Le cronache sulla tipologia di questa truffa contengono un lungo elenco di episodi e frequentemente appare il cognome “Restivo”, segno che i componenti di questa famiglia trapiantata ad Adrano vanno spesso in giro in ogni parte d’Italia e provano a racimolare soldi con una truffa che, però, ormai è conosciuta da molti.

Stessa tecnica, stessa truffa: quella dello specchietto. E ancora una volta a rendersi protagonisti di questo tentativo di spillare qualche centinaio di euro ai malcapitati automobilisti sono stati alcuni componenti della famiglia Restivo, residenti ad Adrano, noti negli ultimi anni per avere messo a segno colpi analoghi in diverse città d’Italia (leggi1leggi2). L’ultimo episodio a Cagliari.

I fratelli Michele e Vincenzo Restivo (foto in alto), di 25 e 23 anni, nati in Toscana ma residenti a Adrano, già noti per i numerosi precedenti, secondo l’accusa, hanno preso di mira una donna. La vittima, a bordo della sua auto, come da copione, è stata bloccata dai Restivo con la scusa di avere danneggiato loro l’auto, preventivamente segnata sulla fiancata con una vistosa strisciata nera per rendere ancora più credibile le rimostranze. Per compensare il danno, secondo il solito copione, i due hanno chiesto alla donna 120 euro, ma quest’ultima ha detto di possederne solo 20. Alla discussione hanno assistito alcune persone che, avendo compreso il raggiro, hanno chiamato il 113. Immediato l’intervento degli agenti della Squadra Volanti di Cagliari, che hanno raccolto le testimonianze e rintracciato poco dopo i fratelli Restivo. Per i due siciliani sono così scattate le manette per truffa aggravata, resistenza a pubblico ufficiale e danneggiamento.

Come ci si attendeva, è bastato pubblicare le foto sui giornali e molte persone hanno riconosciuto in uno dei due l’automobilista al quale avevano dato somme tra i 120 e gli 80 euro per la pretesa rottura di uno specchietto. Le denunce formalizzate sono tre ma molte altre sono state preannunciate da persone che si sono messe in contatto telefonico con la Questura. Denunce sono arrivate anche nelle altre tre Questure della Sardegna da parte di automobilisti vittime della truffa. “Ci hanno chiamato i colleghi di Sassari”, fa sapere il capo delle Volanti, Gianfranco Murgia, “perché sono arrivate decine di denunce per truffe dello specchietto messe a segno con le stesse modalità. Non è escluso che la banda sia la stessa che abbiamo arrestato noi”.

I due fratelli adesso si troverebbero (purtroppo per noi) nel loro Comune di residenza con l’obbligo di dimora in attesa del processo, dopo l’arresto di tre giorni fa.

fonti: articolo di Vittorio Fiorenza sul quotidiano La Sicilia/ UnioneSarda.it
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