fonte: Salvo Sidoti su La Sicilia

La struttura istituita per tutelare i beni archeologici dell’area etnea nell’ex convento Spirito Santo

A una svolta la fruizione del patrimonio archeologico di Adrano che costituirà la parte più preziosa del Parco archeologico della «Valle del Simeto», istituito dalla Regione siciliana nell’ambito di un piano che ridisegna il sistema della gestione dei beni culturali in Sicilia.
L’obiettivo è quello di creare un moderno strumento di fruizione culturale, una sorta di «Museo all’aperto», per la tutela dei beni archeologici nell’ambito di specifici comprensori.
E nel comprensorio etneo sorge uno dei quattro parchi archeologici del Catanese: si chiama Parco «Valle del Simeto e delle aree archeologiche del comprensorio vallivo e dei comuni limitrofi», che si estende tra Motta Sant’Anastasia e Bronte.
La scelta della sede del parco è caduta in maniera naturale su Adrano, sia per l’importanza delle sue aree archeologiche (ricordiamo solo quelle delle Mura dionigiane e del Mendolito), ma anche per il Museo regionale ospitato all’interno del castello normanno. L’amministrazione comunale adranita ha messo a disposizione i locali dell’ex convento Spirito Santo per ospitare la sede del Parco.
Con le nuove nomine delle strutture dirigenziali, sarà la dott.ssa Gioconda Lamagna la direttrice del Parco, incarico per il quale dovrà lasciare la direzione del museo adranita dopo un’intensa attività di valorizzazione della struttura.
Il nuovo direttore del museo è l’arch. Nello Caruso, a seguito della creazione dell’Unità operativa «Museo Regionale di Adrano e antiquaria, biblioteca, identità siciliana, educazione permanente e promozione culturale».
Altre posizioni dirigenziali del Parco saranno l’Unità Operativa di «Staff, risorse umane e formazione, contabilità e sicurezza», diretta dall’arch. Alfio Anzalone, e l’ unità operativa «Scavi, monitoraggio, manutenzione e restauro», diretta dal dott. Sebastiano Fazzina.
Il Parco, inoltre, avrà una struttura amministrativa con un Comitato tecnico scientifico che prevede la partecipazione del sovrintendente ai Beni culturali e Ambientali, dei sindaci dei territori interessati e di tecnici con specifiche competenze.
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