La fondazione “La città invisibile” è nata nel 2009 con Alfia Milazzo, aggrega i ragazzi dei quartieri più disagiati di Catania, insegna loro uno strumento e organizza concerti.
Ragazzi sottratti alla criminalità, per offrire loro un’alternativa a un destino il più delle volte già segnato.
Purtroppo la fondazione manca di una struttura, che consenta di riunirsi per le prove e di un pulmino per trasportare i ragazzini da casa alle prove e verso i concerti.
Alfia Milazzo è la portavoce di bambini provenienti da quartieri catanesi come San Cristoforo, Librino, Zia Lisa, e da paesi come Adrano, Biancavilla, Santa Maria di Licodia.
Spesso in questi quartieri i bambini sono in balìa di sé stessi, sono a contatto con quello che offre la strada, cioè con quello che sarebbe meglio evitare.
“La città invisibile” dà voce agli ‘invisibili per le istituzioni’.
Spesso dietro le organizzazioni no-profit si cela un modo per approfittare del denaro pubblico, ma che raramente fa il bene della popolazione.
E’ da tempo che si chiede la disponibilità di una sede al Comune di Catania, l’associazione non usufruisce di fondi pubblici, chiede almeno che gli si conceda un tetto per consentire le esercitazioni musicali. E’ nato persino un gruppo pubblico su Facebook: DATE UNA SEDE AI RAGAZZI DELL’ORCHESTRA FALCONE E BORSELLINO
La giunta comunale promette, ma non mantiene e in una situazione di stallo, fatta di rinvii, proroghe e scaricabarili, si mette a rischio non solo la missione di un’associazione che ha a cuore il futuro di questi piccoli cittadini- musicisti, ma anche la disponibilità di eventuali sponsor, pronti a partecipare alla sovvenzione dei lavori di ristrutturazione di una possibile sede.
Se per i paesi di S. M. Di Licodia, Adrano, Biancavilla e Paternò ci si aggrega in tre aule messe a disposizione da una scuola di Adrano, i ragazzi di Librino si esercitano nelle parrocchie tra Viale Moncada e Viale Grimaldi, per i ragazzi di San Cristoforo- via Acquicella la sede è più che precaria.
Da mesi ci si esercita in via Acquicella 62, sede provvisoria in quanto disponibile solo fino a dicembre 2015. Per l’anno 2016 non c’è ancora una sede, la struttura al civico 62 è da destinarsi all’istituzione di un asilo nido privato.
“E’ nella crisi che sorge l’inventiva, che emerge il meglio di ognuno…” sosteneva Albert Einstein, e in questa situazione critica la fondazione ha individuato una possibile sede. Una scuola. L’Istituto Comprensivo “Caronda”, il cui edificio è stato dichiarato inagibile e necessita una ristrutturazione. Che l’iter procedurale di assegnazione sia lungo non lo si immagina, lo si vive, ma ci si chiede perché il sindaco di Catania Enzo Bianco non prende direttamente delle iniziative, perché non interviene?
Le strutture sequestrate alla mafia perché non vengono destinate? Perché le si lascia chiuse, inutilizzate, se non addirittura vandalizzare? La cultura, la cura dell’infanzia, il recupero, l’attenzione per i quartieri-ghetto che fine hanno fatto?
Le belle parole che sono state dette per dipingere sogni da mostrare agli elettori sono sbiadite.
Evidentemente non è in programma una società migliore. Non è redditizia. Il disagio crea più consensi, riempie le schede elettorali, ottiene fondi destinati ai disagiati e chissà come utilizzati.
Il disagio è un business. La crisi è opportunità, l’opportunità di avere un alibi per lasciare che il nulla accada.
Ancora A. Einstein nel 1931 ne “Il mondo come lo vedo io” scriveva: “…non possiamo pretendere che le cose cambino se continuiamo a fare le stesse cose. …Lavoriamo duro. Finiamola una volta per tutte, che l’unica crisi pericolosa è la tragedia di non voler lottare per superarla.”
In gioco c’è il sogno di un centinaio di bambini di credere possibile il cambiamento, di abbattere l’emarginazione e vivere opportunità che altri possiedono, forse perché più fortunate, o forse perché trattati come è giusto che sia.

La “scuola di vita e orchestra Falcone Borsellino” offre strumenti e lezioni gratis.
Gli strumenti arrivano da una liuteria di Cremona, grazie a una collaborazione con Analai (Associazione Nazionale Liuteria Artistica) le lezioni bisettimanali sono impartite gratuitamente da venezuelani, che seguono il metodo adottato da Josè Antonio Abreu, il maestro che nel suo paese ha sottratto migliaia di giovani alle bande criminali promuovendo le orchestre infantili; gli insegnanti in cambio si accontentano di un alloggio.
Musica contro la criminalità, ma anche poesia per animare le motivazioni, per insegnare il rispetto delle regole. Per fare in modo che l’esercizio musicale non resti un atto egoistico, uno spazio per esibirsi. Nonostante la precarietà della sede, il progetto e il programma per l’anno 2015/16 proseguono, i ragazzi si stanno cimentando nella realizzazione di un libro che racconta dei bambini vittime della mafia. Così da una prospettiva individualista si indirizzano verso una prospettiva partecipativa. Infatti coloro che sono già istruiti trasferiscono il sapere ai principianti, un modo di esprimere la gratitudine verso chi si impegna ogni giorno, ma anche di continuare ad essere ‘lievito’ attivo di una società che altrimenti rischia la putrefazione.

Un progetto sociale quello che Alfia Milazzo porta coraggiosamente avanti con il supporto di Liborio Scaccianoce e altri volontari, la musica come àncora di salvezza per un infanzia trascurata dalle istituzioni.

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Anna Agata Mazzeo via siciliajournal.it