pistacchi

Un nuovo studio condotto da alcuni scienziati spagnoli e pubblicato su  Diabetes Care, pone l’accento sul fatto che un consumo regolare di pistacchi potrebbe aiutare a ridurre il rischio di diabete di tipo 2 nei soggetti pre-diabetici. L’indagine infatti ha dimostrato che le persone in stato di pre-diabete presentavano bassi livelli di zucchero nel sangue e insulina dopo aver mangiato 2 grammi di pistacchi al giorno.

Originario del Medio Oriente, questo particolare frutto dona un grande apporto calorico al nostro organismo senza appesantirlo con grassi e zuccheri. In Italia sono molto rinomati i pistacchi di Bronte ed Adrano alle pendici dell’Etna, tutelati dal marchio DOP.

Il team di ricerca ha reclutato 54 adulti pre-diabetici, suddividendoli in due gruppi. A entrambi è stata fornita una dieta a base di carboidrati (50%), grassi (35%) e proteine (15%), ma uno dei due gruppi ha aggiunto 57 grammi di pistacchi, da consumare durante la giornata. Per riuscire a ottenere le stesse calorie e grassi il gruppo di controllo ha aggiunto dell’olio di oliva.

Al termine dello studio, durato quattro mesi, i livelli di zucchero nel sangue a digiuno e i marcatori relativi all’insulino-resistenza erano notevolmente diminuiti nel gruppo che aveva consumato pistacchi. Il gruppo di controllo, invece, presentava gli stessi valori ma al di sopra della norma.

Dopo quattro mesi ciò che non era cambiato era il peso dei partecipanti, rimasto pressoché invariato. Di rilievo invece la diminuzione dell’utilizzo del glucosio da parte delle cellule immunitarie coinvolte nell’infiammazione e le molecole circolanti di segnalazione infiammatoria.

“Anche se in questo lavoro sono stati esaminati i pistacchi, credo che gli effetti benefici sul metabolismo del glucosio siano condivisi da tutta la frutta secca, in quanto possiede una composizione generale contenente molti composti bioattivi, che possono apportare un benefico effetto nei percorsi biologici che portano alla resistenza all’insulina e al diabete”, commenta il dottor Emilio Ros, direttore della Lipid Clinic – Servizio Endocrinologia e Nutrizione dell’Ospedale di Barcellona.

Il dottor Ros specifica che mangiare noci su una base regolare sembra migliorare alcuni parametri critici e i risultati relativi agli studi sul consumo di mandorle e noci sono molto simili. L’unico problema sarebbe un’eventuale allergia alla frutta secca.

I ricercatori, infine, ricordano che pistacchi e frutta secca in generale hanno un elevato apporto calorico, dunque è consigliabile ridurre le calorie assunte con altri cibi quando si consumano quotidianamente.

La ricerca è stata finanziata dalla Paramount Farms e da alcuni coltivatori americani di pistacchi.

– Elisa Corbi

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