Ciao a tutti,

Oggi pubblico una piccola cosa (tanto piccola non è) scritta da Rosa Lo Cicero. Incoraggiata dal padre che precedentemente ha scritto un piccolo articolo su questo blog, la donzella ha deciso di onorarci parlandoci della sua esperienza di scrutatrice!! E visto che in questo periodo il tema tira parecchio… Direi di darci un’occhiata! Ovviamente vi consiglio la lettura… Anche perchè sono in conflitto d’interessi visto che è un mia grande amica.
Quindi:Vale la pena farsi raccomandare per fare lo scrutatore?
leggete e giudicate 😀

Ps: Oggi è il 15 anniversario del genocidio in Rwanda. I media sorvolano sull’accuduto. Un grosso ringraziamento va all’ONU e molti uomini di chiesa condannati e indagati per mancato soccorso e collaborazione al genocidio. (per saperne di più: http://www.beppegrillo.it/)

17/06/2008
Elezioni ”politiche”..

Premessa:
io non ne capisco granché di politica, nemmeno della sua etimologia… So solo che deriva dal greco ”Polìs”, ossia ”città”… Aggiungendo ”’-‘ica” dovrebbe venir fuori qualke cosa tipo”studio della città”….ahahahahahah. Cxxxte… Teoricamente sarebbe l’arte di governare una città.ahahahah. Ancora cxxxxe.
Comunque… Per la prima volta mi sono involontariamente ritrovata a ”vedere” le persone ke stanno dentro al concetto di politica ”durnese” e aggiungo questo aggettivo perché qualifica un modello raro e moooolto particolare di gente… Loquace, attenta, paziente, sensibile, perspicace, con uno spiccato senso politico o ”collettivo”, mai e poi mai portatrice di interesse proprio nelle varie ed eventuali discussioni in materia”politica”, gente che preferisce il voto e non le preferenze, il gruppo al singolo.

oh Gesù mio……. Ovviamente i ”durnes-ici” (i politici di Adernò), i futuri sindaci e candidati si presentano alle elezioni e sono molto umili e gentili, si curano della gente e mai dico mai chiedono: ”cumu simu mesi?”…”e gghieu!?”…. ”forza,su andiam a festeggiar!”. Ma ecco cosa ho visto della polìs… .

2 giorni d lavoro da scrutatrice… E’ stato interessante e devo dire anche piacevole, forse perché ho incontrato gente in gamba e tranquilla, ho fatto amicizia, ho fatto gruppo e ho cercato di capire la storia di ogni persona che entrava a votare e mi dava i dati e io in quei dati ci vedevo numeri, paesi, città (soprattutto straniere, in particolare tedesche, un sacco di donne dalla Germania vengono a sposarsi qui…), mi immaginavo la loro vita e vedevo :

• le coppie di anziani che da 50 anni stavano insieme, persino per andare a votare(alcuni si facevano rimproverare perché o volevano entrare insieme nelle cabine per aiutarsi nel comprendere i simboli dei partiti o, non potendo fare ciò, si parlavano da una cabina all’altra ad alta voce come se nessun altro fosse lì ad ascoltarli… ”graziella!!!ma runni si mitta a croci???”…ahahahahahah…e giù con i rimproveri burocratici dall’esterno delle cabine…e io, sorridevo..;
• il vecchietto arrabbiato che si fa dare le schede e non capisce perché sono 2, poi se lo fa spiegare, entra in cabina, vota (un quarto d’ora, di cui 8 minuti almeno per piegare le schede, quindi 8 minuti di suono di carta nuova che viene maneggiata per nascondere l’espressione del voto agli occhi degli altri e riporla poi accuratamente negli appositi box…) ed esce di lì incazzato come un giapponese che non sa fare un orìgami, che si sente ”poco parte” del paese ed incomincia a sbraitare: ”simpri sti cusi cumpliicati! ma ieu nu sacciu va…arrivedecci!mah…” ed esce dalla sede, continuando a spiegare il motivo delle invettive anche a qualche sconosciuto che incontra al momento;
• la donna-vigilessa sicura di sé e del suo voto che conosce tutti e non esce la tessera d’identità, perché ‘si sa chi sono’, che entra, vota ed esce e saluta e scappa… Ovviamente si deve sbrigare a mantenere l’ordine in paese, chiederà lei la tessera identificativa a chi ‘non si sa chi sono’, ma si sa che hanno parcheggiato la macchina nel posto sbagliato, e lei cosi farà la sua cara multa, scriverà, firmerà, saluterà (seguita da una contro risposta ”colorita” come il simbolo del partito da lei precedentemente votato), se ne andrà…;
• la famigliuola attrezzata di almeno 3 figli al seguito, 1 in braccio, l’altro col papà ed un’altro/a nel pancino di mammà; ovviamente la coppia si dà il cambio per votare e mantenere i bambini che incuriositi da quelle cabine verdi e lunghe e rettangolari dove solo 1 persona può entrare, cominciano a fare domande o a piangere perché anche loro vogliono entrare e svelare il mistero della cabina aliena (sono dei bagni ecologici? dei confessionali padani? e poi perché non c’è la porta???… ’un giorno ci entrerò’… Povero bimbo, speriamo ci entrerai con le tue idee e la tua testa leggera e voterai il simbolo di un partito dove vi è raffigurato un prato, una farfalla e un fiore, forse rappresentante delle idee di un poeta non rassegnato, o semplicemente da un hippie risorto dai ’60 che si ribella dai vari slogan come ”per il Mio paese, per la libertà del popolo, la giustizia, la forza dei fatti, per la matita-copia che ci danno alle votazioni, per un lavoro precario ma costante nel ripetersi mensilmente, per un gettone di presenza, ecc..” per sostituirlo con uno alla pari credibile, ai giorni nostri, come ”pace, amore e comprensione”, o ”sesso, droga & rock’n’roll” per i più spinti… Chissà se il bimbo capirà..) così poi i genitori escono ed il bambino smette di piangere, ma io immagino il padre che piange alla fine delle elezioni, col risultato in fronte, chissà se capiremo se piange per gioia o dispiacere…;
• le ragazzine truccate, con tanto di tacchi e minigonna, rigorosamente nate nel ’90 e con la tessera elettorale immacolata, che ti consegnano la carta d’identità già aperta, con foto in bella vista ”però non sono venuta tanto male…”, che salutano, votano, sverginano con un bel colpo di bollo la loro tessera ed escono guardandola per 3 minuti almeno, lasciando una scia di profumo che durerà per altrettanti minuti dentro la sede, dove però per un pò si smussa l’odore di petrolio delle schede elettorali;
• la vecchietta del quartiere con l’amica del cuore consegnano insieme i documenti ed io immagino ”cca biddu ma fegghiu ni sta carta stampata… Minumali ca sacciu cumu si chiama…”, e l’amica del cuore che la supporta, quindi si esce con 1 a 1 e voto al centro per un candidato dalla mamma affettuosa e l’amica generosa;
• poi entrano le persone che contano di più, quelle che come nome hanno ”dottore, professore, ingegnere, arkitetto, onorevole, assessore, ecc…” seguiti dal loro cognome, ma mai appellati col loro nome di battesimo, e mentre si sbrigano i documenti si sente per 5 minuti nella sede finire una frase col loro appellativo ”si dottore, ovviamente signor onorevole, non si preoccupi professore, arrivederci a lei vossia signoria….”, chissà se il loro voto vale il doppio, visto l’uso frequente del plurale maestatis;
• la gente ”normale”che fa tutto tranquillamente, con umiltà sorride e poi si gira verso i cartelloni delle elezioni e vedo che l’arco al basso del loro viso si fa incerto ma ancora speranzoso… .

Insomma, tanta gente, questa è la polis che ho visto, impossibile da rappresentare sotto il nome di una sola persona, difficile da racchiudere in uno slogan che sa di ”masticato”. Gente che non è da governare, ma da conoscere, con cui dialogare. Poi magari si può fare un passo avanti verso il confronto, e lasciar dietro l’arroganza e le schede vuote, bianche che nessuno avrebbe più voglia d’ ”accattarsi” perché o ”sali tu” o ”salgo io” so che ti potrò parlare e tu non mi comanderai. Buone cose politiche…

p.s.”musica libri e comprensione”’. (…)

—-> http://obbiettivo-adrano.blogspot.com/