*NOTIZIA DEL 29 APRILE SUL BLITZ: https://obbiettivoadrano.it/adrano-traffico-di-eroina-e-cocaina-in-manette-27-persone/ *

Traffico di droga alla stazione Fce. I signori dello spaccio in carcere

L’inchiesta Binario Morto condotta dalla Dda di Catania, guidata da Giovanni Salvi, regge quasi in toto davanti al Riesame. Tutti e 27 gli indagati, finiti in manette il 29 aprile scorso hanno, infatti, presentato attraverso i propri legali ricorsoal Tribunale della Libertà. L’organizzazione dedita al traffico di cocaina ed eroina che aveva scelto la stazione dismessa Fce come “bazar” dello spaccio, scoperta dalla polizia, avrebbe ai vertici Nicola Mancuso e altri uomini vicini al Clan Santangelo. La famiglia avrebbe concluso un accordo con i Rosano – Pipituni attraverso il quale avevano il permesso di trafficare in cocaina nella città etnea a condizione di rifornirsi dal gruppo.

Un quadro probatorio che ha convinto i giudici della Libertà che hanno confermato per 19 destinatari dell’ordinanza firmata dal Gip la custodia cautelare in carcere.Sostituita in arresti domiciliari la misura per 5 indagati, mentre per uno è stato stabilito l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria. Due posizioni sono state annullate ed è stata disposta la scarcerazione immediata: si tratta di Francesco Pirrello e Natale Rubolotta.

Il Tribunale della Libertà ha deciso per la sostituzione della misura detentiva ai domiciliari nei confronti di Dario Cantarella, Alessio Magra, Prospero Bua, Marco Ravità e Alfio Lo Curlo. L’avvocato Francesco Messina, difensore di Alessio Magra dichiara: “Al mio assistito era contestato il reato di detenzione e traffico di armi. Il Tribunale ha annullato l’ordinanza sul punto della detenzione, disponendo gli arresti domiciliari invece della misura in carcere”.

Annullamento parziale per Francesco Formica. Decaduti per l’indagato sia l’associazione a delinquere che l’accusa di traffico di droga: per lui il Riesame ha emesso un’ordinanza per l’obbligo di presentazione alla polizia giudiziaria.

Restano in carcere, invece, i rimanenti 19 indagati. Tra questi Nicola Mancuso, l’adranita conosciuto dall’opinione pubblica come il presunto assassino di Valentina Salamone, la 19enne di Biancavilla, con cui l’indagato avrebbe avuto una relazione extraconiugale ammessa dallo stesso Mancuso. La giovane venne ritrovata impiccata nel 2010 in una villetta di campagna dove la notte prima si sarebbe consumata – secondo la ricostruzione della procura generale di Catania –  una festa a suon di alcol e cocaina.

Confermata la detenzione in un istituto penitenziario anche per Biagio Trovato, Angelo Pignataro, Angelo Arena, Agatino Sangrigoli, Nino Longo, Salvatore Fiorenza, Angelo Lo Cicero, Salvatore Longo, Pietro Santangelo, Agatino Armenia, Salvatore Ricca, Nicolò Gianrizzo, Antonino Errigo, Antonino Zammataro, Giovanni La Rosa, Giuseppe La Manna, Valerio Rosano e Gaetano Zignale. Per tutti il Tribunale della Libertà ha escluso l’aggravante dell’ingente quantitativo di droga spacciata contestato dall’accusa.

L’inchiesta si fonda su un rilevante materiale audio e video: intercettazioni ambientali e filmati registrati dalle telecamere che hanno immortalato i momenti dello spaccio,dell’occultamento dello stupefacente sotto i binari del treno e anche azioni punitive nei confronti di “sodali” ritenuti addirittura gli autori di furti di droga. In alcune circostanze erano stati riscontrati dai trafficanti degli ammanchi, che in realtà erano dovuti all’intervento degli agenti del commissariato di Adrano che avevano trovato e sequestrato la cocaina. All’occhio della telecamera non sono sfuggite anche le vendite agli automobilisti in piazza ad Adrano, con scene anche di consumo delle cosiddette “piste di cocaina”.

Le contestazioni di reato si riferiscono al periodo temporale dell’informativa redatta dalla polizia e cioè l’anno 2012. Quando è scattato il blitz però a casa di Giovanni La Rosa sono state sequestrate tre pistole e 60 mila euro: elementi che fanno presupporre ancora l’esistenza degli affari criminali legati al traffico di droga: i cui proventi, secondo la polizia, servirebbero anche al mantenimento della detenzione in carcere di alcuni affiliati ai Santangelo.

FONTEhttp://catania.livesicilia.it/2014/05/20/traffico-di-droga-alla-stazione-fce-i-signori-dello-spaccio-in-carcere_293535/