Scompare a Milano all’età di 68 anni Nino Mustica, artista tra i più poliedrici e sperimentatori dell’arte contemporanea italiana.

26238773_10157168738784517_7779753508746087304_nNato ad Adrano in provincia di Catania nel 1949 e milanese di adozione, Nino Mustica si avvicina all’arte fin dalla tenera età, grazie ai genitori che gli trasmetteranno passioni e interessi che, da adulto, riuscirà a plasmare in opere in cui si fondono l’essenza della pittura, della scultura e dell’architettura: la madre infatti lo inizia alla pittura e alla musica, il padre ingegnere al disegno e all’architettura.  Si forma in Italia, all’Accademia di Belle Arti di Roma, ma saranno i viaggi e la conoscenza acquista osservando da vicino le opere dei grandi maestri a conferirgli la statura di artista poliedrico e internazionale: approfondisce la conoscenza della storia dell’arte visitando i musei d’Europa e del mondo durante lunghi soggiorni nelle capitali del Nord, che amava definire una “lezione grafica”, e in quelle del Sud, una “lezione pittorica”.  Tra i suoi maestri e punti di riferimento spiccano Giotto, “il primo artista astratto-cromatico della storia”, Piero della Francesca, “il primo concettuale, colui che per primo adotta una costruzione geometrico-matematica”, e poi gli espressionisti tedeschi, Matisse, Klee e Kandinskij. I soggiorni a Londra e Copenhagen, all’inizio degli anni Settanta, e quello a New York, nei primi anni Ottanta, rappresentano per Mustica le esperienze più significative del suo percorso.

OFK4147E sarà proprio a Londra che Mustica inizia il percorso che lo condurrà dalla figurazione all’astrazione, a cavallo tra gli anni Sessanta e Settanta: in Inghilterra scopre le sperimentazioni che allora  stavano rivoluzionando l’universo della musica, arte che Mustica considera, proprio come Kandinskij, la più vicina allo spirituale e in grado di influenzare le altre forme espressive. Un percorso di vita, quello di Mustica, che è un tutt’uno con il suo percorso artistico, caratterizzato da una continua ricerca che dalla pittura transita nella multimedialità, coniugando aree, saperi e discipline diverse. La svolta nella sua pratica artistica arriva nel 1994, quando inizia a elaborare la sua pittura dandole forma e concretezza, attraverso un programma di computer grafica e modellazione 3D: il dipinto, realizzato con la tecnica tradizionale, viene rielaborato al computer e ridipinto, ottenendo così una forma pittorica tridimensionale. Il risultato finale è una pittura solida che dalla tela diventa rendering animato e figuratività architettonica, fino alla sua materializzazione. Tecnica, questa, lo porterà a realizzare serie di vere e proprie pitture scultoree, da lui chiamate Pitture solide, vere e proprie architetture che lo hanno reso celebre in tutto il mondo. Tra le serie più famose, Unstoppable Spirit, di cui nel 2014 è stata esposta un’opera – realizzata in collaborazione con il direttore del design di Land Rover Gerry McGovern – a Londra in occasione della Frieze Week. Ma la serie più avveniristica è sicuramente Mustica Tower, grafiche digitali in cui pittura e architettura si fondono in forme e cromie ardite.

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– Fonte: artribune.com