di Domenico Tempio su lasicilia.it

Ha tutti i connotati di un pasticciaccio. Capire cosa oggi accade alla Regione e, quindi, nella politica siciliana, è un compito arduo. Come abbiamo pubblicato non solo in questi giorni, ma da un po’ di tempo a questa parte, sembra di assistere a una guerra dove tutti sono contro tutti.

E’ ovvio che non si tratta di politica, quella seria, come i protagonisti vogliono farci intendere, ma di conquista di posizioni di potere di uno o più schieramenti, se non addirittura di una o più persone. La radiografia della situazione all’Assemblea regionale rivela magari ciò che già si conosce: il Pdl è spaccato in due (lealisti e autonomisti) dove il leader dei dissidenti è proprio un ex uomo (almeno così crediamo) di Berlusconi, cioè Gianfranco Micciché; mentre il Pd è diviso tra lombardiani, quindi filo governativi, e contrari all’attuale governatore.

Anche l’Udc, che assieme al Pdl aveva eletto Raffaele Lombardo alla presidenza, è attualmente uno dei più duri oppositori. Essendo queste le condizioni decifrare quale sia la politica che regge le sorti della Regione e, allargando l’orizzonte, dei siciliani, non solo è difficile, ma allarmante. Né si può parlare di maggioranze variabili di vecchia memoria, e neanche di contrapposta progettualità politica. Se poi aggiungiamo una feroce faida, anche personale, fatta di accuse e controaccuse sfociata in inchieste giudiziarie, il quadro oltre che allarmante è disastroso.

Chiedersi oggi verso dove va la Sicilia è una domanda che non ha risposta. Eppure la gente la esigerebbe. Il governo Lombardo opportunamente ha messo mano alle riforme, come la sanità, i rifiuti, l’energia, il personale, riforme che dovranno però essere attuate e che, quindi, hanno bisogno di un governo stabile con una maggioranza sicura che gli consenta di lavorare tranquillamente. Purtroppo, anche per chi come noi è ottimista, sembra difficile che ciò avvenga.

Troppi fantasmi si rincorrono per sperare che all’improvviso l’orizzonte si rassereni. Sia quello politico sia quello giudiziario. Perché ciò accada bisognerebbe credere ai miracoli. Se il miracolo non dovesse arrivare la Sicilia continuerà ad affondare.

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