fonte: quotidiano La Sicilia

Roma. L’Antimafia richiama i Prefetti che ancora non hanno inviato, nonostante i ripetuti solleciti, le indicazioni richieste su liste ed eletti delle ultime amministrative. Un atto non burocratico perché mancano proprio quei dati per chiudere il lavoro di verifica sull’applicazione del Codice di autoregolamentazione varato prima delle recenti elezioni amministrative e già ora il quadro che esce è sconsolante. Le liste sono «gremite di gente indegna di rappresentare qualcuno», dice Beppe Pisanu tracciando un bilancio del lavoro che non può concludersi da ormai molte settimane. Il dato che colpisce è che dalle liste sono emersi tanti candidati che non hanno pendenze solo per quei reati che erano stati individuati e codificati dall’Antimafia, ma presentando una «griglia» molto più ampia: c’è di tutto. «Cosicchè l’immagine che se ne ricava è che la disinvoltura nella formazione delle liste sia molto più allarmante di quella che noi abbiamo immaginato», aggiunge Pisanu raccogliendo il plauso e la condivisione di tutta la commissione. L’Antimafia condivide anche la linea dura adottata. Ora rinnoverà l’invito alle 5 Prefetture che hanno totalmente omesso di fornire i dati (Agrigento, Mantova, Messina, Catania e Bolzano) e alle 25 che hanno fatto avere dati ritenuti insufficienti (tra le altre Milano, Latina, Viterbo, Savona, Terni, Bergamo, Isernia ed Enna) dando una nuova settimana per fare il punto e poi convocherà a San Macuto i Prefetti affinché spieghino la questione.
«Se entro una settimana non arrivano i dati, vuol dire che verrete voi, signori prefetti, a spiegarci in commissione che cosa è successo», ha detto Pisanu.
La linea dura è condivisa dal Pd, con la Garavini e Veltroni e da Fli (Granata e Napoli) ma anche dal senatore del Pdl Raffaele Lauro che parla di «tiepidezza istituzionale». In particolare Fabio Granata, vice Presidente , ha ricordato che per aver fatto una analoga denuncia in agosto in Senato «è stato ‘messo in crocè». Ora, ha insistito, «avanti nella completa individuazione dei nomi e nella loro comunicazione al Parlamento e all’opinione pubblica».
Laura Garavini, capogruppo Pd segnala che la denuncia emersa «è lo specchio fedele di una situazione gravissima». «Il ministero dell’Interno fino a oggi si è disinteressato del problema, opponendo un muro di gomma alla maggior parte delle richieste di informazione avanzate dalla Commissione». Anche Veltroni pigia sull’acceleratore: quanto accaduto è «al limite dell’incidente istituzionale». «Per l’ennesima volta – ha detto – ho sollevato il problema: da mesi non abbiamo le risposte dei prefetti, il che è una cosa grave.
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