali sotto inchiesta. L’appalto venne però revocato dalla Giunta comunale, in seguito alla scoperta che per assicurare gli stessi servizi sarebbero bastati euro 30.000 annui. Subito dopo, Fallica avrebbe presentato l’offerta di una tangente, ma i potenziali destinatari, gli amministratori del Comune di Adrano, l’hanno rifiutata, denunciandolo. “Si tratta di un risparmio di euro 570 mila – ha spiegato il procuratore della Repubblica facente funzione, Michelangelo Patanè – che sono stati sottratti alle ditte precedentemente incaricate grazie alla rescissione dell’appalto e al nuovo contratto stipulato, a condizione enormemente più vantaggiose per l’Amministrazione Comunale.”
Le indagini sono state avviate dopo la denuncia dell’assessore. Nell’inchiesta l’amministrazione comunale è parte lesa.
Durante una perquisizione nell’abitazione di Fallica, Polizia e Guardia di Finanza hanno sequestrato una pistola cal. 7,65 che era di proprietà del padre e non era stata denunciata, e reperti archeologici “antichissimi”. L’inchiesta della Procura di Catania è ancora in corso.
Per Lucio Setola, sostituto procuratore della DDA etnea e coordinatore delle indagini, “denunciando il Fallica, gli amministratori politici del Comune di Adrano hanno rinunciato ad un facile e immediato guadagno che, senza dubbio, avrebbe potuto costituire la base per una trattativa economica ancora più vantaggiosa”. Di Vincenzo Fallica, dipendente comunale prossimo alla pensione, sono ancora al vaglio i rapporti e i contatti. Perciò, gli inquirenti non escludono ulteriori provvedimenti a conclusione delle indagini.

fonti: Enrico Sciuto su CataniaOggi.com / Corriere del Mezzogiorno.it

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