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di Giuseppe Bellia

ADRANO (CT) – Il fiume Simeto avvolto nella schiuma degli scarichi civili provenienti dalla rete fognaria di Adrano. è questo l’inquietante “spettacolo”, testimoniato dalle foto, a cui si può assistere, giungendo nei pressi del ponte Saraceno: il riversamento dei liquami direttamente sulla foce, senza alcuna depurazione in atto a tutela dell’area protetta dell’oasi.

L’increscioso fatto ambientale è rimasto solo per poco tempo al coperto dalla conoscenza pubblica. A smascherare l’incriminata schiuma, non le autorità pubbliche preposte alla vigilanza, ma una “vulcanica” rappresentante della società civile. L’autrice della scoperta è stata Angela Anzalone, docente d’Italiano, donna dalla spiccata personalità ecologica e dall’impavido carattere. “Era il mese di settembre del 2008 – ha raccontato la Anzalone in esclusiva al Qds – quando nel corso di una passeggiata mi sono imbattuta in questa scoperta”. La docente, insospettitasi di quanto visto, ha approfondito la vicenda cercando riscontri tangibili sull’ipotesi dell’inquinamento in atto a causa del riversamento di rifiuti reflui di defecazione. Si è subito attivata, mettendosi in contatto con chi vive e lavora sul fiume. L’ipotesi, ancora tutta da confermare dell’inquinamento è una certezza per l’Anzalone, che in merito ha raccolto delle testimonianze.

“Diversi pescatori della zona hanno trovato pesci deformi e mi hanno riferito che sono pronti a testimoniare”: l’insegnante per sollevare la gravità dei fatti della schiuma sospetta ha presentato alla Procura della Repubblica di Catania due denunce, affinché anche la magistratura prenda conoscenza del caso. Al contempo, la Anzalone ha informato sull’accaduto tutte le autorità pubbliche, fra cui la Prefettura e l’assessorato provinciale all’Ambiente e alle Aree Protette di Catania.

Ma dalla vicenda meramente giuridico-ambientale passiamo a quella politico-istituzionale. Contattato in merito, il sindaco di Adrano, Pippo Ferrante, fa quadrato sulle responsabilità tecnico-amministrative della vicenda, chiamando in causa l’ente gestore, l’Acoset: “Noi abbiamo un sistema di depurazione – spiega il primo cittadino – ma abbiamo un contratto di affidamento all’Acoset, sia del sistema fognante sia del sistema di depurazione. Abbiamo già mandato più lettere di diffida all’azienda, affinché provvedesse ai lavori della rete fognaria. Sin dall’inizio del mio insediamento – ha rilevato Ferrante – resomi conto dello stato delle condutture, ho ottenuto una delibera dal Consiglio comunale, dando mandato all’avvocato Mineo d’indagare su come operare in merito. Occorre investire molte risorse perché Adrano, come quasi tutte le città siciliane, è stata costruita in modo abusivo”.

La vicenda ha avuto una repentina evoluzione dopo la prima intervista rilasciata dal sindaco. Il 3 giugno si è tenuta una conferenza di servizio fra i rappresentanti dell’Acoset, con a capo il presidente Pippo Giuffrida e il sindaco adranita. Dall’incontro sembra che le parti si siano riavvicinate, ma a conclusione del vertice , Ferrante ha lanciato un ultimatum all’ente gestore. “Entro 15 giorni – ha chiesto – ci dicano dall’Acoset quanto sono disposti a spendere per la rete fognaria e noi indicheremo le priorità su cui intervenire”. Contattato in merito alla vicenda, il presidente dell’ente gestore non ha rilasciato dichiarazioni ufficiali il presidente dell’ente gestore.

Dunque, la vicenda degli scarichi civili sull’area protetta del Simeto non è giunta al suo epilogo: i contorni finali di questa “schiumosa” vicenda sono tutti da definire, fra Comune d’Adrano ed Acoset. Nel frattempo, nel Simeto continuano a riversarsi i rifiuti reflui delle condotte adranite sott’accusa, in attesa che, la situazione di stallo giunga ad una svolta, con gli interventi strutturali necessari per la depurazione delle acquee della condotta.

(foto QdS)

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