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“La situazione è drammatica”. Non usa mezzi termini da Bruxelles il governatore Rosario Crocetta nel descrivere lo stato disastroso dell’economia isolana nei settori della pesca e dell’agricoltura.

Il presidente della Regione parla di “accordi fallimentari” con i Paesi del Nord Africa, “in particolare l’accordo Eu-Marocco”, senza “alcuna norma di salvaguardia per i Paesi Ue che si affacciano sul Mediterraneo”.

“La politica Euromediterranea non può escludere la Sicilia ed i Paesi del sud Europa – ammonisce Crocetta -. Occorrono misure urgenti che sottoporrò all’attenzione della Commissione europea e del governo italiano”. Nelle intenzioni del governatore, la proposta di “una legge che consenta di bloccare l’import dei prodotti agricoli laddove il prezzo dei prodotti provenienti dall’estero scenda al di sotto del 30% del costo di produzione siciliano”.

Crocetta, che si proclama “super-europeista”, precisa: “Occorre che l’Europa comprenda che Regioni come la Sicilia fanno parte del sud del mondo e quindi non si possono fare accordi internazionali che danneggiano le nostre produzioni senza misure di salvaguardia o compensative come avviene attualmente”.

Il tema è quello di una concorrenza non sempre leale, “poiché, mentre in Ue prevalgono norme molto rigide, tali norme non si applicano nei Paesi extra-europei”.

Secondo il presidente della Regione, “rischiamo di essere travolti dalle logiche della politica europea”. E i dati lo dimostrano: la produzione delle arance ha un costo minimo di produzione di 35 centesimi al chilo, ma sul mercato vengono vendute a 8 centesimi; i pomodori ciliegini costano un euro ma si vendono a 25 centesimi; le melanzane e il grano duro al chilo costano 50 centesimi, contro i 5 centesimi sul mercato delle prime e i 2 del secondo.

“La Sicilia rischia la desertificazione”, conclude Crocetta da Bruxelles.

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