Quando la pentola bolle e non si spegne il fuoco in tempo finisce che trabocca. Ora gli undicimila lavoratori degli Ato di tutta la Sicilia (non sapevamo che fossero così tanti) minacciano uno sciopero generale con un avvertimento drammatico: «Con il fermo delle attività di raccolta la Sicilia scoprirà che Napoli è già qui». Tra le tante disgrazie ci mancherebbe anche questa. Il problema è quello dei soldi che non arrivano per pagare gli stipendi. Tempo addietro il presidente Lombardo quantificò la somma necessaria a risolvere le pendenze degli Ato in 800 milioni di euro, pari a 1600 miliardi di lire. Una cifra enorme, forse lievitata nel frattempo, che la Regione in questo momento di crisi non è in grado di sborsare.
Finora si è andati avanti tamponando qua e là le emergenze senza affrontare di petto la situazione. Non è nemmeno pronto il Piano rifiuti da inviare al ministero dell’Ambiente per l’approvazione. Del resto non è un progetto che si può improvvisare. Ce n’erano due, uno del «comitato dei 15» presieduto dal prefetto Cancellieri e un secondo del «comitato dei 5» che tracciava delle linee guida. Non sono andati in porto né l’uno e né l’altro. I termovalorizzatori non si sono voluti perché sovradimensionati e con sospetti di infiltrazioni mafiose, ora si vorrebbero ma più piccoli, e magari uno per provincia, e si deciderà solo dopo il risultato della raccolta differenziata. Un po’ come l’asino di Buridano: li facciamo, non li facciamo, come li facciamo? Intanto la situazione è diventata esplosiva proprio in un momento di confusione a livello nazionale e di situazione drammatica delle casse regionali, per non parlare d’altro.
Ai siciliani interessa sì la politica ma vogliono soprattutto poter vivere in una terra normale, senza dover scansare i cumuli di rifiuti portando a spasso i propri bambini. [Tony Zermo su La Sicilia]

Ad Adrano intanto imperversa lo sciopero degli operatori ecologici che protestano per il mancato pagamento dello stipendio di ottobre. Ad incrociare le braccia nei 18 Comuni dell’Ato 3, solo i lavoratori di Adrano e Paternò. Lavoratori decisi ad andare sino in fondo. «La protesta – dicono – continuerà ad oltranza e quindi sino a quando non arriveranno i soldi della paga di ottobre». Sono visibili i segni della protesta, lungo i marciapiedi delle strade cittadine s’ingrossano i cumuli di spazzatura e buste di rifiuti si trovano ormai ovunque.

Da sottolineare che ad Adrano non ha aderito allo sciopero la totalità degli operatori ecologici: su 60 netturbini impegnati nel cantiere adranita, una decina ha deciso di lavorare. Ciò ha contribuito a limitare i disagi. Tra i dieci netturbini che hanno lavorato ci sono alcuni autisti, pertanto si è proceduto allo svuotamento dei cassonetti con gli autocompattatori, cassonetti quindi che non sono colmi di rifiuti. Spazzatura che invece è per strada, sparsa in ogni angolo del paese, perché non è stato effettuato neanche ieri il servizio di raccolta porta a porta. «Siamo amareggiati e delusi – dicono i lavoratori – si ripete la stessa drammatica storia mensile. Protestiamo soprattutto contro la ditta che riceve i soldi dall’Ato, ma non li utilizza per pagare gli stipendi di noi lavoratori. A questo punto chiediamo la rescissione del contratto della ditta. Ma le nostre preoccupazioni aumentano: con questo andazzo come riusciranno a darci anche la tredicesima fra qualche settimana?». [Salvo Sidoti su La Sicilia]
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