La notizia era datata settembre 2010 (leggi). Con il decreto assessorale n. 38/Gab. del 28 agosto 2010, dell’ ASSESSORATO AL TURISMO, ALLO SPORT E ALLO SPETTACOLO della Regione Sicilia era stato approvato il Piano Settoriale che costituisce lo strumento di programmazione per l’individuazione delle località a vocazione turistica (individuazione dei territori che hanno acquisito un riconosciuto “livello di turisticità”), e riferibile a tutte le linee di intervento del PO FESR 2007 – 2013 di competenza dell’Assessorato al Turismo.
In particolare il piano rivestiva e riveste tutt’ora un’importanza fondamentale ai fini dell’utilizzo e della destinazione dei fondi dell’Asse 3 del PO FESR 2007/2013, “Valorizzazione delle identità culturali e delle risorse paesaggistico-ambientali per l’attrattività turistica e lo sviluppo” e dell’Obiettivo Specifico 3.3. relativo alle misure volte a “rafforzare la competitività del sistema turistico siciliano attraverso l’ampliamento, la riqualificazione e la diversificazione dell’offerta turistica ed il potenziamento di investimenti produttivi delle filiere turistiche”.
Ricordiamo che per la provincia di Catania, le località inserite nel Piano erano: Catania, Acireale, Caltagirone, Adrano, Paternò, Bronte, Riposto, Nicolosi, Linguaglossa, Zafferana Etnea, Castiglione di Sicilia, Randazzo, Aci Castello.
Qualche giorno fa la novità: l’Ass. regionale al Turismo, Daniele Tancrida (foto a lato), firma il nuovo decreto che stabilisce i 57 Comuni siciliani a vocazione turistica, che comprendono le nove città capoluogo di provincia, i borghi più belli d’Italia riconosciuti dalla Consulta del turismo all’Anci, insieme ai centri che vantano beni dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’Umanità, le isole minori e 24 centri di “conclamata valenza storico-turistica”. Questo quanto sancisce il decreto che sostituisce il vecchio, varato nel mese di agosto e revocato nel novembre successivo, per individuare, dopo aver sentito i rappresentanti dell’associazione dei comuni (l’Anci) e delle associazioni di categoria del turismo, nuovi criteri di selezione basati su parametri certi e quantificabili, che rispecchiassero la reale capacità di attrazione turistica delle località.
E’ stato rimarcato come altri centri potranno aggiungersi alla lista se in possesso delle caratteristiche e dei requisiti fissati dal bando approvato con lo stesso decreto, che sarà pubblicato sulla Gazzetta ufficiale della Regione siciliana, sul sito dell’assessorato al Turismo e su euroinfosicilia.it.
«Queste località – ha affermato Tranchida – saranno inserite nel Piano settoriale per l’attivazione delle linee di intervento del Programma operativo Fesr 2007/2013, strumento di programmazione delle misure comunitarie riferibili all’assessorato al Turismo. Questo riconoscimento comporta, quindi, un elemento di premialità per ottenere i finanziamenti comunitari che saranno messi a bando per riqualificare e diversificare l’offerta turistica». In sostanza, l’elenco istituisce una corsia preferenziale per l’accesso ai finanziamenti comunitari.
I Comuni che vogliono dunque essere inseriti nella lista devono presentare una manifestazione di interesse e possedere almeno quattro dei parametri oggettivi che saranno valutati da un’apposita commissione. Secondo il decreto le caratteristiche richieste sono: l’adeguata presenza di beni culturali, artistici e architettonici; la collocazione all’interno di parchi regionali; la localizzazione paesaggistica e naturalistica; la persistenza e la tutela dei centri storici; l’adeguata dotazione di strutture ricettive; l’organizzazione, da oltre un triennio di manifestazioni, rassegne o grandi eventi culturali e un’adeguata presenza turistica, in base ai dati riferiti agli ultimi tre anni.

Un decreto che sembra “ragionevole” ma che di fatto esclude comuni che fino a qualche mese fa erano “dentro”, come Adrano. Inevitabili quindi le polemiche.
Tra i primi Lino Leanza (Mpa). «Dall’elenco – spiega Leanza – sono stati esclusi diversi centri siciliani la cui economia ruota inequivocabilmente intorno al settore turistico. Devo esprimere incredulità e stupore – continua Leanza – perchè tra gli esclusi ci sono Comuni per i quali la voce turismo rappresenta una fetta cospicua di reddito per i residenti. Alcuni esempi nella provincia di Catania sono quelli della fascia costiera che attira centinaia di migliaia di turisti nelle spiagge tra Fiumefreddo, storica Bandiera blu, e Calatabiano, che oggi con il recupero del suo maniero è divenuto protagonista di una nuova stagione di rilancio, con migliaia di visitatori l’anno. Potremmo citare anche Mascali, Riposto, Acicastello, Nicolosi o Aidone, in provincia di Enna, dove un nuovo flusso si attiva intorno ai beni culturali. Ho chiesto all’assessore regionale al Turismo Tranchida, che ha manifestato ampia disponibilità di approvare al più presto un decreto integrativo nel quale inserire i nuovi comuni esclusi in prima battuta, affinchè non perdano la premialità nella concessione dei relativi finanziamenti. Ho ricevuto in queste ore diverse sollecitazioni da molte amministrazioni comunali che si sentono ingiustamente escluse. Ritengo indifferibile avviare un percorso di verifica, perché considero necessario un decreto integrativo urgente per garantire pari condizioni di accesso ai finanziamenti europei».

Uno scontro interno alla maggioranza, insomma, che acuisce ancora di più il divario tra Leanza ed un partito che sembra sempre più andargli stretto (si vocifera da tempo di un passaggio all’Udc). Il decreto, che inizialmente conteneva 57 località, è stato giovedì integrato con altri 31 comuni. Ai comuni individuati in precedenza si erano quindi aggiunti quelli di Campobello di Mazara, Castelvetrano (Selinunte), Custonaci, Sant’Agata di Militello, Gioiosa Marea, Patti, Piraino, Capo d’Orlando, Portopalo di Capo Passero, località premiate con le vele della Guida blu di Legambiente e Touring club italiano; Castellamare del golfo, Alcamo, Siculiana, Cattolica, Palma di Montechiaro, Burgio, Santo Stefano di Camastra, Letojanni, Tusa, Forza d’Agrò, Pachino, Grammichele, (Marzamemi), Riposto, Nicolosi, Acicastello, Gagliano Castelferrato, Aidone, Nicosia, Mussomeli e Terrasini, per la loro conclamata storica valenza turistica; Ferla e Sant’Alfio in quanto detentori di beni dichiarati dall’Unesco patrimonio dell’umanità.

Il nuovo elenco sta però ancora stretto al deputato regionale dell’Mpa, Leanza, che bacchetta, stavolta apertamente, l’assessore Tranchida, parlando di «un incomprensibile maldestro aggiustamento della lista dei comuni turistici che non rende ancora giustizia a quei soggetti prima inseriti e adesso esclusi. Continua a restar fuori – aggiunge – Fiumefreddo, da tantissimi anni Bandiera blu nonostante siano inserite altre località insignite dello stesso riconoscimento. Sempre nel catanese è fuori Calatabiano, che con Fiumefreddo possiede un litorale affollato ogni estate da migliaia di vacanzieri. Restano fuori Randazzo, Motta Sant’Anastasia, Zafferana o Sant’Alessio nel messinese. E tanti altri comuni che possiedono questa tanto conclamata valenza turistica storica artistica. Diciamo no ai figli di un dio minore. Occorre senza dubbio riaprire i termini per tutti i comuni, senza altre polemiche e senza alimentare ulteriori illusioni in chi prima era nell’elenco e adesso si trova fuori. La nuova mappa ci pare fortemente discrezionale e contraddittoria. Chiediamo giustizia con criteri chiari e conseguenti graduatorie».

A questo punto è arrivata la replica dell’assessore Tranchida. «Qualsiasi polemica da parte di chi ritiene che qualche comune sia stato penalizzato è non soltanto inutile, ma anche strumentale perché immotivata. Tutti i comuni che ritengono di averne i requisiti possono rispondere all’avviso pubblico per essere inseriti nella lista. Lo abbiamo detto e più volte ripetuto ma, evidentemente, non tutti lo hanno capito. È falso, poi – aggiunge Tranchida – che comuni inseriti nel primo decreto, siano stati adesso esclusi, come attestato con chiarezza dagli atti. È la dimostrazione che dietro le polemiche c’è la vecchia, miope difesa feudale di interessi campanilistici da parte di chi cerca facile pubblicità in precampagna elettorale per le amministrative. Le località individuate nel decreto sono state, invece, scelte sulla base di conclamate caratteristiche che ne attestano la vocazione turistica, certificata da riconoscimenti e premi di organismi di rilievo nazionale e internazionale».

Polemiche, come sempre, anche ad Adrano. In una nota diffusa dal Pdl adranita si legge che, “nonostante la maggioranza avesse fatto deliberare dal Consiglio comunale la vocazione turistica della nostra città, questa non entra nell’elenco della lista dei Comuni siciliani individuati dall’Assessorato regionale al Turismo. Una città che vanta un patrimonio artistico di notevole ed inestimabile valore: il Castello normanno, il Ponte dei saraceni, il Monastero di Santa Lucia, il parco archeologico di Via Ctania, la città del Mendolito, etc. .[…] Una bocciatura in linea con il declassamento di Adrano nel GAL, dove ha perso il ruolo di Comune capofila e con l’assenza di una politica di valorizzazione del nostro patrimonio artistico e turistico”.

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