fonte: Sud Free-Press
Il Presidente Lombardo non può restare al vertice della Regione Siciliana perché sta compromettendo (ancora di più di quanto già non lo sia) l’immagine della Sicilia e dei siciliani. A quei sostenitori dell’antimafia, che hanno sempre criticato l’operato di chi è stato colluso con la mafia, oggi si rimprovera l’appoggio ad un governo su cui gravano pesanti accuse di collusione con la mafia, da come emerge dalla stampa.
Di fronte a ciò che tutti abbiamo letto in questi giorni, risultano ancora più incomprensibili le dichiarazioni del procuratore D’Agata. A dir poco discutibile è la posizione dei giudici (Russo e Chinnici) presenti in giunta che si schierano dalla parte del “loro” presidente. Leoluca Orlando (Idv) lancia un ultimatum: “8 giorni di tempo per mollare Lombardo o non ci avranno mai più come alleati”. Tentenna Anna Finocchiaro, catanese, ex magistrato, nel 2008 candidata presidente della Regione proprio contro Raffaele Lombardo. Per il momento sembra insomma prevalere la logica dell’inciucio: le intercettazioni non turbano l’assalto alle poltrone della parte del partito democratico e della Cgil che freme per incarichi e prebende. Con la bava alla bocca.